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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

REGALA ANCHE TU UN LIMONE A UN PASSANTE!

Nel migliore dei mondi possibili sarebbe vietato non limonare da mesi. Nel migliore dei mondi possibili il limone sarebbe obbligatorio la mattina prima di andare in ufficio, la sera prima di dormire, quando si è felici e quando si è tristi. Nel migliore dei mondi possibili, anche da adulti, si dovrebbe limonare di pomeriggio. Di pomeriggio, cavolo. Di pomeriggio. Il pomeriggio non è solo per gli adolescenti, mettiamolo in chiaro. Diceva Patty Pravo, che era un'esperta: Nella nebbia, io ti vedo arrivare fuori c'è freddo, sei stanco e seccato entri in casa ed io sto mangiando una mela ti sorrido e dico: "Amore, domani è primavera" Tanto bella da concedersi all'amore un amore sotto il sole e morire tra le viole Il limone a primavera dovrebbe essere obbligatorio per legge, ne converrete. E non dico il bacino a stampo sulle labbra, che per carità, è bello anche quello quando si è in confidenza. Dico proprio il limone superaccessoriato ( cit .). Quello c

PRENDILO!

La gente a volte mi chiede: perché "Volevo fare la rockstar"? Suoni, canti? Sì. Quando vado in un bagno pubblico suono sempre l'allarme, anziché tirare lo sciacquone, che storia del cazzo, perché non segnalano mai che è l'allarme??? Ah, e poi, certo. Canto un casino quando sono sola. Sempre: quando guido e quando passeggio, e a volte anche quando sono al lavoro. Tipo che suona il telefono e io credo che prima o poi risponderò cantando, ci sono andata vicina un sacco di volte. Pronto? Fuck forever, if you don't mind! Però mi sembrava doveroso, dopo aver prodotto due importantissimi post about la musica degli anni novanta (in realtà solo uno), inaugurare proprio tutta una rubrica, per divulgare certe raffinatezze. Che non è che i nostri figli, nati negli anni 2005, possano sopravvivere senza che, inspiegabilmente sia rimasta traccia, chennesò, di Ambra Angiolini (giurah), dei Lunapop, di Silvia lo sai che Luca si buca ancora et cetera. Addirittura, a sto giro,

PERCHE' SI'

A scuola andavo bene. Alle elementari avevo tutti dieci, e pensavo che se avevi tutti dieci meritavi di essere amato. La maestra mi diceva: "Parli bene, a casa parli con molti adulti?". Io parlavo con mia nonna, lei mi rispondeva in dialetto. Però leggevo tutto quello che trovavo, anche lo Zoo di Berlino, anche se mi sentivo male e anche se poi pensavo alle siringhe e non dormivo. Sono diventata grande, e prima di fare tre figlie per fortuna ho capito che non devo chiedere agli altri quello che chiedo a me stessa, e che un dieci in italiano è solo un dieci in italiano. E io non sono un dieci nella vita perché ero un dieci in italiano. Il giorno di san Valentino c'era la consegna delle pagelle delle Gem. Hanno tutti 8. In italiano 7. La maestra dice che conoscono tantissime parole, ma che nessuno aveva insegnato loro a leggere prima che iniziassero le elementari, e allora sono state più lente degli altri. Mi sembrava che insegnare a leggere alle bimbe prima che iniziasse

ADOTTATE ANCHE VOI UNO PSICOPATICO

"E' in arrivo, sul primo e unico binario, treno per FirenSe" Come da qualche parte ho già detto, a me la gente mi rimorchia in treno e non so bene perché: non è che ho proprio i modi aperti di una che ci sta, e non sono neanche appariscente, per dire, ma tant'è. Tipo: - a 14 anni ho conosciuto in treno un ragazzino che aveva i capelli pettinati identici a quelli del tipo che mi piaceva, e ci ho limonato ; - a vent'anni, un tipo che prendeva il mio stesso treno per Bologna, che io ogni mattina fissavo intensamente perché aveva i capelli come uno che mi piaceva, una volta mi fermò mentre scendevo e mi diede un biglietto bellissimo con il suo numero di telefono. Non lo richiamai perché se cercate su Wikipedia la parola "stronza" appare la mia foto; -l'anno scorso ho conosciuto un tale discretamente bello, il quale mentre leggevo il giornale, a tradimento, mi ha detto "Ma quante volte te lo dicono, ogni giorno, che sei bella?"; solo che a
La stazione del mio villaggio: uno dei luoghi più squallidi d'America Mi è successa una cosa strana. Sai la consapevolezza che ti investe mentre stai guardando il soffitto, no. Come quando è inverno e apri la finestra e ti arriva l'aria congelata addosso. A me piace l'estate, non voglio essere investita dall'aria fredda. Tipo ho realizzato che dovrei crescere. Dovrei mettermi lì ad aspettare i trent'anni buona buona. E dovrei smettere di cantare quando cammino per strada. E di dire tutte quelle parolacce. E di dire delle cose imbarazzanti per vedere le facce che fa la gente. E di vestirmi mista tra una teenager e una pazza. E dovrei non bere mai. No, vabbè, se non bevessi mai non avrei un mucchio di appunti esilaranti su Evernote. Da quando ho lo smartphone veramente mi è cambiato tutto, anche l'ubriacatura. Tipo che una volta tiravo fuori la Moleskine e cominciavo a scrivere e le persone pensavano che fossi strana, ora invece tiro fuori il telefono e sembra

Hey Lyla

Quando voglio fare la trucidona con mio fratello, mi calo nella parte in un avanzo di galera dall'accento romano (molto approssimativo, come potrete immaginare) e assumo un tono rauco. Ieri tipo che l'ho chiamato urlando nella cornetta: "Ahòòòò, se nun me dai il numero der tatuatore m'incazzooooo" Lui era al cospetto di un cliente (dopo che ha perso il lavoro fa il promoter, ma se glielo chiedete vi risponde che fa il truffatore). La mia voce deve essere arrivata al suo allibito interlocutore. Mi ha risposto balbettando: "Dottoressa, il grafico in questione, essendo un artista, lei mi capisce, non lascia il suo recapito privato a chiunque" "Ahò ( questo c'è sempre, ndr ) che ddevo fà pe conoscerlo?" "Dottoressa, facciamo che la richiamo eh" Vabbè, non l'ho più sentito. Sono una sorella imbarazzante. Mia madre. Mia madre è imbarazzante anche lei. Perché dovete sapere che da quando sono venuta ad abitare al villaggio,

Tra la Panda e i panda c'è la station wagon o il moroso cocopro

Ci siamo. Noi si è arrivati al punto che bisogna cominciare a meditare (solo meditare, eh) di comprarsi l'auto nuova. Tipo che io la Station Wagon la odio proprio. E' un residuato del Donatore e lui mi martella sempre i coglioni sul fatto che mi ha lasciato in eredità la sua amata auto. Le bimbe una volta gli hanno detto: "E pensare che mamma dice sempre che le vorrebbe dare fuoco". Non potete sapere quanto l'ha presa male.  Io però vorrei un'automobile di dimensioni molto più ridotte. Se non ci avessi tre figlie vorrei una Smart. Poi però mi viene in mente la canzone dei Gem Boy, l'avrete presente, quella che faceva: Ma che due palle andare in giro con un cesso sotto ai piedi (...) e a trovare una posizione si diventa scemi. La Panda non va, ma una Station Wagon non ho, una Station è l'ideale si sa, su una station tutto si fa, tutto si fa, tutto si fa, il Kamasutra nannananananaà. Io personalmente preferirei una Panda a una Station Wagon, ma quest

SONO INDECISA SE FESTEGGIARE L'ONOMASTICO...

...O LA ZITELLAGGINE. Quando mi sono messa con il Donatore, ho pensato di essere una persona molto grigia e mainstream. Anche se ci avevo i Dr. Marten's rosa fluorescenti. Tipo che la prima sera che siamo usciti assieme, mi ricordo benissimo come era vestito. S'è presentato con un completo di sartoria su misura a quadretto bianchi e blu, se si fosse steso a terra ci avrei fatto un pic nic sopra. E la volta dopo ci aveva questi pantaloni neri skinny, cosa che dieci anni fa ti faceva sembrare uscito direttamente dalla sala prove dei Sex Pistols (lui invece suonicchiava il violino), e una giacca in pelle arancione. Scoprii che era anche capace di andare al fiume con le All Star, i bermuda, una maglietta con i cinesi che coltivano marijuana, e dopo tre giorno al fiume, andare diretto a fare l'aperitivo così vestito al bar fighetto, e mentre si levava le alghe dai bermuda lo vedevi comunque circondato da tipe starnazzanti. Insomma, questo per dire che a due settimane dal n

POST PER COLORO CHE VOGLIONO COMINCIARE BENE LA SETTIMANA...

  ...SAPENDO CHE (NEGLI ANNI 90) C'E' (C'ERA) GENTE CHE STA(VA) PEGGIO. Eh, mi dispiace, negli ultimi tempi sono carica anche di lunedì, prima o poi arriva la depression tutta in una botta che chiunque ha la sfiga di avermi dato il numero di telefono, presto sentirà il mio pianto a singhiozzo dall'altro lato della cornetta (quando sono triste chiamo sempre un tot di gente, per non scocciare una persona sola). Tipo che sono così carica che ho cucinato tutto il week end: il risotto con le pere e la scamorza, la vellutata di carote, i crostini al salmone. Poi sabato io e le bimbe abbiamo inagurato il Gaber Day, e abbiamo fatto la ola al ritmo di "I borghesi son tutti dei porci". Infine è terminato l'abbonamento a Vanity Fair, regalo di mia madre del Natale scorso, e ho finalmente ricominciato a comprare la Repubblica al sabato. Una ventata di stimoli culturali, D di Repubblica, il magazine allegato. Ve lo consiglio caldamente. Io un libro di un autore vi

ANDARE A FARE I BOUQUET

Post non adatto alle orecchie sensibili Come immaginerete, io nella vita dico un po' di parolacce. Non me ne sto vantando, no. E' che quando le inserisco in una frase, stanno sempre fottutamente bene. Non è bello, no, che una, ehm, ragazzina dalla vocina sottile e l'aspetto fragile parli in questo modo, che utilizzi la parola cazzo come il più naturale degli intercalari. Che dica incazzare anziché arrabbiare in qualunque contesto; che dica casino anziché caos al cospetto di qualunque interlocutore; che mandi "a fare i bocchini" qualunque auto si frapponga tra lei e i limiti di velocità. Un po' mi modero, comunque. Un po' sì, dài, non fate quella faccia. Tipo che dico Puttana anziché Fott*** Tr*** Rott****** di sto Ca***. 'somma, fatto sta che ieri Lucia ha detto a sua sorella: "Lascia stare le mie caramelle, Putt...". Poi mi ha guardato e s'è censurata. Io le ho spiegato che chiamare Putt...una persona è una cosa molto sgradevole. E

VESTO QUINDI SONO

(Maschi, pussate via che noi si parla di scarpe, non è roba per voi!) E niente, io faccio quella non consumista ma poi tra i saldi e i mercatini dell'usato, qualcosa mi compro sempre. Spendo poco, eh (ma poi non capisco perché dovrei giustificarmi, visto che spendo soldi miei)! Però veramente, sentirsi a proprio agio dipende un casino dai vestiti. Tipo, se io mi vesto tutta di nero sto male tutto il giorno; se metto una camicia o una giacca, mi sembra di avere le spalle troppo larghe e le tette troppo piccole e non ce la faccio: è contro la mia idea di equità sociale. Ho imparato un casino da Paola , che è una mia amica molto chic e sul suo blog ha fatto proprio una serie di lezioni su come abbinare i colori. Ecco, io le ho lette e ho fatto tutto il contrario, però credo di aver carpito la lezione fondamentale, che poi è una cosa che una volta un rapper aveva scritto sul muretto della stazione, anni fa: Use your style for live yuor life! La prima volta che Paola mi ha visto da

ILLAZIONI CULTURALI

Ci pensavo ieri. Passi l'adolescenza alla discoteca della domenica pomeriggio; poi arriva l'agognato sabato sera, e infine cominci a uscire il venerdì, magari perché il sabato ci hai il morosino e state a casa a, ehm, guardare la tv. Al limite andate al ristorante, toh. Poi succede. Arriva la temuta età che esci al venerdì sera e ti accorgi che nel locale n.1 sono tutti sbarbini. Nel locale n.2 sono tutti sbarbini. Nel locale n.3 sono tutti sbarbini. Nel locale n.4 non ci vai perché sono le due e cominci ad avere sonno, visto che sei in piedi dalle 6.30. E insomma, ti sei accorta che al venerdì sera sono tutti universitari e tu non sei più un'universitaria, ed è peraltro sempre più raro che qualcuno ti scambi per un'universitaria. Anyway, non posso lamentarmi circa la scarsità di divertimenti in Romagna. Tipo, io vivo a Buco del Culo, nell'entroterra, in collina, 8000 abitanti, e vantiamo un'enoteca pro capite, il bar Da Checco con (a volte) musica dal vivo
Poi ci sono quelle volte che proprio mi incanto a guardare quello che ho. Anche quel metro e mezzo di neve in cortile tramutatasi in ghiaccio. Prendete le mie figlie. Lo sapete che le tengo per me, perlopiù. Però trenta secondi di vanagloria, concedetemeli. Perché se sono speciali lo sono per natura, certo. Ma quando le maestre mi dicono che sono serene ed educate, mi sento proprio una tipa figa, ma per davvero. Che poi nella vita, la verità è molto relativa. Se io mi sento figa sono figa. E voi potete pure pensare il contrario. Le bimbe pensano che siamo tutte molto fighe, e lo penso anch'io. Poi niente, ci sono dei momenti che proprio. Sabato sera. Tutti murati vivi in casa, la neve alta così. E io che rischiavo di dover condividere il divano con il Donatore, visto che la mia uscita con Serena era ovviamente saltata. Allora che faccio, invito mio fratello a mangiare una pizza nel nostro simpatico villaggio. Lui sta in collina ancora più in collina di me, e lo sono dovuta anda

IO PARLO DA SOLA

Gente, c'ho di nuovo il torcicollo. Sì, sì, quello che la mia amica infermiera mi ha detto che viene quando non trombi e sei teso. Che poi, diciamocelo, a questo mondo parlano tutti di sesso sempre e comunque, io compresa. Solo che tutti dicono che lo fanno sempre e bene, io dico che non lo faccio mai, alla fine se ci pensate sono veramente molto pudica. Mia mamma e mio fratello, per dire, sono convintissimi che io sia una tipa fredda e frigida, e io non faccio nulla per sfatare il mito. E' come quella gente che dice sempre che non c'ha soldi e poi li vedi che vanno a fare le vacanze esotiche. Vabbè. Dicevo che fa freddo e a me è venuto il torcicollo. L'altro giorno avevo scritto che sono ganzissima a guidare con la neve, poi mentre tornavo a casa, mi sono dovuta fermare due volte in mezzo alla strada, con la neve sul tetto della macchina che era piombata sul parabrezza e i tergicristalli non riuscivano a spostarla. Io in preda al panico giù a smadonnare. Poi finalmen
Persino io, che non sono una tipa previdente, dopo gli ultimi tre inverni ho pensato di comprarmi i Moon Boot (solo pensato eh), mentre le amministrazioni comunali ancora non meditano che dovrebbero destinare un budget ai tipi che spalano la neve. No, eh. Stamattina la strada era una pietà: in realtà il mezzo spalaneve è passato, s'è fatto giusto quel viaggetto che basta per togliere uno strato di neve dalla strada per buttarlo sull'uscita di casa mia. Io in emergenza metto in atto la tecnica della pena. Funziona sempre. Esco di casa con jeans, stivalino e Monclerino e mi dispero ad alta voce, che sono stata abbandonata dal padre delle mie figlie, e che devo comunque andare a lavorare, e come farò, e blablabla. Al ché, esce di casa una media di due vicini in tenuta da sci e dotati di badile; poi ne esce uno che estrae la mia auto dal parcheggio privato perché dice lui che io non guido tanto bene. Invece stamattina, se n'è reso disponibile solo uno, e così ho dovuto spal