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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Le vibrisse

È stato un po' un deja-vu: io sola su un Frecciarossa una sera d'inverno, mi sento sensibile e ricettiva, come se avessi delle grosse vibrisse sotto al naso, ho un libro forte con me, che sono pronta ad ascoltare, e infatti non leggo di filata, presa, ma mi fermo spesso e penso. Quella volta il libro era "I have a dream" di Martin Luther King, la fermata era Faenza, il mese era dicembre, e sapevo che avrei cambiato tutto, dal giorno dopo, o forse da quel giorno stesso. Ieri il libro era "L'ultima tentazione di Cristo" di Kazantzakis, la fermata Rimini, i miei capelli più corti, e quando interrompevo la lettura per pensare, la ragazza di fronte a me chiacchierava. A volte mi capita - mi stupisco sempre - che, quando taccio o non partecipo, le persone si rivolgono a me, e se continuo a nicchiare, domandano esplicitamente. Non sono invisibile neanche quando faccio finta di non esserci: curioso, no? Non è sempre andata così, ma questo è un altro discor

Un sogno che resta nel cassetto

Leggo spesso blog o pagine di donne (non so perché quelle che leggo sono tutte donne, actually) italiane, in genere mamme, espatriate nei luoghi più reconditi e impervi e lontani, o anche solo in Europa, a poche ore di volo da casa. Le leggo perché ho desiderato scapparmene altrove sin dalla più tenera età (mentre ora, chiedendo alle bimbe, scopro che non tutti i bambini desiderano solo andarsene di casa, per fortuna), eppure non l’ho mai fatto. Casa :) Non l’ho fatto per motivi logistici che ora mi paiono superabili. Non l’ho fatto all'università perché nessuno poteva mandarmi un assegno mensile con cui avrei pagato le spese. E questo era superabile, dal momento che ho provveduto prima ad alcune, poi a molte delle mie spese (macchina, scuola, divertimento) dai 15 anni in poi. Solo che avevo la paura (certamente giustificata ma, ora lo so, superabile) che se avessi dovuto coprire il costo di un affitto mensile, forse non sarei più riuscita a pagarmi il dentista se c’era bi