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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Facile condannare un pugno a una donna

L’altro giorno mia madre ha trascinato me e le bambine alla marcia anti-violenza , e io francamente ero un po’ restia. Non fraintendetemi, non è che io non sia a favore di queste manifestazioni, ci mancherebbe. Inoltre le manifestazioni, i cortei, la gente insieme, hanno il potere di caricarti da matti, un’energia pazzesca. Ma dire di essere “ contro la violenza sulle donne ” è come dire che mi piacciono i gattini. È facile, ce la fanno persino i sindaci e le cariche dello Stato, di tutti i colori, a “schierarsi”. È come essere Miss Italia e dire che vorremmo che finisse la guerra. Questo non significa che non dobbiamo neanche dirlo eh, e infatti alla manifestazione ci sono andata (o meglio, ci abbiamo provato, scazzando l’orario. Non gliela possiamo fare :D).

Una domenica da sola

Questa mattina mi sono svegliata abbastanza presto e le bimbe non c’erano. Non ho ancora capito se questo è un ottimo inverno o se il fatto di stare accanto al mare aiuta ad accendere così di rado il riscaldamento, ma qualunque cosa sia, anche oggi c’era il cielo azzurro (anche se con un po’ di foschia) e la giornata era soleggiata e secca, perfetta per un giretto da sola sul Montefeltro.

Cose che mi piacciono di Rimini

La città dove mi sono trasferita l’estate scorsa, Rimini, mi piace molto. La dimensione è decisamente cittadina rispetto al borgo sull’Appennino dove ho passato otto anni, ma non è una metropoli e andare da una parte all’altra della città, se non è l’ora di punta oppure estate inoltrata, non risulta così complicato. Il traffico è spesso intenso, perché, finita la stagione estiva, c’è la stagione fieristica, e non la si sfanga mai, c’è sempre gente che va e gente che viene.

Tutti possono farcela

Nell’ultimo anno, per cambiare vita, ho fatto sacrifici fisici (come un pendolarismo da 160 km al giorno per sei mesi, e ferie prese solo per traslocare) ed economici non indifferenti. Ho avuto tante persone attorno, che mi hanno offerto aiuto pratico quando avrebbero solo voluto mandarmi affanculo (e infatti mi ci hanno mandato un po’ tutti almeno una volta), o che si sono ricordate di chiamare con regolarità, anche se credo che tutto il mondo ha notato che io, di mia spontanea volontà, non chiamo quasi mai (e non per disinteresse, trattasi proprio di overload. Oltretutto, sebbene io non sia certo la tipa che in giro conosce tutti - anzi - ho un numero di persone care e amici veri superiore al tempo che ho da dedicare loro).

La mia esperienza con Blablacar

(come sempre, questo post non è stato offerto, richiesto, né suggerito da alcuno sponsor)  Lo scorso weekend sono stata a Roma per fare una tra le cose più fighe della mia vita (ma non so né cosa vi posso dire, né se voglio tenere per me questa roba bella che l’universo mi ha regalato, per non portarmi sfiga da sola), e ho usato per la prima volta Blablacar .

Vi racconto (poco) di Lucca Comics

Sapete quei genitori che dopo quattro ore di schermo, disperati, meditano di staccare la corrente per strappare i propri figli dall’internet? Bè, tra questi ci sono anche io: ho comprato alle bimbe sia i roller che lo skate per costringerle a uscire; insisto perché se ne vadano a Coder Dojo a programmare in compagnia; ogni anno letteralmente le obbligo a fare sport; e la sera spegniamo i device e leggiamo assieme (ora Lessico famigliare). Lucia, in particolare, vivrebbe di anime giapponesi, video tutorial dove impara a disegnare manga e chibi, e naturalmente gaming di tutti i tipi. Ma se da un lato cerco di limitare l’alienazione da schermo, non posso certo dire di non strizzare l’occhio agli interessi delle mie figlie.