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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Comfort food

L'anno scorso vi ho raccontato di quanto desiderassi cominciare a mangiare in maniera più variegata. Sebbene non abbia assolutamente nulla contro chi mangia la carne, per un sacco di buoni motivi ho scelto di mangiarne il meno possibile, ormai da quando mi interrogo sul parassitaggio dell'Occidente nei confronti del resto del mondo. Era il 2005 e andavo all'università quando mi trovai tra le mani una pubblicazione di finanza etica che cambiò la mia visuale. Avevo appena superato l'esame di storia dell'Africa sub-sahariana e mi facevo anche domande sulla necessità di riforme agrarie in molti paesi dell'Africa. La novità del 2015 è che finalmente ho convinto anche mia madre, la quale cucina spesso per noi, che scegliere di non nutrirsi esclusivamente alla romagnola (ovvero pasta all'uovo e insaccati), ha il suo perché, e non è una scelta eterodossa da fricchettoni, anzi, è pure di gran moda! Non ho cercato di convincerla con la rava e la fava, ma, su mio cons

Alla mostra di Steve McCurry: considerazioni

Ieri sono andata al complesso San Domenico a Forlì a vedere la mostra Women and Icons del fotografo-giornalista americano Steve McCurry, noto per aver coraggiosamente "aspettato" i suoi scatti in contesti disastrosi, portando in occidente i volti umani delle guerre. Faccio alcune considerazioni sparse che non hanno nulla a che fare con la tecnica fotografica, di cui, a differenza del 90% dell'umanità, non capisco nulla.

Piccoli smanetta crescono

Le bimbe una volta al mese vanno a Coder Dojo a imparare a programmare. In realtà Carolina ha detto che lei di programmare non ci ha voglia, che lei vuol fare la ballerina classica o la gattara. La più interessata delle tre è Lucia, che è una nerd in erba (legge i fumetti, è iper-tecnologica, inventa barze che non fanno ridere e sostiene che tutti la odiano). Camilla scrive, e credo che la programmazione sia interessante anche per lei perché trattasi di linguaggio, proprio come l’italiano.

Due libri e un po' di musica ad alto tasso di ispirazione

In questi giorni stanno cambiando alcune cose. Stavo navigando nel pantano esistenziale e ho chiesto al cielo, allo spirito, a mio padre o a chi per essi, una mano tesa a cui aggrapparmi, perché non ce la stavo facendo ad andare avanti con addosso questa rabbia vecchia e questo senso di impotenza che mi rendevano la versione brutta di me stessa. La mano tesa finalmente è arrivata, e io l'ho afferrata. Sì, ho messo in conto un bel salto fuori dalla comfort zone. Ma sono felice. A tempo debito vi racconto. Per ora vi dico di due libri che mi hanno inspirato, e un po’ di musica che mi sta facendo da colonna sonora.

Curvy o uno stereotipo vale l'altro

Sono sempre stata magra, ma non mi sono mai sentita bella. Ho le gambe lunghe e una quaranta eppure mi guardo allo specchio e vedo un sedere sproporzionato rispetto al resto, una taglia prima di reggiseno, un viso che comincia a mostrare i suoi trent’anni, eccetera eccetera eccetera.

Di quando stavo per andare a lavorare in banca

(a riprova del fatto che ce l'avevo, la buona volontà di essere una persona inquadrata) Una volta, era il giorno del mio ventiseiesimo compleanno, mi presentai in una banca per una specie di concorso. Ero, come sempre, in ritardo. Mentre guidavo, ricordai che chiedevano di portare con sé una fototessera. Ma non c'era tempo. Reggendo il volante col ginocchio sinistro, estrassi dal portafoglio la carta d'identità e staccai la fototessera, con attenzione. Era una foto carina, fatta d'estate. Avevo i capelli lunghi, la pelle abbronzata e sorridevo molto perché credevo che se sorridevo ero più carina.

Un weekend a Cracovia

Lo scorso weekend sono stata a Cracovia con le bimbe e mio fratello: era una sorpresa pre-natalizia, sapete quando una sera siete ottimisti, guardate il conto corrente, dite, perché no, e vi ritrovate a comprare cinque voli? Ecco, per ovvi motivi non mi capita spesso, e in effetti devo ammettere che ogni volta che provo a trascinare le mie figlie in contesti cittadini, dove non c'è neanche un po' di mare, collina, trekking, rafting, mi pento, e questa vacanzina non ha fatto eccezione. Sarebbe bello potervi dire che andare in vacanza con tre pre-adolescenti è un piacevole momento di condivisione, ma mentirei. Anyway, anche questa volta ce la siamo cavate e dopo averci fatto diventare imbecilli per tre giorni, ora le bimbe hanno già immagazzinato il ricordo nella sezione "cose belle" e si stanno bullando con tutta la classe (mentre io mi vado a tatuare che il prossimo viaggetto lo farò tutta sola). Tuttavia Carolina ancora mi vieta di chiamarla Karolonska in pubblico.