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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

La mia famiglia

È una di quelle domande filosofiche che mi faccio regolarmente tipo: cosa voglio dalla vita? Credo nella reincarnazione? Quei tizi in divisa militare che siedono accanto ai nostri governanti, esattamente quale ruolo democratico ricoprono? Dicevo, la domanda di oggi è: Che cos’è la famiglia? Non mi convince la definizione italica: “famiglia = parenti”. E neanche la definizione new age: “famiglia = quella che ti scegli”.  Quelli che mi scelgo li chiamo amici. Qualcosa di più e qualcosa di meno della famiglia. Sono quelli a cui riservo il mio lato migliore, mentre la famiglia è quella che vede tutti i miei lati: quando sono il capobranco che incoraggia e quando mi sveglio in lacrime il giorno del mio compleanno; quando parlo poco perché penso ai conti da pagare, quando mi dimentico di chi ho attorno, quando mi alzo ogni mattina e cerco di ricordarmi per chi e perché lo faccio. Qual è dunque il discrimine tra amici e famiglia? L'intensità del sentimento? Forse no. La quotidianità

Se fossi furba

 Questo mondo non mi piace E la mia vita mi va stretta.  E sì, mi sento un po’ quelli che piangono su Facebook che si sono stufati di dare e non ricevere mai niente e che la gente è cattiva. Ho sempre pensato che avessero aspettative troppo alte e che fossero delle drama queen ma la verità è che in questo momento mi sento così anche io: mi rendo conto di non aver davvero mai fatto male a nessuno nella vita, mai, mai, mai , eppure il fardello di male che ho raccolto si fa ogni giorno più pesante. Arrivi a una certa età e non puoi più andare solo avanti, tocca anche guardare dove ti hanno portato le tue scelte, dare un'occhiata allo specchietto retrovisore. Non dico in termini di obiettivi raggiunti eh, ma proprio in termini di benessere, posto che sia perseguibile. Alla mia veneranda età continuo a non difendermi dalla vita: mi apro a tutto, per curiosità, senza giudizio; a volte metto qualche paletto controvoglia. E questo mi ha portato a condurre una vita che i miei amici defi

Come immagino le Brulle tra dieci anni

Mi chiedevo come saranno le bimbe tra dieci anni; come saranno, tra dieci anni, gli adolescenti di oggi che non vedono più la possibilità di un futuro, che pensano che moriranno a trent'anni. Io che faccio parte della generazione dei più grossi looser della storia, i millennial nati nei primi anni ottanta, ho sopportato la fisiologica inquietudine adolescenziale sognando fortissimo un futuro. Lontana dalla mia famiglia, lontana dalle case popolari. Un futuro dove non c'erano le siringhe nei parchi e dove non c'era il gas staccato in casa. Un futuro dove il frigo era sufficientemente pieno e dove non avrei lavorato più in fabbrica, d'estate, per pagarmi le uscite. Ho superato quegli anni dove mi sentivo in gabbia, solo perché credevo che un giorno sarei potuta volare via, che non avrei rifatto gli errori di mia madre, che là fuori ci fosse qualcosa anche per me. Forse sarei stata anche io come quelli che avevano un lavoro in ufficio, telefonavano a scrocco, prendevano le