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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

NON SONO UNA PERSONA POLEMICA

Oddio. Non so voi, ma io in sti giorni me la sto passando malissimo. Ho la febbre, la tosse, il naso chiuso. Male alle ossa. Ce le ho tutte. Ho anche caldo. E sete di Lemon Soda. Maronna mia. Maronna mia. Sapete com'è fare i fumenti con quaranta gradi fuori? Dio mio. (Mi sto lamentando tipo uomo con 36,7 di febbre. Con la differenza che ho 36,5) Poi c'è staqquà, no? Una tipa belloccia e piuttosto antipatica, che ho conosciuto di recente, ma che è stata preceduta dalla sua fama di "mamma più cattiva del parco". Io non credo alla fama di "mamma più cattiva del parco" perché so benissimo che ci sono delle tipe che sembrano le madri modello, poi appena ti giri ste madri modello lanciano dei cazziatoni che li fanno biondi, i poveri bambini. Io stessa, che pure non mi considero una mamma severa, sono diversa in casa e fuori. Tipo, fuori, le chiamo sempre "Angelo del Paradiso" o "Mio cucciolo del cuore", a casa, la frase che dico più spesso

NON SI TRATTA DI CAZZEGGIO

Ho novantamila cose da fare. Pensavo che visto che non so da dove cominciare potrei cominciare dal cazzeggiare. Che poi scrivere un post non è mica cazzeggiare eh. Nonnò. Nonnorononnonnò (vi ricordate Harriet di SuperVicky? Uhuhuh, quanto mi piacciono queste citazioni che rivelano la mia età anagrafica segreta). Scrivere un post non è assolutamente una perdita di tempo, eccheccà. Se calcolate che c’è un libro di cui vorrei assolutamente scrivere la sceneggiatura, capirete che ho bisogno di imparare a scrivere sceneggiature. Non ho mai letto una sceneggiatura, non ho la tv e mi addormento al cinema: imparare a scrivere sceneggiature è una strada veramente molto ardua e irta di pericoli, ed è chiaro il nesso con quanto suddetto, ovvero più scrivo più imparo. Vabbè, è un ragionamento capzioso, ve ne do atto. Sto scrivendo un post solo ed esclusivamente per cazzeggiare, ok? Ma parliamo di sesso. Mi chiedevo: quando fate il computo dei tipi con cui siete state, includete anche quelli con c

NOI E PRIAPO

Con mio fratello stiamo trovando la nostra via. Devo dire che sono abbastanza contenta della mia vita, in questo momento. Per questo momento intendo ovviamente le 11.05 di sabato mattina, con la pompa di Faenza Spurghi che mi shakera i pensieri a 85 decibel. No, dicevo. Pare che stiamo smettendo di litigare, perché accettiamo che siamo molto diversi ma complementari. Tipo, lui è un fantastico direttore creativo, ma io pulisco il cesso e come me nessuno mai . Lui è quello simpatico; io quella affidabile. No, vabbè, non può pretendere che io sia simpatica, dài, obiettivamente. Io faccio la chiusura giornaliera; lui fa un gran casino. Poi entrambi abbiamo la predisposizione per le public relations: io tipo sono il maschio della situazione, quella che quando c'è da mandare a culo qualcuno se la cava benissimo. Lui invece è quello che è capace di spacciarti una fetta di prosciutto per una delizia dell'Eden. Io sono quella degli sconti proletari e del ti offro da bere; lui è quel

BIMBE AL CONCERTO

Ieri sera ho portato le bimbe a un concerto di chitarra classica. No, non mi sono bevuta la materia grigia con la Lemon Soda, è solo che l'organizzatore mi aveva invitato ed entravamo aggratise e allora ho fatto un esperimento. Il concerto si teneva in una chiesetta, e le bimbe erano gasatissime. "Fighe queste panche con la scarpiera" "Amore, si chiama inginocchiatoio" Una signora sugli ottanta si siede accanto a Lu, la guarda e dice; "Che bella bimba!", poi si gira e fa, con mia madre: "Belle le sue quattro bimbe, io ho fatto quattro maschi". E mamma: "Veramente solo una è mia figlia, le altre tre sono le sue figlie" "Oddio, ma sono le sue allora? ( Quasi ventisette anni e già tre figlie ? Cit.)" fa, rivolta a me. "Mie e del parroco, signora" "Eh?" "Niente" "Le ha fatte tutte attaccate, poverina. Adesso la prende la pillola, vero?" "Uso metodi ben più sicuri" (qui sto pe

COSE INCREDIBILI

Qualche mese fa vi dicevo che ero entrata in loop con questo cantante fotonico di nome Alex Ebert che aveva fatto questo cd fotonico di nome Alexander. La cosa che mi piaceva di più era ovviamente il fatto che l'avevo dovuto ordinare e che le commesse intelligentone non sapevano chi mai fosse, questo Alexander. Mi caricava a palla: mi ricordo una sera ad aprile che ero triste perché le bimbe erano via e allora l'ho messo su e mi sono messa a ballare da sola, ma roba che mi sono sballata solo a saltare e infatti poi a un certo punto vedo sto fumazzo nero dalle finestre, corro fuori in mutande e ci mancava poco che non dicevo al fuoco al fuoco, e invece poi era che il vicino aveva acceso il caminetto e c'era il vento e allora tutto quel fumo. Son cose. Poi succede che i loop un po' mi passano, adesso tipo sono in loop con Mannarino. Però nel frattempo ho scoperto che questo fantastico Alexander ci ha un gruppo che si chiama Edward Sharpe and the magnetic zeros, che non

COSE CHE VORREI

Quando un paio di anni fa aprii questo blog stavo molto male. Stavo male perché avevo appena fallito nell'unica cosa che nella mia vita non doveva fallire. Mi ero appena lasciata con il padre delle mie figlie e consideravo il "divorzio (e lo considero tutt'ora) un enorme fallimento personale, un errore di valutazione per cui ora dovevo pagare da sola; ma da un lato mi sentivo anche abbastanza sollevata, perché come alcuni di voi sapranno, la fine di una convivenza è un coacervo di rancore e di frustrazione che basta davvero un niente perché tu molli la presa della tua salute mentale. Io non potevo mollare, perché aveva già mollato lui. Una volta il mio capo mi portò al pronto soccorso perché quasi svenni al lavoro: avevo la polmonite perché non curavo una febbre che persisteva da due settimane; e in più la dottoressa mi disse che ero denutrita. Dissi che non mangiavo perché avevo mal di stomaco, ma la gastroscopia diceva che stavo bene. Capii che avevo esagerato con l

VITA QUOTIDIANA A BUCO DEL CULO

Sono diventata monotematica: forse per fissazione o forse per reale mancanza di argomenti, però devo dirvi che la vita a BucoDelCulo non fa tanto per me. Mi sentivo molto freak, fino a un mese fa: un po' diversa, magari persino un po' misteriosa. In città le persone sapevano che mi ero spostata in collina, e nessuno capiva bene perché, e io quando faccio delle cose che nessuno capisce bene perché, ho la certezza matematica che sto facendo le cose giuste. Quando le persone mi appoggiano, vacillo. Io cammino meglio in equilibrio su un crinale, che per strada. Non ho mai imparato, a camminare per strada. E così, di fronte ai dubbi altrui sul mio trasferimento, esordivo con: "Ma sai, a BucoDelCulo la vita è più a misura di bambine", proseguivo con: "Guarda che poi F. mica è il centro del mondo: sempre di provincia si tratta. Al limite poteva essere traumatico il passaggio da Tokio a BucoDelCulo"; ma convincevo solo con: "Senti, a BucoDelCulo un appartament

UN AMBIENTE GIOVANILE

L'altro giorno era il compleanno di Serena e io ero molto presa male, per via che mi ero bruciacchiata al mare e per via che ho i miei cazzi che non vi dico perché esistono al mondo Casi Umani che mi lurkano e poi si offendono perché non me li inculo e per dispetto vanno divulgando interpretazioni fantasiose dei fatti miei.  E niente, tutta bruciacchiata che manco riuscivo a infilarmi una maglietta senza urlare di dolore, dovevo comprare un regalo a Serena. Mi metto su internet (qui in negozio non c'è l'adsl, e uso il cellulare come hotspot, è per questo che centellino la mia presenza on line), e smadonna che ti smadonna, non riesco ad acquistare il regalo che vorrei (due biglietti per un concerto). Fatto sta che alla fine mi tocca di andare in centro, nell'unico negozio che vende tali, agognati biglietti. "Uè Vale!" "Oh ciao!" Ci si scambiano due chiacchiere, compro il biglietto, mi si chiede che cacchio di musica mi sono messa ad ascoltare, e i

Kautar

Kautar credo abbia qualche anno meno di me. Forse ha sui venticinque anni. E' bellissima, anche se un po' sciupata. Kautar ha due figli, e quando esce ha sempre il velo sui capelli, anche se fa caldo. Kautar di lavoro lava i piatti, e quando lava i piatti lascia i bambini a sua sorella, che è più giovane di lei, meno bella, e non porta il velo. Kautar per lavare i piatti fa un paio di chilometri a piedi, con il velo, anche se fa caldo. Sua sorella invece fa le pulizie, e fa le pulizie quando Kautar non lava i piatti, così che qualcuno possa sempre stare con i bambini. Il marito di Kautar non c'è quasi mai, a casa. Credo lavori, e credo che poi alla sera vada al bar per dimenticarsi che la sua vita fa schifo, come quella di tutti. Nei giorni scorsi la sorella di Kautar era in Marocco, e Kautar non sapeva a chi lasciare i bambini, quando doveva andare a lavare i piatti. Perché il marito la sera era al bar. Ho saputo che li lasciava a casa da soli, e la bimba di cinque anni b