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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

BRUTTI SPORCHI E CATTIVI

(Sento il Donatore in sottofondo: "Quando la smetterai di giocare alla piccola fiammiferaia?" Che poi no, non sto mica giocando. Chiamo solo le cose con il loro nome.) Al liceo mi vergognavo di avere pochi soldi, perché le mie amiche avevano le borse logate e io invece stavo mesi con il gas staccato, e facevo la doccia dalla vicina. E mi ricordo sempre quella volta che eravamo io e le mie amiche che eravamo andate in questa discoteca al mare che si chiamava Sud, e, uscite, avevamo fatto il bagno con questi tre tipi. Quello "destinato" a me non mi piaceva per un cazzo, però lo abbracciavo, uscita dall'acqua, perché aveva il petto pelosissimo e faceva un freddo cane, alle 5 di mattina. Divago. Dicevo che tornammo a casa al mattino e avevo la sabbia addosso, ma la doccia fredda non la riesco a fare mai, neanche d'estate, eppure lo so che mi si rassoderebbero le tette. Andai a letto piena di sabbia, e non mi piacque, è questo che volevo dire. C'era

Vacanze cazzone tra Adriatico e Tirreno

Cos'è che volevate sapere? Come sono andate le ferie? Mah. Cazzone. Molto cazzone. Moltissimo cazzone. Tant'è che ieri mattina quando ha suonato la sveglia non sapevo più cos'era. Dicevo: boh, sarà il lettore cd che è partito da solo. Talmente cazzone che mi ero dimenticata come si indossa una gonna: mi ero abbonata ai bermuda e agli shorts. E alle infradito, anche. Talmente cazzone che non ho cucinato, mai, per tre settimane. Ma paradossalmente ho mangiato un sacco: pasta ai sughi pronti del discount, sofficini, quattrosalti. Pomodori dell'orto. Li produciamo sia io che il mio vicino, le bambine se li mangiano a manate. Così come le carote crude. E tutti si chiedono che fame debbano avere le mie figlie per divorare così i pomodori ciliegini e le carote crude. Ho bevuto pochissimo caffè, e mi sentivo sbura perché non sostenevo l'iniquità del commercio internazionale che favorisce solo i traders (no, vabbè, quando mi produco in inutile ideologia spicciola vis

RIDATECI LA MUTANDA!

Ascoltavo questa canzone qua, Itsi Bitsi Petit Bikini , Dalida. Comincia con "Sur une plage il y avait une belle fille, qui avait peur de prendre son bain" (su una spiaggia c'era una bella ragazza che aveva paura di andare a fare il bagno- scusate la traduzione, il mio francese è arrugginito). La belle fille aveva un "petit" bikini rosso e giallo a pois, e non osava lasciare la cabina, per il timore di mostrarsi scoperta. Niente a che vedere con le jeune filles del 2011, che mi pare mostrino generosamente il culo. Probabilmente è la crisi: per risparmiare sui tessuti, i produttori di costumi da bagno hanno ridotto sensibilmente le dimensioni degli slip, sdoganando il perizoma e la brasiliana sulle spiagge, ledendo nuovamente la causa delle donne: quasi nessuna sta bene con il perizoma sotto l'impietosa luce del sole, esclusa Jennifer Lopez fotoscioppata. E' inoltre ricomparso sui litorali italiani il mitologico uomo in slip. Io personalmente non
Ci siamo. Noi si sta per andare in ferie. Anche se casa mia è già in veste vacanziera da giorni: qualche stronzo ha regalato alle mie figlie una compilation di baby dance e sin dalle 9 del mattino sembriamo la succursale del Papeete di Milano Marittima. Che poi parliamone. Già la dance faccio fatica a tollerarla, da quando ho smesso di andare in discoteca la domenica pomeriggio. Ma le cover, le cover!, vogliamo parlarne? Se Muovi in alto la mano vi sembra trucida, pensate alla cover. Comunque ho imparato da dio questa. Venerdì alle 15 esco dal lavoro e mi fiondo al mare senza le bimbone, se tutto va come deve andare. In tenda, sì. Poi torno, e dovrò passare i tre giorni seguenti a pulire gli amabili resti del Donatore istallato a casa.  Donatore che peraltro ho incrociato stamane al semaforo, abbiamo fatto due chiacchiere affacciati al finestrino. Com'è strano incontrarti di sera in mezzo alla gente, salutarci come due vecchia amici: ehi, ciao, come stai? Quando un giorno di

NON AVERE PIU' VENT'ANNI

Ci pensavo ieri no? che avvicinarsi ai trent'anni è abbastanza strano. Leggevo qua e là le solite mille cazzate sulla morte di Amy Winehouse:ognuno deve dire la sua. Ognuno deve dire se è figo o no morire di overdose; ognuno deve dire se è figo o no morire a 27 anni; ognuno deve dire se è figo o no farsi di eroina. Io preferirei morire di overdose che campare dieci anni all'ospizio, ridotta come era ridotta mia nonna. Farsi di eroina, in my humble opinion, non è figo, ma non è figo soprattutto per coloro che sopravvivono, all'eroina. Quelli che sopravvivono come emarginati fino a cinquan'anni senza smettere mai di farsi; quelli che smettono, perché anche essere sempre lucidi fa un male porco; quelli che sopravvivono, si disintossicano, si fanno una vita, ma poi sono sieropositivi, e campano eh!, ma campano con la spada di Damocle, e oltre al danno la beffa! sono pure malati di serie B, gente-che-se-l'è-cercata; e infine, quelli che sopravvivono, si fanno la loro

SIETE TUTTI IN FERIE?

Ci credete che ultimamente non riesco a dare ordini neanche a me stessa? La mia parola d'ordine è diventata: tergiversare. Sempre. Procrastinare. Rimandare. Tentennare. Ma a livelli imbarazzanti. Tipo che ieri dovevo fare la doccia e mi stavo ponendo l'annosa domanda se fosse il caso o meno di lavarmi i capelli. Bah, non sono sporchi. Però domani saranno sporchi e non avrò il tempo di lavarli. Boh, facciamo che ci penso dopo, al momento opportuno, quando mi sarò spogliata. Sono quasi in costume adamitico: allora, i capelli? Li lego o li lavo? Beh, ci penserò dopo, quando mi sarò sfilata le mutandine. C'è ancora un sacco di tempo. Alla fine li ho lavati, perché non riuscivo a decidermi a legarli. Se devo fare delle commissioni, mi scrivo l'itinerario, mi prendo per mano e mi costringo a seguirlo. Riesco a procrastinare anche un mese un giro in posta. Pago le bollette su internet con ritardi vergognosi, poi mi convinco che è colpa del portale Eni, che è lento da m