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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

BUONI MOTIVI PER PREFERIRE UN BUON LIBRO AL SESSO

Sono un po' a terra, ma sto cercando di autoconvincermi che sto bene. L'altro giorno ho trovato un libro di mia cognata Ross, sul Tao, in cinese e inglese, e mi sono segnata un paio di frasi sul retro di un bigletto da visita. E quando arriva la malinconia, tra gli scaffali del supermercato, tiro fuori il mio biglietto dal portafoglio, mi fermo e lo leggo. Sembro una matta, no? Sono di fronte ai filini, quella pastina all'uovo da mettere nel brodo con il formaggino, e mi appare nonna Cloe, che tastava tra gli scaffali. Solo che pensavo a quant'è inutile farneticare, credere di stare bene quando è inverno e te togli le tue mani calde, non mi abbracci e mi ripeti che son grande, mi ricordi ch'eri viva in tante cose. Oddio arriva arriva arriva quel nodo in gola. E tiro fuori il biglietto magico. If you realize that you have enough, you are truly rich. Per dire, ora sto cercando di convincermi che mi sono già riprodotta e che quindi non ho bisogno del sesso. Su
Non è che vi ho proprio detto tutto su quella giornata nella spiaggia panoramica di Sirolo. Per onestà intellettuale volevo aggiungere una cosa. Eravate rimasti a me, con la pancia, le bambine e la madre zopp...ehm, no, la madre e basta, che arrancavamo lungo scoscesi pendii appenninici, aiutate da quello con la gamba di legno (qualcuno ha avanzato dubbi sulla mia sincerità: ebbene, chiedetelo a mia madre. Certo, in realtà era una protesi al titanio e non una gamba di legno, ma non toglietemi il gusto per il pittoresco. E' come se dai film di Pasolini levate le comparse dai denti storti). Insomma, si arriva alla spiaggia. Le bambine belle rilassate, io e mia madre un po' meno, tanto che pensiamo quasi quasi di abbandonare le nostre cose al campeggio e rimanere sotto l'ombrellone fino a Natale, quando, forse, saremo pronte per affrontare la salita. Di fianco a noi una giovane coppia. Due figli: uno sui due anni, uno sui sette, disabile. Una pancia che sta per scoppiare.

ODORE DI FERIE

C'è stato un tempo, qualche millennio fa, in cui mi piaceva andare in ferie, possibilmente in una grande città europea, con musei, locali notturni, mercatini. C'è stato un tempo, limitatissimo, in cui credevo che la presenza di minorenni non avrebbe modificato più di tanto la mia idea di vacanza. Era luglio, era il 2006, ero dotata di due gemelle di dieci mesi e di una pancia di otto mesi. Ero altresì dotata di un Donatore (all'epoca molto amato) che durante i mondiali si rifiutava di schiodarsi dal divano. In compenso avevo una madre compassionevole, e in ferie. Scelsi una località non troppo lontana a causa della difficoltà a guidare con un dirigibile al posto della pancia. Ci recammo a Sirolo, Ancona. Spiaggia panoramicissima, per arrivare bisognava scarpinare come bestie. All'andata uno con la gamba di legno (giuro) ebbe pietà e portò il passeggino mentre io e mia madre arrancavamo. Al ritorno, mi caricò un tale in motorino, e lasciammo mia madre alle prese con u

CHE CE NE FACCIAMO DEL FALEGNAME?

Non ci crederete ma ho ricevuto migliai... decin...un...(vabbè, nessuna, ma non state sempre a puntualizzare, pedantoni che non siete altro!)... di mail che mi chiedevano dove fosse finita la mia rubrica Io ce la posso fare : quella dove raccoglievo i saperi pratici delle persone che passano di qui, di modo che le single in circolazione si sentissero un po' meno incapaci/ non la dessero a Carmine il camionista in cambio di un controllo dell'olio. Ma poi non ci sono stati volontari e allora io personalmente l'ho data a Carmine. Non è vero, il collaudo ce l'ho ad agosto e quindi ho tutto il tempo per reperire un fidanzato che sappia cambiare l'olio (sento una voce di sottofondo che mi chiede, sardonica, quando sia stata la mia ultima volta e per pudore non rispondo. Sappiate solo che la pillola era ancora illegale e i preservativi erano in terracotta. Ma sento che il mio momento sta per arrivare) . Insomma, alla fine i "volontari" li ho ingaggiati i

UN FUNERALE DESERTO

sono arrivata a scannerizzare gli scarabocchi che produco mentre telefono "Ma come sei conciato, devi andare a un funerale?" ho proferito stamane, facendo salire in macchina mio fratello, il quale era particolarmente dandy nel suo completo scuro con cravattino grigio. Sì vabbè, però le meches bionde gli stavano di cazzo, l'ho sempre detto che quella parrucchiera è una tipa inaffidabile. Fonti certe riferiscono che è possibile avvistarla ogni domenica alla Ca' del Liscio. "Spiritosa. Io comunque dico che potevamo evitare" fa lui. "Non rompere i maroni: d'accordo che siamo atei, d'accordo che i ricordi sono parecchio offuscati, d'accordo che oggi è il tuo giorno di riposo e sono le seieunquartocazzo! però non possiamo non essere presenti alla messa in memoria dei vent'anni della scomparsa di nostro padre" rispondo io, decisa. E così ci avviamo. Mia madre nel sedile dietro. Ci stiamo tutti chiedendo se dovevamo procurarci almeno

L'HO FATTO ANCH'IO

(Che avete capito?) Probabilmente non sono stati gli episodi stessi, ma la concomitanza tra i due, a farmi propendere per tale, inaspettata decisione. Il primo è stata un'intervista che ho letto: ai Verdena, su Vanity Fair. Ora, non mi chiedete di distinguere i tre musicisti: facciamo che si chiamano Mario, Giovanni e Piera. Come i Beatles: e chi li distingue? Si diceva che i Verdena sono la migliore rock band italiana degli ultimi vent'anni, si diceva che sono i Nirvana italiani (affermazione poi smentita da Piera), si diceva che il loro concerto del '76 a Messina lo avevano aperto i Cold Play, allora sconosciuti. Peccato che è qualche anno che nessuno sente parlare dei Verdena. Perché? Perché vivono tipo in cima a un monte, perché non rispondono al telefono, perché non aggiornano il loro profilo Facebook, perché non hanno la televisione, perché vanno a prendere alla stazione la giornalista di Vanity Fair con un macchina piena di lattine e cartacce, e poi, quando è or

SE VOLETE LEGGERE "L'ELEGANZA DEL RICCIO"...

...NON LEGGETE QUESTO POST PERCHE' VI DICO COME VA A FINIRE. NON SI FA, MA IO LO FACCIO, PERCHE' SI' (spoiler post). Fortuna che mi capita di rado di rimorchiare e ancora più di rado di rimorchiare gente con vezzi letterari. Dio c'è. A parte un numero relativamente nutrito di soggetti da spiaggia che mi hanno enunciato cose mai sentite tratte da nientemeno che Il codice da Vinci, mi è capitato recentemente di conoscere un tale che considerava un capolavoro della letteratura L'eleganza del Riccio, di Muriel Burbery. Quando ho confessato di non averlo letto mi ha guardato come l'ultima delle ignoranti. Per la cronaca, non che abbia desistito nell'intento di rimorchiarmi. A tutti noi piace sentirci superiori. Io stessa ho sempre preferito fidanzati con la terza media per poter sfoggiare il mio peggiore paternalismo quando facevano errori grammaticali negli essemmesse; ho anche perso uno spasimante per via di un congiuntivo che gli ho corretto con un po'

EMOTIONAL POST

Uno di questi giorni vi posterò la mia curva umorale, e se ci sono psicologi all'ascolto probabilmente mi coopteranno quale cavia in un convegno sui disturbi dell'umore. La scena me la immagino tipo quei convegni di medicina dell'800 che si vedono a volte nei film, con i medici seduti nell'anfiteatro e io che entro legata, imbavagliata e scortata, tipo bestia feroce e...e...e...mi fermo, non è di questo che volevo parlare. Volevo dirvi che ieri ero sul depresso andante, poi sulle 17, mentre fingevo di preparare un preventivo e invece leggevo La repubblica, ho fatto un balzo sulla sedia girevole, ho spalancato la porta del mio capo senza bussare e ho esultato: Quorum! E abbiamo un po' esultato assieme. Non so, l'impressione è stata quella che fosse tornata la politica.O forse è solo un facile entusiasmo, non so. Mi piace comunque essere stata smentita. Io che dicevo, La democrazia è troppo democratica, non basta più. Io che dicevo, Svegliatevi gente, ci stan
In un contesto che non vi dico, mi capita che mi trovo accanto a mezza dozzina di ragazzini che stanno per diventare colleghi stagionali in un'azienda. Probabilmente sono universitari. Ommerda, sto dando agli universitari dei ragazzini. Merda merda merda. Una è molto carina: magrissima e modaiola, ha una giacca con le spalle vagamente alla Lady Gaga, jeans skinny, borsa griffata, capelli lunghi raccolti in una specie di cipolla sul cucuzzolo della testa. Se non fosse che le sono lontana direi che indossa un profumo griffato, dalla fragranza sensuale. C'ha un difetto, ma te ne accorgi solo dopo: l'accento romagnolissimo. Non è in grado di pronunciare la ci o la gi dolce senza che si trasformino in zete sputacchiose. La doppia esse diventa almeno tripla. Il dittongo sc diventa inevitabilmente doppia esse. E poi parla tantissimo, ti accorgi. E si agita pure, muovendo quelle manine secche con lo smalto rosso. Uno, suppongo che si possa considerare carino anche lui. Non sec
Lo sapevo che sarebbe arrivata. La fase post adrenalinica. Passi un mese da leone. Fissi appuntamenti. Ci vai. Lanci idee. Qualcuno le raccoglie pure. Pranzi con un'amica che ti fa sentire invincibile e prima di salutarvi, nel parcheggio, mettete su un cd di Tiziano Ferro, cantate, un coker si affaccia sopra di voi e vi fa molto ridere. Vai a cena con una tipa in gamba e Vale, ma dove sei finita? Dov'è quella bambina che voleva nascondersi, che si vergognava di andare bene a scuola? Dov'è quella ragazzina che si chiudeva in bagno e sperava che quando sarebbe uscita sarebbe stato tutto diverso? Sei diventata un'adulta quasi brillante? No, non lo sei diventata, a un certo punto l'adrenalina ti fa anche un po' straparlare. Però insomma. Te la cavi. Ti mostri sempre brutta sporca e cattiva, ma almeno non fai la carta da parati. Sono tornata a casa che mi sentivo una in grado di spaccare il mondo. Mi sono messa a leggere, a mezzanotte, perchè mi sentivo troppo

WAITING FOR GRANDE PUFFO

La singletudine è anche di uno stressante pazzesco. Diciamocelo. Non rendere conto a nessuno circa la durata della mia permanenza sotto la doccia; non essere costretta a rendermi simpatica ai di lui amici (anche quelli che a suo tempo avevano detto, a terzi: "nooo! ha messo incinta quella rompipalle?"); cucinare i peperoni a colazione, pranzo, cena e merenda, se voglio. Ecco, tutto ciò è estremamente gradevole, lussurioso, orgasmico. Ma c'è un ma. Non per niente alla fine cerchiamo tutti si sistemarci, con il culo al caldo, e la singletudine per la maggior parte delle persone è solo una o più (o più più) fasi della vita. No perchè. Quant'è faticoso esporsi sempre al giudizio delle persone. Cioè. Vai al bar. Dici, mica male quello là. Qual è la fase due? Sperare di piacergli. Se gli piaci vai bene, se non gli piaci sei brutta. In pratica dai a un perfetto sconosciuto la possibilità di farti dubitare della tua avvenenza. Chiavi in mano. Dico io. Ma vaffanculo, v

VARIE

Ahahahah, ho messo quel titolo trucido per testare la vostra fiducia. "Varie" si sa che non vuol dire niente, e se siete qui, o è perchè mi volete bene, o è perchè siete curiosi di sapere se sono ancora viva (evidentemente lo sono. Ma dal titolo mica si poteva capire. Mettiamo che io sia deceduta nel week end, mettiamo che mio fratello sia entrato nel blog con la password che sa, mettiamo che abbia intitolato "varie" il post che vi annuncia la mia dipartita), ma di sicuro non siete stati attratti dal titolo. Dunque, avete appurato che io non sono una da "politica del fischietto" (politica del fischietto significa tipo che vi martello i maroni con slogan tipo "via gli immigrati!", e so per certo che attiro una certa fetta dell'elettorato, come se fischiassi per attirare una mandria). Ok, non volevo parlare di politica, ma di varie cose (di qui il titolo). La prima, sensazionale, è che, complice un week end tristemente piovoso, mi sono data

FERMATEMI

Ragazzi, voi che siete ottimi motivatori, fermatemi, please. Sono stata presa dalla logorrea. Io che fino a una settimana fa rispondevo al telefono previa mail che mi specificasse: "ti sto per chiamare, vedi di rispondere", ieri ho fatto fuori dieci euro di ricarica. Ieri sera dovevo fare una piccola presentazione di un autore eritreo, a una serata multiculturale, ed ero un po' ansiosa. All'ansia aggiungete un paio di bicchieri di vino per stemperare l'ansia e otterrete una pazza. La serata è finita alle 11, ho trascinato le mie amiche in un altro locale e sono tornata all'una e mezza. Di martedì sera. All'una e mezza non so quale mano salvifica mi abbia impedito di mandare un messaggio all'eritreo con scritto che ero stata contenta di conoscerlo. Sarà che mi sono addormentata mentre cercavo la rubrica telefonica. Per fortuna, aggiungerei. Mi è presa quest'ansia da comunicazione. Poi grazie a dio in questo momento corrispondo allo stereotipo