Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

LA SIGNORA

Raramente la chiamavano signora. Come si permettevano, cristo, di darle del tu? Ogni donna merita di esser chiamata signora. Anche se fa le pulizie, diamine. Lei li odiava, quelli che stavano al computer. Certamente facevano meno fatica di lei. E le davano del tu. Lei era solo stata più sfortunata: aveva lasciato la scuola per un uomo, e poi erano successe tante cose, tra cui che con lui era andata male e aveva dovuto accettare il lavoro che le era stato proposto, ed erano passati vent'anni, e le cose non erano cambiate più di tanto. Ma cristo, avrebbero dovuto chiamarla signora, darle del lei. Anche se non stava al computer o al telefono. Lui la chiamava “la mia signora”. Quando lei andava a casa sua, lui le liberava il posto auto sotto casa. Lei sapeva che il posto auto era riservato a un altro appartamento, però lei era una signora, e voleva il posto auto. Sapeva che lui doveva implorare la vicina per averlo. Sapeva che lui doveva umiliarsi. Ma le piaceva troppo pensare a qu

LA LORO NONNA

L'altro giorno passeggiavo (bugia, non passeggio mai. Se cammino sto sempre andando da qualche parte), e in Porta Montanara mi sono imbattuta in una nonna con una nipote, le quali stavano riempiendo delle taniche d'acqua presso una fontana pubblica.  Pensavo che i pomeriggi con i nonni per i ragazzi e i bambini sono una risorsa preziosa. A me sembravano riposo, nulla da fare, a volte anche noia, e invece imparavo. Imparavo la continuità della vita. Il collegamento con quello che inevitabilmente passa. Banalmente, introiettavo le mie radici. E pensando a ciò, mi chiedo come si senta rispetto alle sue radici quella mia amica italianissima, però con la pelle “marroncina come Nefertiti”, come direbbero le bimbe. Me lo sono chiesto e gliel'ho chiesto, com'è, cercare la propria identità in un aeroporto internazionale. Dev'essere magico e disorientante allo stesso tempo. Ma io no, noi siamo romagnoli dalla notte dei tempi. E i racconti contadini dei mie nonni, che ho

L'ODORE DELLE GEMELLE

L'altra mattina mi è successa questa cosa piena di poesia. Lucia è venuta come sempre nel mio letto alle sei, per guadagnarsi un abbraccio privato. Dopo poco, mentre si raggomitolava sotto alle coperte, con la faccia nell'incavo del mio braccio, mi ha sussurrato all'orecchio: "Fai finta di dormire!" "Perché?", ho chiesto io. "Perché sta arrivando Camilla!" "..." "Lu, ti sbagli, Camilla sta dormendo!" "Sh!" Dopo un minuto è spuntata Camilla, a reclamare il braccio libero. "Lucia, come hai fatto a sapere che Camilla era sveglia?", ho chiesto davanti alla colazione. "Ma mamma, è la mia gemella! Riconosco l'odore che fa quando è sveglia!" p.s. Ultimamente, caso mai qualcuno se ne fosse accorto, sono un po' assente. Prima o poi vi dico perché. No, non è una sorpresa per voi, sorry. È la vita, come sempre. No, tranquilli, non ho neanche trovato uno che mi si slimoni due volte a

UN VECCHIO UBRIACONE

Non mi fa male il tuo alito che puzza d'alcol. Non mi fa male quando sto per chiudere e tu vieni a comprare cinque litri di vino. Non mi fa male quando ti lamenti del resto in monetine. Mi fa male che mi dai del lei. Mi fa male che ti do del tu, e hai almeno vent'anni più di me. Mi fa male non riuscirti a dare del lei e mi fa male che non riesci a darmi del tu. Mi fa male che tu vieni a comprare cinque litri di vino con una busta di plastica del supermercato, come se tutto il paese non sapesse che esci di qui con cinque litri di vino. Mi fa male che cerchi una dignità nel parlare del più e del meno, mi fa male che fingi di chiedermi quant'è, mi fa male che ti vergogni. Altre persone comprano cinque litri di vino, quando hanno amici a casa. Potrei pensare che tu hai spesso amici a casa, ma tu no, tu ti vergogni. Ma quello che mi fa più male è che non ho più il coraggio di chiederti cosa vuoi, e tu ti vergogni di volere sempre la stessa cosa. Ti vergogni come un vecchio

LE SALUTISTE

Ieri sera vedo la mia amica, che volevamo farci una serata scialla al bar di BucoDelCulo, dove suonava un gruppetto mezzo rock e mezzo funk, che poi si è rivelato gradevole. Dico, vieni a cena da me, Amica, che ci programmiamo una serata very salutista, strutturata nel seguente modo (immaginate solito narratore di Fantozzi): Cena vegetariana a casa; Gitarella a BucoDelCulo; No alcol, no sigarette che le ho finite, no sperperìo monetario che c'è la crisi. Ergo, io ho cucinato una vellutata di spinaci buonissima, senza dado né porcherie, solo sale, pepe e olio buono; e poi mi sono procurata un vasetto di castagne sciroppate; lei ha portato carpaccio di barbabietola e insalata mista, con anche i chicchi di melagrana, buoni buoni. Madonna come si sta bene quando mangi, ti sazi, ma non stai lì a slacciarti la cintura e ad avere quel senso di rincoglionimento e pesantezza. Ma guarda te, le vere verità non le capisce mai nessuno. Solo noi. Noi si va al bar di BucoDelCulo alle

IL PROGRAMMA ANTIFUMO

Alle medie ci propinarono questa specie di programma antifumo, in seguito al quale cominciai a fumare. Il progetto era articolato in due fasi. La prima mi pare fosse a carattere scientifico: ci fecero vedere come una sigaretta induce un principio di soffocamento nel sistema respiratorio di una macchinetta in plastica. Imparammo che è più sano fumare sigarette col filtro. La seconda fase era più "partecipativa" e terminava con il compitino di intervistare un fumatore, il quale, da manuale, ci avrebbe dissuaso dal cominciare o continuare a fumare. Non avevano previsto che il tabacco non è come l'eroina. Nessuno di noi si imbatté in fumatori fisicamente distrutti o particolarmente pentiti. In realtà la mia maestra delle elementari era morta recentemente di cancro ai polmoni, e non potevo non ricordarla mentre fumava in classe. "Era arrivata a quattro pacchetti al giorno", mi disse qualcuno il giorno del suo funerale. Ma non poteva tornarmi utile per l'inter

COS'È UNA DRAG QUEEN?

Volevo soltanto dirvi una cosa. In realtà nessuno me l'ha chiesto, però lo dico, per specificare. Magari ve lo siete chiesti e non avete esternato. Fare la drag queen non è un vizio da froci. La drag queen non è una perversione sessuale. La drag queen non è un travestito e la drag queen non è una prostituta. La drag queen non aspira ad essere una donna o meglio di una donna. La drag queen non si sente una donna nel corpo di un uomo. La drag queen non è neanche necessariamente omosessuale. La drag queen esagera la donna. La drag queen fa spettacolo. La drag queen sovverte i generi. Drag queen è rivoluzione . Drag king pure, a generi invertiti. Io credo che il maschilismo svilisca uomini e donne. Il femminismo ci aiuta a uscirne. Le Drag pure. Grazie a tutt*. Io e mio fratello (foto già postata)

CHE POI A BUCO DEL CULO STIAMO BENE

Sarà Mina di sottofondo, ma io oggi proprio mi sento beata. E no, non perché è venerdì. Vi ricordo che io lavoro parecchio anche il sabato e la domenica. E mi sono pure decurtata il lunedì libero, perché sto seguendo un progetto. Non chiedetemi come cazzo faccio perché davvero non lo so. Però so che vado a letto spossata e mi sveglio spossata. Tipo stamattina, che mi sono svegliata di botto, sfinita, sognando il Donatore che mi dava una brutta notizia. Ieri non mi chiamava da ben due giorni e ho chiamato io, per sapere se era vivo o morto. Voglio dire, abbiamo ancora un conto cointestato. "Mannò Vale, non ti ho chiamato perché sono a Londra a vedere un concerto" "Beato te, non fate i deficienti, col tuo amico" "Tranquilla" L'ultima volta che è stato a vedere un concerto a Londra credo mi abbia tradito, quando l'ho sospettato gli ho sfracellato il cellulare contro il muro. Ma non stiamo più assieme, non può tradirmi, non è fantastico? Di bel

RESPIRO E RICOMINCIO

Stamattina sono arrivata al lavoro in anticipo. Apriamo alle 9.30 e sono arrivata alle 9.30. C'era già una signora sulla porta, che aspettava, consultando spesso il suo orologio da polso. Io sta cosa la vivo come una violenza. La richiesta di essere in anticipo, dico. E poi parto svantaggiata, perché non ho l'orologio. Vero: ho un telefono cellulare che uso come orologio, e non rispondo mai. "Caldo, freddo", esordisce la signora, "in questa stagione non si capisce più niente. Ho le tonsille grosse e non mi riesce di ingoiare" Eh, signora, immagino. È difficoltoso persino deglutire, con le tonsille grosse, figuriamoci ingoiare. Adesso sono qui e penso ai prossimi mesi, che saranno carichissimi. Ho un po' paura. Nuove scelte, nuove cose, nuovi progetti. La paura è un bel sentimento. Se ho paura non faccio cazzate. Però mi blocca lo stomaco. Mi sono presa un paio di giorni quasi rilassati. Lunedì mattina ho portato le bimbe a scuola e mi sono regalata