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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Cani e gatti

Ieri con le bibine e due amichette con relativa mamma e relativo labrador, sono stata alla sagra del sangiovese (se volete farvi un’esperienza antropologica, vi consiglio un tour delle sagre della Romagna. Io e il Donatore, no vabbè, niente). A me i cani piacciono molto, mentre i gatti mi fanno un po’ paura.  Tuttavia,   le esperienze con Screech, il cane psicopatico e con Spank, il cane psicolabile, mi hanno insegnato che io e mio fratello abbiamo molte qualità (uhm) ma non quella dell’addestramento dei cani. E neanche delle persone, actually. Quindi ho rinunciato ai cani, e quando sono stata mollata e ho sentito un insistente meow fuori dalla porta, ho fatto entrare Lamici nelle nostre vite.  Lamici è una gatta senza nome con gli occhi molto verdi. Lamici ci ha adottate e si degna di dormire nel cuscino di fianco al mio, di mangiare le crocchette e di uccidere sporadicamente qualche mosca. A volte reca in dono un uccellino e a volte passeggia con grazia nel rio sotto casa.

UN ATTIMO DEPRESSA MA POI PASSA

Oggi mi sento un cesso, ve lo devo proprio dire. Da un lato mi sento a casa. Quando sono triste provo il sottile piacere dell’autocommiserazione, quando sono felice provo una leggera inquietudine. Quindi diciamo che oggi sono triste e mi fa anche un po’ piacere, non so se riuscite a capirmi (spero di no, per voi. Se sì c’è la Michi che è una mia amica storica e fa la psicoterapeuta, vi do il numero). Ergo, dicevo. No, niente, sono una merda e la mia vita è in certi momenti una merda. L’80% delle volte penso di non farcela. Faccio una cosa (lavare i piatti) e me ne vengono in mente altre 96 (far dire le tabelline alle bimbe, farmi una doccia, stendere i panni, mettere a posto le bollette, leggere quel bel libro sul comodino, rispondere a 54 email…), delle quali ne farò due (doccia e svenire a letto). La mia vita sembra spesso una punizione divina. Quando chiedo aiuto a mia madre o a mio fratello (tipo il pagare una bolletta, tenendo il resto), il 94% delle volte non sono in grad

IL MIO VICINO VIENE DAL MAROCCO

Il mio vicino credo venga dal Marocco, ma non ne sono certa perché è molto chiaro di pelle, ha pochi capelli bianchi e niente barba. Però mi pare che mi avesse detto che era marocchino, quella volta che gli diedi un passaggio fino alla moschea. Qualcuno una volta mi ha detto che alcuni immigrati dicono di essere di un paese diverso dal loro, se questo può portare loro dei vantaggi. Tipo non so, se vieni da certi paesi dell’Africa, come il Sudan forse, sei un rifugiato politico, se vieni da altri sei uno sfigato qualunque. Ci sono queste logiche qui cretine, che fanno sì che la gente menta. Voglio dire, abbiamo voluto a tutti i costi la globalizzazione per conquistare tutti i mercati, no? E allora? La terra non è di nessuno e i frutti sono di tutti. Il mio vicino mi chiede sempre di mia madre, secondo me gli piace. Il mio vicino sorride sempre. Il mio vicino vende le rose. Al mattino esce di casa che abbraccia un secchio pieno di rose imbustate singolarmente e poi fa il giro d

VEDO GENITORI LIMONARE

Ieri finalmente sono andata al mare. Mamma mia che bella la Romagna con il sole, mamma mia. Anche la mia casa, col sole, è bellissima. Starei lì, ferma, a guardarla, come se fosse una persona. Sembra la casa delle vacanze in collina. No, vabbè, dopo pensate che vivo in una villa. No, vivo in una casa che è molto mia, semplicemente. Ieri al mare ho visto il raro e bellissimo spettacolo di due genitori che avevano un bimbo di forse due anni che giocava nella sabbia e loro erano lì di fianco a lui e li ho visti limonare. Li vedete mai dei genitori limonare in spiaggia? Io raramente. È bello. Molto bello. Poi c’erano due mamme di due AnnaVittoria e MariaGiulia di cinque, sei anni, che parlavano delle lezioni di piano delle bambine. C’era questo babbo che ci teneva un casino a insegnare a giocare a frisbee a suo figlio, facevano proprio tipo allenamento come Mimì Aiuara con le catene ai polsi. A un certo punto dietro a questo babbo c’era un signore in completo scuro che s’è fermato

Siete gente strana?

Mio fratello direbbe che sono una bimbaminchia e che il mio blog è noioso, ma cosa vi devo dire: il mio blog annoia anche me. Quindi posso permettermi di scrivere un post da bimbaminchia, no? Scrivo per chiedervi una cosa. A chi conosco, e anche a chi lurka. Sempre se vuole rispondere, insomma. Cioè, fate un po’ quel cazzo che volete, non siete obbligati a rispondere. Ecco, l’argomento è questo. Io al momento leggo pochissimi blog. Uno tra i pochi che leggo, mi sto imponendo di non leggere più i commenti. Perché mi reputo una persona abbastanza sciallona/ fricchettona (dentro eh. Fuori sembro più una grunge, una vintage, una disadattata, a seconda della giornata in cui mi beccate), e se qualcosa mi mette di malumore, vade retro. Chittisinculaproprio. Ti cancello. Sono fatta così. Mai cagato di striscio un troll e infatti non ne ho più. Una volta una tipa mi ha scritto in un’email qualcosa come “vergognati di aver fatto tre figlie scopando in giro (???), loro ne risentiranno

GRAVIDANZA A RISCHIO: WTF?

Pensavo a quanto ero idiota a ventidue anni. Quando sento una persona che si riposa durante una gravidanza a rischio, penso: sono stata una pazza. Mi ricordo che avevo questa pancia gemellare e mica avevo capito del tutto che dentro c’erano Camilla e Lucia, no. Le ecografiste del Sant’Orsola dicevano Feto Destro e Feto Sinistro. Io odiavo andare al sant’Orsola ogni due settimane, al reparto di fisiopatologia prenatale, e mi sembrava di essere trattata come un lavandino rotto, solo perché le Gemmy erano monocoriali separate da un sottilissimo setto amniotico.  Io mi sentivo benissimo e infatti una volta ero all’università e avevo dimenticato il cellulare a casa. Siccome dovevo vedere Gloria per pranzo e rischiavo di fare molto tardi, andai di corsa da Palazzo Notai a Strada Maggiore e la sera avevo dei dolorini al basso ventre che la ginecologa penso volesse uccidermi. Il tirocinio l’ho smesso incinta di sei mesi: facevo la pendolare, era un caldo porco, e c’erano scale su scale

FATECELA!

Cari tutti, voglio salvare l’umanità, riaprendo la mia rubrica Io ce la posso fare . Spiego di cosa si trattava ai nuovi (se fossi stata una delle tante “nonniste” su internet non l’avrei fatto: sei nuovo, cazzi tuoi, io il blog l’ho aperto nel 2007, tu meriti di morire ). In pratica avevo ideato appunto questa rubrica utilissima che salvava le donne divorziate/ single dallo sfacelo domestico. Siccome io non so fare assolutamente nulla di manuale/ virile (l’altro giorno ho cambiato la prima lampadina della mia vita, con tifo da stadio delle mie figlie), avevo ideato la possibilità di intervistare per voi chi ce l’aveva fatta e rendere disponibili comodi pdf scaricabili dal mio dropbox di cui in realtà non ricordo più le credenziali. Abbiamo avuto ospite uno che aveva cambiato una gomma forata, uno che aveva montato una mensola in bagno, cose così. Eroi quotidiani. Ah, poi se non ricordo male io stessa vi avevo spiegato come si imbiancano i muri, un po’ alla cazzo di cane, a dire

PENSAVO DI EMIGRARE

In questi giorni sono in preda a un leggerissimo down, ma forse non è proprio leggerissimo, ecco. Il giorno di Pasqua mi sono seduta sulla poltrona di mia madre e volevo solo fottutamente piangere. Oggi meglio, solo un po’ di noia. Oggi con le bimbe ci annoiavamo e loro la sera dovevano dormire con il Donatore, allora ho detto, scendiamo in “città”, facciamoci una piadina alla nutella e aspettiamo padre coraggio. In realtà padre coraggio ci aspettava già al parco e abbiamo visto assieme Carolina correre beata nell’erba facendo ciao ciao con la manina, appena un attimo prima di entrare fino all’ombelico in una pozza. Io ho smesso di portare tre cambi ogni volta che esco di casa, avendo tre figlie rispettivamente di otto e di sette anni, e così il pomeriggio è finito con Cachina che veniva caricata sull’auto del padre, che ha i sedili riscaldabili, e portata a casa sua in mutande, mentre io mangiavo la mia piadina da sola, nell’auto ferma fuori dal parchetto, sembrando appena appena

LA VISITA DERMATOLOGICA

Non avrei immaginato che la visita dermatologica avrebbe scoperchiato le scatole della mia (intermittente) vita sessuale della quale, finora, aveva avuto una visione olistica solo Serena. Lei era una bella signora di mezz’età. La visita era libero- professionale in regime intra moenia, che vvordì che in pratica lei riceve come libera professionista però appoggiandosi alle “mura” (moenia) (ma quanta ne so?) dell’ausl, la quale ausl le presta anche tutta la sua fantastica organizzazione (centralino, pagamenti, etc) e trattiene una percentuale della parcella (100 euro) (tanto per puntualizzare). Qualche mese fa mi sono per caso guardata la schiena nello specchio. E mi sembrava di notare dei nei, io che non li avevo mai avuti. Mi sono chiesta a chi telefonare per conferma. Ho inventato un metodo fichissimo, che sarebbe andato bene se la mia vita sessuale fosse stata meno rarefatta: si sarebbe trattato di fare una mappatura di coloro che hanno visto la mia schiena negli ultimi anni (n