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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Sensi di colpa materni

Questa mattina, come ogni mattina, ho affrontato il problema tipico di tutte le mamme di ragazzini, moltiplicato per tre. Le svegli alle 6.45 coi bacini e per un’ora e un quarti assisti inerme all’impennata della curva della tua incazzatura.

Stiamo buttando il nostro tempo

La grande verità è che io sono una disadattata. Magari una disadattata in senso positivo eh. Cioè, una disadattata che ha programmi per i prossimi quattro week end e una disadattata che ha una tab aperta sul blog e una sull'apple store, perché ha appena detto basta il mio pc è una merda, adesso me ne compro un altro, così, su due piedi, senza programmare o risparmiare. Io sono una disadattata perché il sistema ha fatto dei programmi per me , io li ho riconosciuti e rifiutati, e non sono stata ancora capace di opporre il mio, di programma .

La camera da letto di nonna

La camera da letto di nonna aveva la porta a soffietto e dava sulla cucina. La cucina veniva chiamata “casa”. La porta a soffietto era rivestita di un materiale sintetico, rosso scuro, che pareva pellaccia finta. La pellaccia finta aveva dei tagli e io da piccola vi infilavo dentro le monete, perché sembravano aperture di un salvadanaio.

Preadolescenti e cacche sul parabrezza

In compenso le mie figlie stanno diventando la definizione vivente di “malmostoso”, una in particolare, ma non la nominerò. Ogni giorno, quando torno a casa, vengo salutata con un cordiale "sgrunt" e mi viene riferito che ha menato almeno una delle sue sorelle. Ieri ne ha morsicata una. Morsicata, capito? Quei tre anni in cui le bimbe non dormivano mai contemporaneamente in fondo sono stati anche belli, visti i tempi bui in arrivo.

Le persone sono gentili

Domenica una collega mi segnalava l’iniziativa Mercanti per un giorno che consisteva in un grande palasport dove le persone portavano oggetti vecchi da vendere, una sorta di subito.it dal vivo. Nonostante trovo queste occasioni parecchio flashanti, vi ho già detto che soffro di horror pleni, ho pensato di recarmici alla ricerca di tre biciclette per le bambine, le quali, di peso superiore ai 30 kg, riferiscono che quando utilizzano le bici che comprai loro a tre anni, si feriscono spesso colpendosi il mento con le ginocchia nell’atto di pedalare.

In treno

Ho fatto prenotare il Frecciabianca Bologna - Faenza, ma sono in anticipo e prendo il regionale. Così vedo prima le bimbe, mi racconto mentre salgo, aggrappandomi alla maniglia scivolosa, che immagino sempre unta o sudata. Mi fermo nello spazio senza poltrone tra uno scompartimento e l'altro perché i posti a sedere sono tutti occupati, e a breve comincio a sudare e probabilmente a puzzare, perché i regionali hanno il riscaldamento rotto d'inverno e i finestrini bloccati d'estate: dice che è la gente che non si lava, io dico che i treni non aiutano. Il regionale parte subito, curiosamente in orario, e ho accanto una ragazzina quasi donna, con i capelli corti e gonfi e una valigia.

Costanti

L'altro giorno io e Bea ci stavamo sciallando al centro benessere (vi ho già detto quanto io non sia immune dal fascino intramontabile delle terme, e in particolare del bagno turco, e siccome una seduta-benessere, per via dell'andazzo del capitalismo, costa più o meno uguale dappertutto, abbiamo scelto, in questo caso, una bellissima villa con vista campi da golf, che era anche l'unica che aveva posto "ora, subito, il tempo che mi depilo approssimativamente") e parlavamo di desideri e di futuro e di costanti e di passato. E' stata una conversazione utile e che ha continuato a lavorare nella mia testa anche quando sono andata a letto.

3 ricette con il pane secco

Cari tutti, oggi vi dirò tre ricette con il pane secco: mio nonno diceva sempre che il pane non si butta via. Provare a essere sostenibili non è una questione di tirchieria, e non è neanche un rigurgito di orgoglio proletario: è scegliere di non vivere come pulcini in incubatrice, con l'unico scopo di ingrassare ingrassare ingrassare e poi scoppiare. Per me è provare, nel mio piccolissimo, a non dare a una multinazionale il totale controllo dei miei sogni; è trovare una piccola voce, dentro di me, così cazzuta che può permettersi di dire: "che si fotta chi mi vorrebbe far credere che io voglio essere una principessa". Per me è anche sentirmi in sintonia con il pianeta che mi ospita e con i fratelli che hanno menate più serie delle mie. Ma torniamo al pane secco.