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Stiamo buttando il nostro tempo

La grande verità è che io sono una disadattata.
Magari una disadattata in senso positivo eh. Cioè, una disadattata che ha programmi per i prossimi quattro week end e una disadattata che ha una tab aperta sul blog e una sull'apple store, perché ha appena detto basta il mio pc è una merda, adesso me ne compro un altro, così, su due piedi, senza programmare o risparmiare.
Io sono una disadattata perché il sistema ha fatto dei programmi per me, io li ho riconosciuti e rifiutati, e non sono stata ancora capace di opporre il mio, di programma.


Perché non ce l'ho, perché. Lo vedete anche qui. Non c'è un piano editoriale. Nel blog ci butto tutto quello che non posso tenere dentro.
Vivo alla giornata. Ho un obiettivo sfuocato e più mi allontano, meno ricordo di che cosa si trattava. La cosa buona è che, almeno, anche se l'obiettivo è lontano, continuo ad avere viva la percezione di quello che è reale e di quello che è finto e che quindi non mi interessa. I like su Facebook e gli endorsement su Linkedin per esempio sono finti. Il concerto di Carmen Consoli per esempio è stato vero. Almeno la metà di quelli che ieri erano alla festa del 25 aprile col pugno alzato, per esempio erano finti, senza neanche l'intelligenza di ammettere che non sono comunisti né nelle scelte elettorali (perché il partito comunista è morto e la sinistra da un pezzo non si sente tanto bene), né nelle scelte di vita, ma comunque la liberazione è una festa di tutti, proprio tutti, anche senza alzare il pugno e senza riesumare la maglietta di Che Guevara. Le bimbe che si arrampicavano sugli alberi e si presentavano con rispetto all'unico partigiano presente, invece, erano vere.
Torno a casa ogni sera e mi dico: oggi ho generato qualcosa che ricorderò sul letto di morte? Che faccio ora? Muoio a letto. Domattina ci penserò. Domani prenderò una decisione. Domani spero di innamorarmi. Domani parto, a esplorare il Cile. Domani vado al mare. Domani scrivo quella storia che ho dentro, così non me la dimentico. Domani imparo a suonare la chitarra. Domani, domani, do-do-domani.

E nel frattempo passa il tempo.
Nel frattempo perdo la vista, sempre di più, sempre di più.
Nel frattempo, le tette scendono.
Nel frattempo, il tempo a disposizione si restringe.
Siamo tutti vittime di un gigantesco equivoco, funzionale al sistema che ci vuole sottomessi e produttivi nei nostri anni migliori. Ci fanno credere che abbiamo tutto il tempo del mondo. Dedichiamo la vita al sistema con l'illusione che quando avremo fatto i miliardi potremmo contare ancora sulle nostre energie, sulle nostre tette sode, sulla nostra capacità riproduttiva. E' una cagata. Primo perché non faremo mai i soldi, secondo perché quando avremo due soldi saremo vecchi rincoglioniti, e quei due soldi probabilmente non basteranno neanche per pagare la badante che ci pulirà il culo. E terzo perché per le cose più belle non servono poi tutti questi soldi: non servono soldi per fare l'amore, per annusare i propri figli, fare trekking nelle colline dietro casa o bagnarsi al fiume.
Servono soldi, ma non i miliardi, per mandare a scuola i nostri figli, avere una casa riscaldata, mangiare abbondantemente, viaggiare accontentandosi dell'ostello.
Io negli ultimi dieci anni ho sempre guadagnato un pochino di più ogni anno. Prima mi hanno alzato la retta dell'asilo, poi mi hanno abbassato gli assegni familiari, e adesso, se faccio una collaborazione extra lavorativa, dal punto di vista del mio reddito è come se fossi io a pagare per lavorare. Gli 80 euro al mese di Renzi li ho praticamente restituiti con le trattenute in tredicesima. Adesso, col nuovo ISEE, vogliono sapere anche i tuoi risparmi e quelli dei tuoi figli: è come se ti dicessero spenditi tutto in borse e sei povero, risparmia per far studiare i tuoi figli e sei ricco.
Capite che programma ha per me il sistema?
Ma il vero problema sono io, che vedo tutto questo nitidamente e non ho il coraggio di contrappormi.
Sono IO, non il sistema, a dover proteggere la mia unica vita.
Ma non ho la fantasia di progettare un'alternativa al default setting e la costanza di metterla in pratica. E intanto se ne va la mia vista, la mia forza fisica, i miei capelli morbidi diventano sempre più secchi, e la gente attorno a me la vedo che ci ha l'allergia strana, il cancro, segni strani sulla pelle, la micosi, una macchiolina nel rene.
E dico cazzo qui aspettiamo tutti di fare i miliardi, mentre dovremmo vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, e se oggi fosse il mio ultimo giorno, e se ci pensate potrebbe proprio esserlo, non esisterebbe né l'ufficio, né internet, né quella pila di piatti da lavare.
Quando guardate la tv, fateci caso: tutti danno per scontato che la risorsa principale a cui possiamo aspirare sono i soldi. Soldi per comprare lo shampoo che ti farà i capelli splendenti, soldi per la vacanza in Sardegna.
Ma la vera risorsa è il tempo.
E finché siamo impegnati a produrre soldi, lo stiamo buttando nel cesso.


Commenti

  1. Sei troppo lucida. Analisi perfetta.

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  2. very insightful indeed. soprattutto queste ultime frasi.
    io sono stata fino ad adesso un animaletto tamagochi, la scuola mi diceva cosa fare e io lo facevo, easy. e ora? ho tempo, non ho soldi, e non so comunque cosa fare. però non mi sento disadattata ma in ottima compagnia.

    Barbs

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    1. Io mi sento una disadattata quando sto su Facebook oppure a volte anche in ufficio, ma anche io sono abbastanza felice di essere disadattata, actually ;)

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  3. Spesso pero' e' anche lavorare ad un pezzettino di progetto tuo (grande o piccolo), ogni giorno, quello che soddisfa e da' la forza. Vivere alla giornata e' un monito prezioso ma non assoluto. Come in tutte le cose ci vuole equilibrio, fra l'avere una direzione, un piano di massima, e sapersi abbandonare alle onde della vita e a quello che essa ci propone ogni giorno.

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    1. @Fra, hai colto perfettamente. Non credo che vivere alla giornata sia sempre un bene, perché comunque ho tre figlie e spero vivamente domattina di svegliarmi. Quello che volevo dire è, un po', come dici tu, che forse la strada giusta è una via di mezzo. Quando costruiamo il nostro futuro scommettiamo che domani ci saremo ancora. Quando viviamo alla giornata scommettiamo di non esserci più domani, e se ci siamo potrebbero essere cazzi, perché abbiamo puntato su cose superficiali, non abbiamo costruito nulla.
      Detto questo, quello che vorrei io, è non costruire solo denaro.

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  4. Bè sai come sempre Produci Consuma Crepa... eheh
    http://ilmanifesto.info/limpero-del-consumo/

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  5. Capisco la sensazione, ma è difficile che ogni giorno sia un evento. Io ho un paio di obiettivi, molto limitati, ora che ho raggiunto i miei obiettivoni (avere un lavoro, e scusa se sono così borghese, e avere due bimbe), e ogni giorno ci lavoro su. Per il resto cerco di stare il meglio possibile, e mica dipende solo da me, oltre tutto. Se sei insofferente (sensazione che conosco molto bene) sei sicura che lo saresti meno se... (metterci un desiderio), o forse nasce da te?

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    1. Eccerto che il problema sono io, non esistono il bene o il male al di fuori della nostra percezione: è per questo che un obiettivo che va bene per te oggi non è detto che vada bene per me oggi (magari ieri o domani sì però).

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  6. L'unica cosa che posso dirti è che la stizza che si prova vedendo la propria vita scorrere via così non è un sentimento "produttivo". Semplicemente ti allerti, ti attivi emotivamente, bruci calorie (vista la mia alimentazione, l'unica cosa che mi impedisce di pesare 129 kg è questo terribile lavorio interiore).
    Credo che le cose cambiano quando hai un piano, che rende questa ansia sopportabile. Ma io ancora non ce l'ho, e intanto il fermento dell'animo va avanti.

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  7. E' quello che mi dico continuamente. I miei figli stanno crescendo e rischio di perdermi tutto perché quando rientro dal lavoro vorrei solo silenzio e sonno....Grazie per avercelo ricordato

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    1. Non volevo ricordarvi questa cosa poco piacevole, però oggi ho questo senso di caducità. Poi passa.

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  8. a parte che qui da noi a momenti pure i lanzichenecchi sono passati per liberatori, o forse non loro, ma giusto quelli. per il resto... mi fa piacere quando la gente si rende conto che qualcosa non va, SE qualcosa nella sua vita non va. certo: non basta. non basta alla gente e non basta a me. ma è meglio forse di niente. anche se qualcuno qui direbbe che no, è meglio niente.

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  9. ps leggendo i commenti e le repliche. "eccerto"...? mah. considerando la produzione di infelicita' a livello industriale distribuita a giro in guantierate globali, forse non e' cosi' "eccerto" quel discorso su bene/male. chiaro: uno dei problemi, è in noi. poi valloa vedere in che senso.

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  10. Verissimo...triste ma verissimo!!!
    Se ti può consolare anch'io mi sento una disadattata, anch'io non ho un programma mio da opporre a questo ingiusto sistema...ma poi penso che il solo fatto di non accetttare ciò che ci viene proposto come utile e soprattuttto indispensabile, già quello, a nostro modo, è un programma alternativo, non sei d'accordo? Anch'io penso tu sia stata molto lucida in quest'analisi...il discorso della vista, però, non lo sottovalutare, riguardati e fai altre visite, se necessarie!!!

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  11. Mi trovi d'accordo ma fino a un certo punto. L'unico modo, secondo me, per 'crackare' il sistema, è fare qualcosa che ami. Riuscire a far sì che lavoro, interessi, passoni e forse a un certo livello, vita, coincidano almeno un po'. Perché è facile confondere un discorso simile con il famoso 'vaffanculo al sistema, vado ad aprire un chiosco di banane sulla spiaggia, nuoto nel mare ogni mattina, mangio i frutti della terra e vivo la vita vera'. Ma la verità è che abbiamo bisogno anche di costruire, non solo di vivere. Di metterci alla prova, di esplorare il nostro potenziale, di fare una sorta di percorso - che questo poi generi o meno soldi e ricchezza, e probabilmente così non sarà.
    Nemmeno io ho un modello da opporre al sistema, ma non sono convinta che la soluzione sia il suo totale opposto. Purtroppo ci sono ancora pochissime persone in grado di riconoscere le priorità e di mettere la propria vita e il proprio tempo, e la qualità di essi, al primo posto. Io tutta l'angoscia di correre e correre per avere di più, fare di più e quindi avere l'illusione di essere di più la guardo con terrore, perché non mi appartiene ma al tempo stesso ci vivo immersa.

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    1. È vero, il lavoro è costruzione, ma anche espressione, e questi sono i due motivi per cui mi sveglio ogni mattina feriale.
      A me il mio lavoro piace.
      Però a volte ho l'impressione che il mondo si aspetti da me una smania di avere successo che non mi appartiene affatto. Di contro, io invece ne conosco diverse di persone che hanno scelto di essere padrone del proprio tempo, rinunciando alle vacanze e ai vestiti nuovi...non ho una risposta pronta su qual è il modo di vivere che fa per me, ma certamente la responsabilita di stare bene ce l'ho io.

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  12. Ecco io mi crogiolavo nella mia beata ignoranza e adesso? non dovevo leggerti lo sapevo!
    :D :P

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  13. Un'analisi di quelle che non si vorrebbe leggere mai perché ti obbliga a fare i conti con tutte quelle cose a cui si dice: "ci penserò domani". Grazie eh!
    (però grazie davvero).

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  14. se fossi capace di scrivere bene come te potrei averlo scritto io questo post...per quanto mi hai letto nel pensiero..

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  15. Mi sono ritrovata molto nel tuo post, soprattutto quando dici che non riesci a mettere a fuoco i tuoi obiettivi, che non hai un piano. Io ho avuto un piano per tutta la vita e poi...puff! E ora cerco di capire come crearne uno di riserva. Mi piace molto leggerti, hai un bel blog, piano editoriale o no :) Serena

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  16. Tanti anni fa quando ero piccola il mio papà (ricordo eravamo in bagno,e lui si stava facendo la barba) mi ha chiesto: "qual è la cosa più preziosa del mondo?" E mentre io pensavo ad una risposta sensata, che non mi veniva in mente, mi ha detto "è il tempo".
    È ora che il suo tempo è finito (ė morto 7 giorni fa) anche io penso che davvero la vita mi stia scivolando tra le mani come sabbia e che io non stia facendo abbastanza per sfruttare appieno il tempo che mi ė stato concesso. Ed anche io, come te, penso che mi ritroverò vecchia senza avere fatto neanche la metà delle cose che mi riproponevo di fare. Ma forse è solo un momento di sconforto perchè lui è morto.
    Anni fa era morto rapidamente, per una strana malattia, il papà di un mio amico e anche allora mi ero chiesta che senso ha vivere e morire così. Mi ero data una risposta: tre cose si possono fare per rendersi un poco immortali o per sfruttare al meglio la nostra breve vita mortale. Una è amare, amare molto (un amante, i figli, il nostro lavoro, l'arte... non importa cosa). La seconda è "essere felici" cercando di sfruttare tutto in modo molto egoistico senza perdere un'occasione di godersi la vita. La terza è fare del bene lasciando così una traccia tangibile del nostro passaggio nel ricordo di quelli che abbiamo salvato.
    Di solito quando vedo tutto nero cerco di pensare se sono riuscita a fare almeno una di queste tre cose. in genere me la cavo meglio con la prima.
    Un saluto
    Marianna

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    1. È davvero un bellissimo commento, ti ringrazio.

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  17. finché puoi dire domani la speranza è viva e non farti sangue amaro se non ci sono più tante bandiere rosse in giro che tra il dire ed il fare solo lui, Francesco, si fermava a dividere il suo mantello con chi aveva freddo

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  18. Non mi sono spiegata bene. Non temo la sparizione delle bandiere rosse, ma il loro sventolare senza un buon motivo. Non mi considero comunista (anche se l'ideale politico mi piace molto) e sono una fan di san Francesco ;)

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  19. Mah! E' come la teoria della relatività. Se non hai soldi, del tempo che te ne fai?

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    1. A te non viene in mente nulla che si possa fare senza spendere? Really?

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    2. E vabbè, però a Pollyanna siamo tutti bravi a giocare..sarà perchè ci tocca.. ;)

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    3. Mai guardato pollyanna in vita mia.

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    4. E' un libro per ragazzine, un po' datato a dire il vero, ma che ha tutta una sua filosofia di vita, consolante se vuoi. L'ho letto alle medie dalle suore e mi ha irrimediabilmente segnata... lo cita sempre Claudia De Lillo sui suoi post e infatti io e lei abbiamo più o meno la stessa età. Pollyanna, il mito di una generazione!

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    5. Pollyanna era insopportabile. Peggio di Heidy. Heidy c'era e Pollyanna ci faceva. Insopportabili. Anche quell'altra povera Sarah caduta in miseria che il babbo doveva essere un po' come uno fra i tanti politici seduti sulle poltroncine al governo con le mani in pasta ovunque. E sta povera crista costretta a subire le angherie col sorriso... maddai. E che generazione doveva venir fuori con quei cartoni. Una generazione di servi. Penso. Caxxo.

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    6. Cara @Lady, hai centrato il punto. Perfettamente.

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