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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Tutto merito mio

Quando ho aperto questo blog, i momenti di scoramento erano frequenti. Come sapete mi ero da poco lasciata con il Donatore e al senso di fallimento per aver mandato a puttane (o subìto la scelta di lui di mandare a puttane) qualcosa su cui, stupidamente o no, avevo investito TUTTO, si univano le difficoltà quotidiane: gestire tre bambine piccole, un lavoro a tempo pieno (per fortuna avevo un capo umano che, vista la situazione mi concesse un contratto da dipendente anziché a progetto), una casa e una macchina.

Sciopero silenzioso

Ultimamente sono molto influenzata dal libro che sto leggendo, che è l’autobiografia di Martin Luther King. Una persona sana di mente non può leggere qualcosa del genere senza provare turbamento e ammirazione ed emozione. Poi non è che nella vita siamo tutti chiamati a fare gli eroi, eh: non viviamo nel segregazionismo. O forse sì, forse anche noi siamo chiamati ogni mattina a combattere il male.

Fototessere fatte in casa

Come fare la fototessera per il documento in casa anche se siete dummies sia con la fotocamera che con il fotoritocco Ciao, sono in un momento di sfide, e quando mi sono impuntata che 5 euro a bambina per le fototessere era un furto, ho dovuto intraprendere ben due sfide. La prima: fare delle fototessere in casa che fossero conformi alle leggi vigenti. La seconda: convincere l'impiegato dell'anagrafe ad accettarle. Se siete bravi nella prima fase, la seconda sarà più facile. Io sono stata sin troppo artigianale nella prima, quindi ho dovuto faticare parecchio nella seconda, e alla fine ho mandato il Donatore, il quale è uno tra i migliori commerciali che conosca.

Dire sempre no

Io ci devo avere un problema con il nichilismo. Ce l'ho integrato, certi giorni. Non studio non lavoro non guardo la tv (questa è dei cccp eh). Non mi va mai bene niente. Non accetto mai compromessi. L'ho già detto? L'ho già detto. La storia che non mi va mai bene niente è pesantissima per le persone che mi stanno accanto. M'impunto tantissimo perché una richiesta che ti faccio mi sembra il minimo indispensabile per la mia dignità umana, praticamente questione di vita o di morte, ma se tu accetti io m'indigno, non basta ancora. L'indignazione come fine, tipo.

Apprezzo chi non dice niente

L'altra sera sono uscita con i colleghi, e avviene così di rado, ed è un peccato perché al lavoro non do sempre il meglio di me, dico come persona: do le mie incazzature, sono spesso schiva, difesa, resisto a un sistema che mi dice "per contare qualcosa devi essere una carogna", mentre nella vita non sono proprio così, ecco, so distinguere i fini dai mezzi, sono una che ama i bambini, sono una che piange quando legge il giornale, sono una che beve birra e si mette a pogare e a cantare malissimo e ad abbracciare tutti, sono una che ama stare sola, ma se bussi alla sua porta non ti manda mai via.

Notizie solide come...una casa

La "cronaca" locale che fa solo danni È recentemente assurto agli onori della cronaca il caso di uno studente che, avendo aperto un blog di informazione, si era reso conto che ciò che moltiplicava i like su Facebook e quindi le visite al suo sito e quindi i soldi che guadagnava affittando spazi pubblicitari, erano le notizie di cronaca, meglio se cruente, con gli immigrati come protagonisti. E così, ha iniziato a inventarsi di sana pianta fatti di rumeni rapinatori e marocchini stupratori, per alimentare il business online, esattamente come fanno tutti i magazine e molti blog online: vi propinano ciò che cercate su Google e ciò che volete sentirvi dire (e questo, per carità, spesso è un bene. Tipo la mia vita sarebbe peggiore senza Aranzulla).

Di come ho scoperto di essere allergica e forse asmatica

L'altro giorno mi sono finalmente recata dall'allergologa, dopo che da molti anni paventavo la mia morte imminente, senza naturalmente fare nulla per arrestare il processo.  Prescrizioni di farmaci, visite specialistiche e soprattutto esami del sangue, in buona parte dei casi da me richiesti a quell'anima buona del mio medico, giacciono in qualche angolo oscuro della mia auto, tra documenti notarili di vitale importanza, il tappetino e scontrini del 96 che ancora conservo per ottenere un qualche rimborso spese.

Alla biblioteca di Faenza

Ieri mattina, sono stata in giro per Faenza con le bimbe. Non vado quasi mai, cioè, vado a lavorare e poi sono sempre di fretta, non mi capita più di passeggiare per il centro senza orari oppressivo - depressivi. E così, le cose che mi sembravano scontate, non lo sono più. E così, le cose che mi sembravano scontate, non sono scontate per le bimbe, da quando abbiamo preso casa in collina, venti chilometri più su.