Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2010

UN PO' DI ME

Il bello di me è che sono duttile. Mi potete trovare ovunque. Il brutto di me però, è che sono sempre fuori posto. Lo capite dal mio girarmi furiosamente i capelli sul dito indice. Un paio di domeniche fa mi avreste trovato a una festa in collina "vagamente" fricchettona, piena di cani, bambini, birre e dread, con io troppo poco socievole per buttarmi nella mischia. Qualche sabato fa ci saremmo potuti incontrare in una discoteca rock, con io troppo vecchia per pogare. Venerdì sera ci saremmo incontrate alla festa dell'asilo, con l'occhio vigile sempre in cerca delle pargole, impegnata in pellegrinaggi continui al buffet, che così non avrei dovuto cucinare. A volte mi trovate pure a convegni vari, che devo tenere il minimo sindacale di pubbliche relazioni per lo studio dove lavoro. In quelle occasioni riesumo dalla cantina la camicia di quando facevo la cameriera e mi oriento prevalentemente sui generosi buffet offerti (anche qui). E poi mi trovate dietro al pc

MAMMA CHE RIDERE: UN MIO BILANCIO PERSONALE

Ora non è che vi voglio annoiare con un post semiserio eh! Però mi passa per la testolina che forse qualcuna di voi è curiosa di sapere come è andata a finire la cosa dello spettacolo "Mamma che ridere!", con Teresa Mannino, finanziato dalla Huggies e oggetto di un po' di polemiche (ma soprattutto, a mio avviso, di un alto tasso di moralismo da pollaio. Oh, è un mio parere). C'è da fare una doverosa e forse noiosa premessa. Io vivo nel sistema. Un sistema che non mi piace. Tuttavia ci vivo, e ne sono vittima e artefice. Ora, potremmo parlarne per ore. Potremmo citare Rousseau, parlare di Marx, disquisire sul capitalismo, sullo sviluppo, potremmo persino scomodare le teorie di Amartya Sen. E poi? E poi torneremmo al nostro quotidiano beverone di consumismo, Nokia, Wind, suv e serie televisive americane. Non è per qualunqueggiare, no. E' la triste realtà. Il marketing è l'attività più naturale, scontata e pertanto anche relativamente innocua che può fare una qua

SCOOP: LE BLOGGERS ESISTONO DAVVERO

Nella mia breve vita di blogger ho scoperto una cosa pazzesca: coloro di cui leggo il diario segreto, anche con un po' di sano voyerismo da tempi del Grande Fratello, sono donne vive e vegete, vi giuro. Hanno persino gli occhi, il naso e la bocca. Le ho incontrate a Milano l'altra sera. Poi un'altra volta voglio raccontarvi il mio sbarco a Milano, che è sembrato tratto dal film con Pozzetto "Il cugino di campagna", mancava solo il trattore. Comunque. E' un flash pazzesco incontrare le bloggers, sapete? Ti trovi in un teatro sconosciuto, con un vestito un po' british mai messo prima e un paio di scarpe con tacco 10 valide solo se l'hotel è di fianco al teatro. Genitrice al mio fianco, che la serata e il tour meneghino erano da intendersi come regalo di compleanno anticipato. Ti trovi che per scendere le scale devi startene rigorosamente appesa al corrimano. Ti trovi che c'è il posto "riservato bloggers" e hai l'impressione che tutti si

IL MIO PENSIERO FISSO

Ci sono due cose scontate nella vita. Uno: tutti i cd si graffiano rigorosamente sulle canzoni più belle. Nel cd dei Placebo non si sente Every you, every me; nel cd di Eminem non si sente Stan; nel cd di Patty Pravo non si sente Un'ora fa. Ovvio, sennò non avrei motivi sufficienti per incazzarmi la mattina accendendo l'autoradio. Due: la maggior parte degli uomini sono bruttini. Ora, sono dell'idea che la bellezza in una persona conti poco. Cioè, non mi innamorerei mai di uno bello e idiota. Anche per cause di forza maggiore. Perchè in genere un uomo bello e idiota è consapevole soprattutto della propria bellezza, quindi anche volendo mi scarterebbe. Il mio problema, visto che le anime non hanno sesso nè sogni, non è tanto il fatto che la sciatteria si vede, quanto il fatto che l'intelligenza non si vede. Cioè. Se vedo un uomo con i calzini corti bianchi, non è che mi viene da avvicinarlo sussurrandogli "ma tu lo conosci Kant?". Se incrocio uno con l'asce

PENSAVO DI VENDERMI LE MUTANDE

Bisogna che troviamo un compromesso, che sia sessuale o monetario, sono disposta a tutto. Però bisogna che sloggino. O io o loro. Perchè i pidocchi che infestano la classe delle mie figlie e di conseguenza casa mia, se ne devono andare. Dicono che prediligano il pulito: il capello lavato spesso perde infatti la sua naturale protezione. Dicono anche che chi è pelato è esente. Dicono anche che potendo scelgano alcuni tipi di capello rispetto ad altri: a me pare che piacciano i miei e quelli delle gemelle, meno quelli biondi e secchi di Carolina. C'è da dire che i miei capelli pare esercitino in generale un grande potere attrattivo. Il gatto per esempio, ama mordermi nottetempo il cuoio capelluto. Lo odio. L'ho cacciato dal letto, ma niente, ha imparato ad aprire la porta della camera e a balzare sul letto a soppalco a quasi due metri da terra. Le bambine poi, fino all'altro giorno non potevano addormentarsi se non tenendomi per i capelli. Ho risolto il problema a suon di urli

CONSIDERAZIONI FONDAMENTALI PER COMINCIARE AL MEGLIO UN'ALTRA SETTIMANA

Sta per cominciare un'altra settimana e il sole, il lunedì, spunta puntuale come le tasse, dopo un week end di grigio para-londinese. Mi aspettano un paio di rogne lavorative oggi. Mi deconcentro un attimo scrivendo qualcosa sul week end. Da quando ho scoperto il mommy-blogging mi sono chiesta più volte se il nostro modo anticonformistico di parlare di maternità piacerebbe ai nostri figli. Essere un anti-modello forse soddisfa sottilmente il nostro edonismo, ma io ricordo che a sei anni avrei voluto essere figlia della mia maestra, e non della mamma 26enne che rivendicava il diritto a diverstirsi e ad essere ancora giovane. Eppure. Eppure i miei 27anni non torneranno più. Lo sento l'orologio biologico, sì. Comincio ad essere irrimediabilmente vecchia. Non vecchia per starmene in giro fino alle 4, ma vecchia per alzarmi alle 7 dopo tre ore di sonno. Non vecchia per ordinare un altro Martini, ma vecchia per passare la domenica masticando Maalox contro i postumi della sbornia. Dom

EPPERO' IO STASERA VADO

Come ha giustamente sottolineato Melodia Notturna nei commenti al mio ultimo post, l'essere umano non è mai soddisfatto. E infatti. Io c'ho una malattia genetica fastidiosissima: la propensione al senso di colpa. Dovete sapere che stamattina ho fatto fagotto, come quel bambinetto biondo della pubblicità della Plasmon di qualche anno fa (qualche? dieci? quindici?). Mi immaginavo scosciata e truccata, adolescente ritrovata. Vedevo lì i miei vent'anni e li stavo per agguantare, armata di mascara e tacchi. Bando alle All star, ai jeans diventati troppo larghi, alle occhiaie tatuate sul volto. Mi sono persino dipinta le unghie dei piedi. Perchè l'altro giorno, quando scrivevo quel post, che terminava con io e le bimbe che partivamo per Cuba ma anche no, ecco, io non mi sono limitata a produrre un lamento bloggheggiante e a sfogare la mia frustrazione repressa sul padre delle mie figlie, a volte innocente. No. Ho anche mandato una mail a un'amica dell'università, una

L'ULTIMA SPIAGGIA

Ci pensavo stamattina mentre facevo benzina. Mi piazzo di fronte al distributore, mi appare Valerio, dico "20 euro di diesel", apro il finestrino dietro, le tre si affacciano e gridano in coro: "ciaoooo Valerioooo". Eccheppalle. Svegliarsi alle 6.45 per avere il tempo di far loro due coccole. Vestirle. Un tè per me, succo per le gemelle, latte tiepido per Carolina. Dire tre volte a testa che vadano in bagno, si piazzino sul cesso, utilizzino la cartigienica, si lavino faccia e denti. Caricarle in macchina, aver voglia di sentire Champagne Supernova e invece mettere su Era-uno-sguardo-d'amore-la-spada-è-nel-cuore così le faccio contente. Produci-consuma-crepa. No, non concluderò dicendo che poi vedere il loro sorriso fa passare tutti i malumori. Perchè è vero. Ma non toglie che la routine sia una gran palla. Cioè. Perchè. Come se dovessi leggere tutti i giorni Viaggio al termine della notte, come se dovessi vedere tutte le sere Amici Miei. Come se dovessi fare al

ATTREZZATURA PRET-A-PORTER

Sono sempre stata una sostenitrice convinta della borsetta unisex. Ogni volta che vedo un uomo estrarre dalle tasche dei jeans, nell'ordine, portafoglio, cellulare, monete, chiavi, un pc portatile, mi chiedo sempre come facesse, fino a un minuto prima, a tenere tutto quell'armamentario a stretto contatto con le parti intime. Per contro, certe donne (ehm ehm), abusano del privilegio della borsa al limite della legalità. Perchè voi saprete che, secondo la normativa sulla sicurezza sul lavoro, movimentare manualmente carichi di più di 25 kg, è un rischio per la salute. Da quando sono mamma acquisto solo borse estremamente capienti. L'ultima ad esempio è la versione plasticosa e cinese di una borsa in pelle lucida di tartaruga: economica, ecologica e, a differenza dell'originale, a prova di temporale (visto che viviamo in Inghilterra ne sentivo il bisogno. Ah, dite che la Romagna è in Italia, dove splende sempre il sole?). Il mio bagaglio a mano contiene, in ordine sparso:

L'UOMO DEL 7 30

Questo ve lo devo proprio descrivere. L'altro giorno, esco dall'ufficio e, invece di lanciarmi con la mia station wagon alla volta della circonvallazione, in contemporanea con altri millemila impiegati e operai che, perdendo tutto il loro civismo alle prese con il traffico, pregustano strombazzando la doccia o, nel mio caso, l'assalto dei pargoli, l'altro giorno, io, c'avevo una missione da compiere, ancora meno lusinghiera dei mocci verdi-visitors da pulire: il 7 30, ovvero l'assolvimento dei miei obblighi fiscali. L'entusiasmo manco a dirlo latitava, ma almeno ero in buona compagnia: fisicamente, perchè la sala d'aspetto della Cgil era gremita; emotivamente, perchè in Italia nessuno va a pagare le tasse a cuor leggero. Bene. Mi piazzo in attesa, leggendo la Repubblica con in bilico sul ginocchio accavallato tutta una pila di documenti vari, che cerco ogni anni di spacciare per detraibili/ deducibili ("ma come scusi? l'acquisto di un libro non

COSE CHE SI POSSONO IMPARARE ANCHE IN UN WEEK END FRUSTRANTE E PIOVOSO

Questo week end di quasiprimaveramaancheno mi ha regalato un paio di preziosi moniti che forse approfondirò in seguito. 1) Se dopo cena mi impunto e ordino alle mie figlie di non lavarsi assolutamente i denti, che se li avessero neri e cariati sarebbero più cool, che il trapano del dentista fa un po' male ma la spesa è detraibile, posto che venga fatturata, ecco, loro corrono in bagno piangendo, che i denti cariati non li vogliono mica. 2) Se a una festa di compleanno domenicale, traslocata dal giardino al salotto causa maltempo, osservo distratta lo spot di una nota compagnia telefonica, dove compare nient'altro che il culo di una nota brasiliana, e chiedo a un tipico esemplare di uomo medio se non si senta offeso dal pregiudizio che identifica il marito e padre medio spettatore di trasmissioni sportive, in un porco voglioso di brasiliane, lui mi risponde che no, non si sente offeso. Se pongo la stessa domanda a un secondo e poi a un terzo uomo medio la risposta non cambia. Gl