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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

Rimini: come ci sto

Ciao, è la prima volta che accendo il Mac in questa settimana nella mia nuova casa e lui sta cercando inutilmente il wifi “Bimbe Network”. A parte questo, tutto molto bene. Vorrei dire tante cose e ve le dirò un po’ random, abbiate pazienza. Mi sento anche un po' fragile.

I nostri figli e la musica gratuita

Ora che le bimbe e i loro coetanei diventano ragazzini, stanno cominciando a delinearsi nella mia percezione le caratteristiche di una generazione che i soliti amanti delle etichette chiamano nativi digitali o millennial . Mi sento un po' vecchia a cercare di interpretare e definire le cose che succedono,  invece che esserne parte, buttarmici a capofitto; però se ci pensate è sempre meglio osservare la realtà, l'immaginario condiviso, i sogni e le aspettative di qualche milione di persone, piuttosto che essere vecchi dentro e decidere che noi siamo meglio, che loro sono troppo piccoli per capire qualcosa, che ai nostri tempi... Prendiamo la musica, da sempre simbolo delle epoche, collante tra pari, patrimonio identitario degli adolescenti.

Trasloco: come mi sento

Mi sento che crisi non è la parola esatta. Sono come sdoppiata. Dal lunedì al venerdì ogni mattina vado a Rimini, ogni sera torno a casa. Non ho il tempo per pensare. E soprattutto non ho il tempo per pensare a cose tristi, perché lavoriamo ma ci divertiamo anche. Sono rinata, rispetto a sei mesi fa. Me ne accorgo anche quando andiamo a mangiare al baretto il venerdì, che le prime volte chiedevo sempre una porzione ridotta di tagliatelle, e Franco del bar non ci voleva credere, mi portava la porzione intera e io ne lasciavo lì la metà. Ora non più.

Il Cardellino, Donna Tartt

Il Cardellino me l'ha regalato la Michi un annetto fa ed ero sia curiosa (perché sapete che mi piacciono sempre i Pulitzer) ma anche un po' snob, per via del fatto che pareva l'avessero letto tutti. Sì, lo so lo so che sono antipatica, mi sto sulle scatole da sola quando snobbo gli autori mainstream. Voglio dire. Mina è mainstream, i Queen sono mainstream, il gatto è mainstream, Garcia Marquez è mainstream, eppure. Insomma, ci ho messo mesi prima di aprirlo. Poi mi ha chiamato, e ho divorato 900 pagine in una ventina di giorni. E, vi assicuro, non era affatto mainstream.