L'estate scorsa, sul volo di rientro dalla Scozia, finivo questo libro islandese, si chiamava La vita degli animali, mi perdonerete se non riesco a pronunciare il nome della scrittrice. No, va', lo cerco e lo copincollo: Ólafsdóttir, Auður Ava. Ecco qua. Dicevo. A un certo punto parlava del fatto che esiste una parola islandese specifica per indicare i grandi compleanni : i dieci, i venti, i trenta e così via. Bene, io tra due mesi compio quarant'anni. Dev'essere un grande compleanno , immagino. Se penso alla mia vita vedo una serie di eventi traumatici di cui avrei fatto volentieri a meno e, in questi ultimi, difficilissimi, tre anni, mi sono chiesta tante volte se ne è valsa la pena, se vale la pena vivere così. Ma poi, guardando alla mia vita in termini di direzione e non tanto di fatti accaduti, non mi sembra poi così male. Sì, lo so che sono cervellotica, che esagero coi metapensieri, e mi sono detta più volte che sarei più felice se imparassi a semplificare, i
L’altro giorno parlavo con L. a proposito di quando sei single e ti ritrovi sempre in mezze relazioni che sono veri e propri vicoli ciechi. A me è capitato molte volte: da quando mi sono separata dal padre delle mie figlie, ogni relazione è stata un fallimento annunciato, finché non ho incontrato L., e quindi è un tema che ho avuto modo di analizzare per molti anni. Ognuno mi diceva la sua: sei tu che in fondo non vuoi, sono i figli, vai sempre a cercarti quelli sbagliati. E poi c’erano il mio vissuto, la mia scarsa autostima e un trauma da abbandono che aveva bollito sottotraccia sin da quando avevo perso mio padre a otto anni, per poi esplodere durante una relazione dalla morte annunciata. Tra tutte le cose che mi hanno detto, tutte vere, tutte false, tutte parziali e tutte inutili, una solo era condivisibile: la relazione giusta sarà quella dove penserai che quella fortunata, tra i due, sei tu. Oggi è così. Io nelle Highlands scozzesi Ultimamente penso spesso che siamo tutti fi