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Non morirò per questo

Leggo sui social tante persone che parlano di questo famoso settembre, in cui le vacanze sono terminate e si torna alla solita vita lontana dai bisogni veri e desideri. E questo per loro sarebbe ok. Sarebbe auspicabile.

Forse il problema sta in quella prima parola che ho scritto: leggo. Leggere gli altri anziché parlare, il problema in fondo è quello. Le persone vere mediamente non sono felici di tornare dalle vacanze. Ma magari sui social se lo raccontano. Ad esempio ultimamente mi è capitato di conversare con diverse persone che mi hanno raccontato di aver vissuto malissimo il lockdown. Che non dormivano la notte per via della cassa integrazione, che non sapevano come avrebbero fatto a pagare l'affitto. Che hanno visto i figli pagare gravi conseguenze psicologiche, che ancora non sono passate del tutto. E allora, mi chiedo, se stavate tutti come me, perché cazzo dicevate "Andrà tutto bene"? Perché vi prendevate per il culo? Perché continuiamo a prenderci per il culo sui social?

Foto: posto felice, il lago di Martignano.

Al netto della possibile finzione, io comunque ci credo che ci siano davvero persone che si sono create (o hanno ricevuto in omaggio dal destino) una vita ordinata: ci sono perché le vedo, e sento un senso di estraneità che da un lato mi addolora un po',dall'altro mi dona quella serenità estetica che continuo a cercare ovunque. 

Le persone con la vita ordinata in genere sono vestite in maniera ordinata. Hanno agende e cancelleria. Auto che io non posso permettermi, che profumano di nuovo, forse. Forse hanno case ordinate. Non c'è niente che mi rende più serena del passeggiare vicino alle case, magari all'ora di cena, e immaginarvi le persone dentro. Le tavole apparecchiate con i piatti tutti uguali, la tv accesa, cani e gatti con lettiere pulite, faretti con luce calda. Parure di lenzuoli. Mi appaga, pensare che ci sono altre persone che hanno vite ordinate. 

Ma mi ricorda che io non trovo conforto nella routine, né nell'adoperarmi per avere un aspetto ordinato, né negli oggetti nuovi che tuttavia conferirebbero un aspetto ordinato alla mia casa. Sembro incapace di utilizzare lenzuoli coordinati o calzini uguali. Questo mi ferisce, perché avrei bisogno di qualche punto fermo, esteticamente armonico. Tipo la famiglia ordinata che il destino non ha voluto per me né io ho formato, sfidando il destino.

Gli altri fanno progetti per settembre, sul mio screensaver c'è una foto di Steve Mc Curry con questo indiano con l'acqua fino al collo - un alluvione credo - che porta in salvo la sua macchina da cucire, sorridendo. 

Ogni mattina accendo il pc e mi ricordo che io non sono mai stata capace di creare ordine attorno a me - ci ho provato e riprovato, ma poi ho sempre dovuto constatare che il casino non mi abbandona mai, mi insegue - ma ho le mie braccia per nuotare fuori dal fango, e la mia forza lavoro per provare a vivere con dignità: tutto il resto sarebbe bello, ma non c'è, e non morirò per questo.

Commenti

  1. Ti leggo e trovo descritto quello che sento. Io non so spiegare il mio dentro, ma lo trovo nelle tue parole ed è un sollievo . Come togliersi un peso soffocante, non sentirmi sola in questa sensazione. Da sempre ti seguo in silenzio e ti sento vicina, le tue parole, le esperienze che racconti sono preziose. Mi fai pensare alle parole di Rupi Kaur: non è il sangue a fare di te mia sorella ma il modo in cui comprendi il mio cuore come se lo portassi nel tuo corpo

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    1. Mi associo al commento qui sopra. E anche io vorrei arrivare un giorno a coordinare le lenzuola, ma tutto sommato la gente viene a cercarmi soprattutto perché sorrido nell'alluvione, non certo perché ho i piatti e i bicchieri coordinati sul tavolo. Castagna

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    2. Passo di rado per cui mi scordo della moderazione commenti. Ho scritto una cosa, poi è sparita. Se per caso non risulta come anonima, non pubblicarla... grazie, Castagna

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  2. Ho detto la stessa cosa alla mia psicologa: "gli altri mi sembrano tutti in pace, ordinati, mentre io sono un caos". Ha risposto alzando il sopracciglio all'idea di una vita "ordinata, in pace", che poi, a voler scendere nei dettagli, sembra solo una bella facciata.

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  3. A volte l'ordine lo si prova a cercare solo per non annegare, io ad esempio sono un misto do ordine e caos, di routine e piani saltati, a volte sto bene altre credo di morire

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    1. Sì, sì, lo so, spero di non aver fatto comprendere che biasimo chi è ordinato <3

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  4. Immagino che ti possa dare serenità il pensare a vite così ordinate; temo comunque che non esistano o sicuramente non dipendono dalle macchine che possono comprarsi. Magari stanno meglio di te, di noi, magari è perché hanno avuto più possibilità, certo, ma non credo sia un assioma che vale sempre. Io, ad esempio, che mi considero una persona molto fortunata, non riesco ad avere una routine rassicurante (e pensare che la insegno pure) che mi preservi dai continui scazzi con i figli, dalle tensioni al lavoro, eccetera eccetera eccetera

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    1. Credo che le uniche persone che, sulla terra, non debbano gestire gli scazzi con i figli, il dolore degli amici, le malattie degli anziani e tutto ciò che è doloroso, siano le persone sole.

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  5. Io lo cerco in continuo l'ordine, sempre a settembre. Settembre mi fa paura e cerco di esorcizzarlo ma non ci riesco, ricorsa come sempre dal caos.
    alem

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    1. Io a volte ottengo l'ordine potando persone dalla mia vita o scappando da situazioni che non so gestire. Non molto funzionale, ma tant'è.

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  6. Molto spesso l'ordine di facciata nasconde un gran caos dietro..un po' come quelle che sembrano tutte "famiglie del Mulino Bianco" e poi dietro la realtà è ben diversa. Io ho smesso da tempo di confrontare il mio vivere con quello degli altri, soprattutto perchè io vivo una vita VERA, fatta di difficoltà, di momenti neri ma anche di piacevoli attimi a parlare di noi con mia figlia, l'unica persona con cui condivido una casa super ordinata è vero (soffro di un doc ma questa è un'altra storia), ma dove trova sempre spazio il caos delle sue amiche arrivate all'ultimo e per cui un piatto si inventa sempre, del ragazzo suo che si piazza da me per una settimana perchè "qui si sta troppo bene" ...ecco, in quei momenti non cambierei nulla della mia vita ordinata ma caotica, faticosa ma bellissima. E anche il mio ordine maniacale imposto da quello che soffro lascia lo spazio ad un bellissimo caos fatto di una tavola non più apparecchiata solo per due o di camere stile "accampamento estivo" ma dove si respira la vita, quella vera.

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    1. Certo, certo, io non parlavo di ordine fisico, ma proprio regolarità della propria vita. Ordine nel senso che si sa, a grandi linee, chi dormirà a casa; si può contare gli uni sugli altri; ordine nel senso che non ti ritrovi mai a guardarti allo specchio e vederti con le scarpe rotte o i jeans rotti; ordine nel senso che è tutto ok. Qui da me non è mai tutto ok, questo volevo dire. Credo che per te l'ordine e il disordine abbiano un significato molto diverso da quello che hanno per me, ma mi rendo conto che in questo post ho omesso molte cose che avrebbero spiegato meglio il mio sentire. Non importa, sarà per la prossima volta :)
      Un abbraccio.

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  7. Io ho vissuto malissimo il lockdown. L'ho detto, ridetto, urlato, scritto. Ho sfanculato urlando dalla finestra degli anonimi che ogni sera alle 18 mettevano su l'inno nazionale. Ho pianto, straparlato, invocato lampi e fulmini su politici, medici, giornalisti... E sono state poche le persone che mi hanno detto "mi sento come te". I più mi guardavano come se fossi pazza o con commiserazione. Non so. Forse per tanti è più facile dirsi che andava davvero tutto bene. Che era per il nostro bene. Che è segno di stocismo rispettare tutte le regole per quanto assurde. Io sono stata malissimo. E se ci ripenso mi viene la nausea.

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    1. Certo, ovvio, se in quel momento ti lasciavi andare impazzivi, è normale che molti cercassero di farsela stare bene per preservare un minimo di equilibrio mentale. Il punto è però che se non lo avessimo accettato, se avessimo detto la verità e avuto coraggio, probabilmente non sarebbe successo. Almeno credo.

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  8. Grazie del bel post in cui mi riconosco in buona parte
    Penso che non esista una sola idea di "ordine", ma che ciascuno di noi ne abbia una propria. Alla quale magari arriva dopo un necessario percorso attraverso il "disordine". O magari non si arriva mai. Provarci, però, non è mai fatica sprecata.
    Un saluto,

    EM

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  9. Che bello il lago di Martignano

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    1. ogni disordine porta ad un nuovo ordine che sarà il disordine per l'ordine successivo :)

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  10. Poi leggo i commenti che sono certa mi regaleranno degli ottimi spunti di riflessione.
    Io sono di una di quelle che ha una vita ordinata. Per dire: oggi è il nostro decimo anniversario di matrimonio che unito ai 12 di convivenza prima porta il totale ad un ragguardevole 22 con la stessa persona. Metà della mia vita praticamente.
    Ho un lavoro stabile, una casa, due cani, due macchine di una allestita proprio per i cani. Sono una privilegiata senza dubbio, però credo anche che ci sia stato e ci sia tanto lavoro per arrivarci.
    Dopodiché la mia vita ordinata, i miei pensieri ordinati, non hanno niente a che fare con parure di lenzuola (ed infatti pesco rigorosamente a caso dal mucchio), con organizzazione domestica (Qui cuciniamo ciascuno per sé e mangiamo il più delle volte senza tovaglia), mi vesto con le prime cose che mi capitano a tiro.
    Non sembro una con la vita ordinata per come te la immagini tu.
    Tutto 'sto pappone per dire che in fondo è questione di stati d'animo no? Di desiderare una soluzione o l'altra.

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    1. Cara, se ho lasciato trapelare che ce l'ho con le persone che hanno la vita ordinata, allora ho comunicato male.
      Io volevo dire che in questo momento non trovo ordine nella mia vita, né nell'estetica né nel senso, e mi capita di guardare l'ordine di altre persone e di sentirmi rassicurata e appagata per loro, però poi mi chiedo anche "com'è che io non ce la faccio ad avere quella cosa lì?".
      Senza invidia, senza cattiveria, senza la presunzione che se tu ce l'hai sei una privilegiata.
      Che poi la vita è questione di privilegio ma anche di scelte: per arrivare fin qui tu avrai fatto le tue, io ho fatto le mie :)

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  11. La vita ordinata non ce l'ha nessuno. Magari per piccoli istanti può succedere, ma tutto è effimero...Se qualcun* pensa di averlo è illus*. Sarebbe bello, però, c***

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