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La vita e la felicità

Allora ultimamente ho letto qualcosa sui filosofi greci, due testi di Platone (Apologia di Socrate, Critone) e un piccolo, prezioso saggio sulla contemporaneità del pensiero dei greci (si chiama Con gli occhi dei Greci, M. Bonazzi).

Non ne sapevo molto, al liceo tendevo a non fare un cazzo.


Ma quando, due anni fa, per puro caso ho letto Memorie di Adriano di Yourcenar, e anche Iliade e Odissea ed Eneide, mi sono accorta di quanto mi fossi persa durante la mia adolescenza poco studiosa. Ma no, non è vero, in fondo è andata bene così, avevo un fidanzatino che per me era praticamente una famiglia e in più non ho il rimpianto di non essere andata in discoteca.
Non era il momento giusto, per la filosofia, e devo dire a mia discolpa che per quanto il mio prof non fosse male, trasmettere dei concetti così alti, a volte persino astrusi, senza mai considerare di introdurre gli studenti alla pratica della filosofia, lascia il tempo che trova.
È per questo che avevo comprato Etica per un figlio, di Savater, perché è un'introduzione al pensiero filosofico che speravo di leggere con le bimbe prima che andassero al liceo, ma al liceo sono già iscritte e non vogliono più leggere con me, a parte Carolina.
Oh comunque adesso facciamo altre cose assieme, guardiamo le serie, facciamo i dibattiti, il karaoke a casa, addirittura Lucia sta provando a coinvolgermi nell’attivismo ambientalista dei Friday For Future. L'altro giorno mi ha detto che sono la sua migliore amica ma forse mi prendeva per il culo.

Dicevo, i greci.
Perdonatemi se scrivo cose non esatte, magari senza averle neanche capite bene. Non amo chi scrive senza competenza, e quindi non starò qui a dire "Aristotele disse" ma "Ho sentito questo".

Mi sono rimasti in testa due pensieri preziosi, che tengo stretti in un momento con un po’ di soddisfazioni ma nessuna certezza e, al solito, nessuno che davvero mi accompagni per mano, lungo la mia strada.

Il primo dono che ho ricevuto è che tutto scorre e che la proprietà di questo fiume in cui siamo immersi è proprio il movimento. Se non scorresse non sarebbe un fiume, fermarlo sarebbe come rinunciare a lui per avere un lago, che però non sarebbe la stessa cosa, non sarebbe la vita. Non è facile fare i conti con questo concetto, perché nella vita ho subito tante perdite e l'istinto mi dice di aggrapparmi a quell'acqua che scorre via, di provare a fermarla e a tenerla dentro di me, finché non mi fa scoppiare e mi uccide. Invece quando penso all'immagine del fiume fresco di collina che scorre sereno, imperterrito, sto meglio, e visualizzo l'impossibilità e l'inutilità di contenerlo. E sono un pesce, in mezzo ad altri pesci. Come gli altri.

Il secondo dono che ho ricevuto è una rivelazione sul motivo per cui, per fare un esempio, quando qualche giorno fa parlavo con un amico delle persone che lasciano tutto per viaggiare, provavo un po’ di disagio che non sapevo definire, e mi veniva solo da dire: "sì è una figata, ma quella persona non sono io, non so come dire, forse sono solo poco coraggiosa, forse addirittura invidiosa?".
E un sacco di volte, un sacco, desidero con tutto il cuore di essere una ragazza carina, con un ragazzo per mano e desidero fottutamente comprarmi dei vestiti e provare piacere per questo, e sogno tantissimo di struccarmi prima di andare a letto e di truccarmi la mattina prima di uscire, e desidero anche tanto divertirmi quando passano musica latina e saper ballare. Se potessi esprimere un desiderio, vorrei per un'ora del cazzo sopportare la musica latina e avere un ragazzo accanto che mi tratti bene e che mi dica "Ti amo". Ma non sono niente di tutto questo.
Poi ho letto questo pensiero, che la felicità è quando riesci a compiere la tua missione, a portare a termine la tua opera. È essere dio, per come lo puoi essere tu, stronzo d'un umano.
E io, quando leggo e penso e quando scrivo e creo e sì, anche quando riesco a astrarre il lavoro che ho fatto con le mie figlie dal rumore, dalle pretese e dal senso di overload, ecco, è lì che so che è tutto meravigliosamente giusto e schifosamente perfetto. E non lo sarebbe di più, se fossi lontana da qui o se me la stessi spassando con un coktail in mano, dimenando il culo.

Non è affatto rassicurante. La propria missione potrebbe essere una gabbia, ma una gabbia che ci regala pochissimi e preziossimi momenti di gioia assoluta.


Commenti

  1. Molto bello, soprattutto il pensiero sul tutto scorre. Al liceo pure io odiavo la filosofia: con una media dell'8 in tutte le materie, filosofia era l'unica in cui strappavo un 7 a fine anno, con la media reale del 6 virgola qualcosa. Ma so che era mancanza di "feeling" con il professore. Infatti con quello di religione mi appassionavo alla filosofia che ci spiegava, seduto sulla cattedra, saltando da S. Ambrogio a Nietsche e tenendoci tutte (liceo linguistico, tutte donne) mute e rapite dalle sue parole.
    Ti capisco... certe cose che si studiano sui banchi si capiscono meglio 5 o 10 anni dopo, almeno.

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    1. Ma un Nietzche come diavolo può essere capito a 15, 16 anni? Io ho provato pure a leggermelo da sola all'università ma assomigliava tanto a un delirio, ho abbandonato a pagina 10 dell'Anticristo :)

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  2. Ma dacci qualche informazione sulla statua in foto.....

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    1. Pardon, non ho scritto la didascalia. Ho fatto la foto a Palazzo Massimo, un museo eccezionale vicino a Roma Termini. Credo sia una tra le maggiori collezioni esistenti di manufatti dell'antica Roma, ci sono tantissime statue, decorazioni, gioielli, affreschi di case patrizie, mosaici, copie di statue greche di epoca romana...Quella è una statua in bronzo e si chiama "Pugilatore a riposo", forse uno tra i pezzi più belli della collezione.

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  3. Mi hai fatto venire voglia di leggere qualcosa sulla filosofia....materia per me ignota ...a parte i sofisti che mi ha fatto conoscere mio figlio ....
    Scrivi sempre molto bene....
    Un abbraccio
    Enrica

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    1. Io purtroppo non ho gli strumenti per darti consigli, perché ho studiato soprattutto filosofia politica all'uni ma non si tratta di letture piacevoli e scorrevoli, in genere :). Però il testo che citavo sopra (Etica per un figlio) è un introduzione al pensiero filosofico molto interessante sia per chi è digiuno, sia per chi non sentiva nominare i greci da quindici - vent'anni, come me :). Te lo consiglio.

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