Passa ai contenuti principali

Non più bambine: cronache dall'adolescenza

So che mi prenderete per il culo, ma io credo un casino ai sogni e alle vibrazioni.
Stanotte per esempio ho sognato di aver chiuso in uno sgabuzzino, dimenticandomela, la mia figlia più dolce, che ho sempre adorato, e che però, con l'adolescenza, diventa sempre più introversa, a volte talmudica, e che, naturalmente, mi manca da morire.


Camilla è sempre stata il mio lato creativo e timido portato all’ennesima potenza, ha sempre avuto una dignità pazzesca e aspettative altissime, ha sempre vissuto in un mondo piccolissimo ed equilibratissimo, in cui pochi avevano il libero accesso, ma almeno tra quei pochi c’ero anche io. C'ero soprattutto io.
Poi pian piano la sua dignità è diventata la corazza di un istrice perennemente offeso, e il suo equilibrio, la sua simmetria, la sua precisione di bambina, si sono trasformate in un perfezionismo specialmente estetico, quasi maniacale, che la rende sempre insoddisfatta, specie di se stessa e di quello che fa, che la fa smettere di cantare, che le fa strappare i suoi meravigliosi scritti e i suoi bellissimi disegni, che non la fa uscire di casa se le sue ciglia non sono perfettamente piegate.
Quando le dico che non mi vuole più bene si arrabbia; certo, non vuole più le coccole, le smancerie e gli unicorni, ma si vede che la urta o per lo meno che la inquieta il dubbio che ci siamo allontanate.
L’altro giorno a una mia predica ha risposto “vaffanculo” e per me è stato come uno schiaffo in faccia. Se me l'avesse detto una delle sue sorelle mi sarei semplicemente incazzata. Se sapesse che ve lo sto dicendo si arrabbierebbe, però siccome non mi ha chiesto scusa, forse ho il diritto di sentirmi ancora ferita, anche pubblicamente. Inutile chiedersi da chi abbia imparato il turpiloquio e inutile anche il pentimento postumo per un lessico familiare decisamente sbottonato, da sempre.
Con tre figlie che sono diventate adolescenti tutte assieme, delle volte mi sento molto sola. Non sono più tanto sicura che il mio obiettivo sia ancora nutrirle e proteggerle, sto perdendo un po’ il focus della mia vita. Sta cambiando qualcosa anche nella mia matrescenza. Credevo di essere diventata una brava mamma, ora devo rimettermi in gioco, sono cambiate le carte in tavola proprio mentre la tensione mi stava lasciando.
E quando incontro la loro freddezza, e quando inciampo sul mancato appoggio, mi chiedo perché e per chi lo faccio. Dico dico i sacrifici, dico il lavoro sodo, dico i rospi ingoiati, dico il mettere sempre da parte i sogni.

Devo dire però che per buona parte del tempo siamo ancora molto unite, anzi, adesso a volte facciamo delle cose insieme, non sono più io il capogruppo, la guida turistica, il leader maximo, il cane da pastore, ruoli che peraltro non mi si sono mai addetti, perché odio comandare, odio trascinare.
Quando perdiamo il contatto emotivo, per esempio quando litighiamo, me ne accorgo che non sono più disposte a perdonarmi e ad amarmi per come sono, e che certe parole che io dico loro o che loro dicono a me sono un colpo di machete sulla base di un albero, proprio come succede nei rapporti tra adulti: l’amore incondizionato viene un po’ meno e a volte comincio ad annusare il pensiero che se loro sono la famiglia che ho scelto e per cui ho lottato, io sono solo la famiglia che si sono ritrovate. Essere da sola da questa parte della barricata, la sola, in famiglia, che deve qualcosa a qualcuno, è persino più difficile che essere la mamma ventiduenne di tre neonate.
Sarà un caso, ma ultimamente, quando osservo un neonato, mi coglie la malinconia per non essermi goduta le mie bimbe, a suo tempo. Proprio ora che è lapalissiano che indietro non si torna, che quello che è fatto è fatto, e in più, basta mollare poco poco per distruggerlo. Proprio ora, a volte, mi sorprendo a pensare che forse, forse sono ancora in tempo.

Però vedete, nel sogno, Camilla è riuscita a comunicarmi qualcosa senza dirmelo a parole, e io, prometto, l'ascolterò e cercherò di ricordarmi dell'angoscia di stanotte, quando mi sono svegliata dopo aver sognato mia figlia costretta, per colpa mia, in uno stretto sgabuzzino: l'involucro di una bambina dolce e piccola in cui spesso vorrei relegarla, e non la donnina intelligente e già complessa che è.
Prometto che cercherò di fare meglio, anche se non è facile per un cazzo.

Commenti

  1. Io credo che il sogno sia una maniera per chiarirsi un po' le idee e comunicare con noi stessi.
    Soprattutto le persone molto sensitive come te riescono forse attraverso immagine onirica a materializzare certe sensazioni cheche durante il giorno ci turbano.
    In quanto genitori capita spesso di sentirsi soli , incompresi, dalla parte sbagliata della barricata, perché anche se per loro siamo "i grandi" molto spesso non ci sentiamo realmente dei leader.
    Forse con l'adolescenza tutto ciò deflagra in maniera più violenta.
    Per loro è lo sforzo enorme di affrancarsi da noi, dalla dipendenza dai genitori, dall'essere una nostra pagina.
    Iniziano essere un diverso romanzo.
    Leggendoti mi è venuta in mente la mia ostilità adolescenziale nei confronti di mia madre, certi episodi di grande crudeltà Se vogliamo,

    RispondiElimina
    Risposte
    1. (Scusa mi è partita la pubblicazione, e non ho fatto in tempo nemmeno rivedere i diversi refusi).
      Dicevo che non avendo ancora figlie adolescenti, riesco a comprendere solo in parte la tua fatica soprattutto emotiva di gestire questo distacco così violento, la contestazione sempre e comunque, l'assoluta mancanza di misericordia nel nel giudicare i nostri sbagli o semplicemente nel giudicare noi.
      Perché finora L'ho vissuta soltanto dalla parte di chi contesta, giudica e e fa di tutto per provocare e ferire, per provocare ferendo. Posso solo dire che deve essere una fase necessaria, e che poi, comunque, passa. Pasta per tutti. Ci passiamo tutti.
      Comunque, anche se magari adesso ti sembra di no, il lavoro fatto finora non va perduto. Il rapporto costruito finora ha gettato le fondamenta per il rapporto futuro che costruirete come adulte.
      Mi hai fatto emozionare.
      Un grande abbraccio!

      Elimina
    2. Cosa intendi per "forse sei ancora in tempo?"Un abbraccio.

      Elimina
    3. Intendo dire che a volte penso che forse sarebbe bello fare un altro figlio, ma tranquilli, lo penso solo, come penso che vorrei mollare tutto e andare a vivere a Buenos Aires. :)

      Elimina
    4. Alle volte lo penso anch'io.Poi rinsavisco ;)

      Elimina
  2. Quanto amore si legge da queste parole! Mi piace molto il modo in cui riesci a osservare, analizzare e descrivere bene le tue figlie. Quando da adulte leggeranno queste righe, ti ringrazieranno per aver messo nero su bianco i tuoi sentimenti che provi per loro.
    Elena

    RispondiElimina

Posta un commento

attenzione: i commenti ai post più vecchi di 14 gg vengono moderati! A causa del troppo spam ho disattivato le notifiche via email per i commenti in attesa...ma prima o poi li modero.