Passa ai contenuti principali

Una tigre

La cosa più strana dell'aver cambiato città, è che quando torno a casa da un viaggio e prendo l'uscita Rimini sud invece che Faenza, la mia testa mi dice, "dai, non fare la scema, le vacanze sono finite, si torna a casa".
È stato ancora più evidente questa volta, che ho fatto due viaggi consecutivi, e ho lasciato una Rimini post Ferragosto, che è come una graticola che è appena stata messa a raffreddare, e trovo una Rimini autunnale che niente, è un po' malinconica. Non che non la ami anche così eh, perché l'estate va da maggio a settembre, e credetemi, ma dare il massimo in termini energetici per così tanti mesi, è duro, e il mio organismo a un certo punto sente il bisogno di chiudersi, di andare a letto prima, di leggere, di crescere, di contemplare e sì, anche di trovare parcheggio, e di non svegliarmi di notte per via della clientela selezionata dell'hotel attaccato a casa.
Torno a casa e la trovo sempre bianca, sempre abbastanza mia, anche se, prevedibilmente, mia madre ha aumentato i soprammobili brutti che farò sparire non appena se ne va.
Torno a casa e sul mio letto non c'è ancora la coperta.
Torno a casa e anche Carolina ha iniziato le medie, tutte e tre sono una specie di super potenza, a scuola.
Torno a casa e nell'aria c'è quella bella sorellanza, e quel bel calore famigliare, e mia madre che cucina i passatelli in brodo e mi dice "Mi farai pentire di averlo detto ma ci sei mancata", e mi sento bene, e credo che un po', se c'è questo calore, è anche merito mio. Quando facevo io le medie, non sapevo che mia madre era una donna eccezionale, lei lavorava sempre, comunicava poco, non mi abbracciava mai, probabilmente neanche mi accettava per come ero, e la nostra casa era un luogo inospitale dove tornare dopo le uscite con le amiche.

Un giorno vi voglio raccontare di questa vacanza a Stoccolma con le bimbe e poi di questo mio viaggio su e giù per l'Argentina, e vi voglio soprattutto raccontare delle persone con cui ho passato gli ultimi 23 giorni, e di quanto mi sono sentita me stessa dal 31 agosto a domani, che ricomincia la mia routine soffocante.

Foto di @ubergiorge

Ogni viaggio mi suggerisce qualcosa, è come un semino che prima o poi germoglia.
Oggi torno con un'idea se volete un po' sfuocata e confusa, ma riassumibile nel desiderio di prendermi cura di me stessa prima di tutto. Di difendermi senza chiudermi, invece che chiudermi o scappare senza difendermi. Di volermi bene.
Un po' come faccio con le bambine. Mica le tengo in una campana di vetro, no. Fanno praticamente tutto quello che vogliono. Si arrangiano nella maggior parte dei casi. Ma al segnale di pericolo, io sono una tigre.
Merito anche io che qualcuno si prenda cura di me, una tigre.
L'ho cercata, l'ho chiamata, l'ho implorata, ho pianto, mi sono disperata, ed è sempre stata lì.

Commenti

  1. Ricorda, la miglior tigre per te stessa sei tu! E anche da qui, da lontano, noi ti vogliamo bene e siamo pronte a fare rooooaaaaarrrrrrrr!

    RispondiElimina
  2. Noi sai quanto mi senta anch'io così...mi sono sempre sentita una tigre che lotta e difende chi ama...vorrei anch'io una tigre che mi difendesse in quel modo un po' animalesco e senz'altro passionale...(nell'oroscopo cinese sono tigre) ;-)

    RispondiElimina
  3. I viaggi riescono sempre a essere rigeneranti. A spazzare via un po' della nebbia nella quale la nostra mente si avvolge nel corso dei giorni che passano tra ansie e paure. Custodisci questo sentimento che oggi a Rimini c'è un bel sole.

    RispondiElimina
  4. Leggo te e mi ci ritrovo un po'....ma soprattutto sei una carica di cose belle che solo leggerti mi fa sentire bene!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Really? Invece ultimamente mi sono sentita un po' in loop.

      Elimina

Posta un commento

attenzione: i commenti ai post più vecchi di 14 gg vengono moderati! A causa del troppo spam ho disattivato le notifiche via email per i commenti in attesa...ma prima o poi li modero.