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Smartphone: a che età?

Anche Carolina ha chiuso dietro di sé il portone delle elementari e io so perfettamente che a settembre, insieme alle medie, comincerà il periodo dello smartphone (che in realtà è già cominciato perché usa quello delle sorelle appena mi giro, ma guardiamo in faccia la realtà: io non sono il vigile urbano di casa, semplicemente cedo).
Essendo però il secondo giro, ora so cosa aspettarmi.


Funziona esattamente come quando eri incinta e progettavi di essere la madre ideale, mentre biasimavi le altre: "A me non capiterà mai". Finché i figli sono alle elementari, i piani di uso dell'internet nella testa del genitore sono chiarissimi, specie poi se, come me, i genitori sono buoni conoscitori e utenti attivi dei social e abbastanza giovani da non ricordare del tutto com'era la vita senza cellulare. Ma poi, gli ideali crollano miseramente di fronte alla dura realtà: i nostri figli non usano lo smartphone, i social, i like, whatsapp come noi, perché loro sono nativi digitali e non immigrati digitali, e perché sono preadolescenti o adolescenti mentre noi no, siamo adulti anche se non sembra.
Sapete, sono mesi che leggo saggi e articoli, osservo, studio. Mi scarico i social network dei ragazzini e lurko (osservo senza interagire). Seguo i loro idoli, mi faccio seguire dalle pubblicità a loro rivolte. E sono giunta alla conclusione che se mi fossi affidata alla mia esperienza professionale e personale, non avrei capito niente. È come se fossero nello stesso cinema, ma in un'altra sala. Uscite, vi incontrate, e avete fatto un'esperienza analoga: siete stati su una poltrona al buio, avete ascoltato lo stesso dolby surround e forse avete mangiato patatine della stessa marca. Ma avete guardato un altro film, e se non ve lo raccontate a vicenda, nel tragitto verso casa, avrete ben poco da condividere.
Vi basta fare il confronto tra voi e vostra madre su Facebook: ecco, per i vostri figli adolescenti, voi che vi aggirate sicuri per la rete, siete come per voi è vostra madre su Facebook.  Non so la vostra, ma la mia legge la bacheca, ed è convinta che i post dei suoi amici siano rivolti a lei nello specifico; condivide gli articoli del Lercio pensando siano veri, litiga con i suoi fratelli nei commenti.
Tornando a noi.
Se anche i vostri ragazzi hanno appena lasciato le elementari, avete tutta l'estate davanti per prepararvi al primo smartphone.
Già, perché anche se proverete a ritardare (le mie gem per esempio hanno avuto il telefono a Natale), non solo sarete vere e proprie mosche bianche (e sticazzi, direte voi), ma sarete sottoposti a un sacco di pressioni di tutti i tipi (e sticazzi, direte voi), non ultima la pressione dei vostri stessi figli, per rendersi un pochino autonomi (e questo significa che voi potete dire addio al wozzup delle mamme, ora lo dite ancora sticazzi?).
Insomma, con questo post NON voglio dirvi che l'età giusta per lo smartphone è la prima media, ma che è molto probabile che acquistiate uno smartphone ai vostri figli entro la fine della prima media.
Non è questa la sede per parlare di pericoli da prevedere e accorgimenti da adottare. Vorrei solo darvi qualche spunto che prende in considerazione il non banale tema dell'età.



"Questa grande convinzione che un mi piace può aiutare mi fa volare, mi fa volare"

1) Qualunque marketing di tecnologia, gaming, servizi online eccetera eccetera, strizza l'occhio ai BAMBINI. Non solo ai preadolescenti, non solo agli adolescenti, ma proprio ai bambini. Se i vostri figli stanno per andare alle medie e ancora non posseggono un cellulare, probabilmente la pubblicità li sta tartassando da anni affinché vi convincano a ottenerlo. Alzi la mano chi non si è mai ritrovato tra le mani un finto smartphone mordibile per il neonato o qualcosa di simile.
2) Nonostante siano target del marketing della tecnologia sin da neonati, in prima media NON hanno l'età per avere account personali sui principali social. Un po' come quando io in prima media mi presentai baldanzosa in biblioteca e mi dissero: per stare qui devi avere almeno 15 anni, torna a leggere gli Istrici Salani alla sala ragazzi. E siccome gli Istrici li avevo già letti tutti, tornai alla biblioteca dei grandi con mamma, e lei fece la tessera che io utilizzai per i quattro anni successivi. 
WhatsApp si può avere dopo i 13 anni, così come Instagram, così come Gmail. Questo dicono i termini di servizio (non la normativa, attenzione: la normativa italiana, per quel poco che so, ignora questo tema).
Sì, parlo di app che spesso sono di default nello smartphone e manco le devono scaricare.
Sì, parlo proprio dell'account Gmail che gli smartphone Android ti chiedono al primo accesso.
Quello che si suppone che dovreste fare è aprire un vostro account che utilizzerà il ragazzo, sotto la vostra supervisione.
È auspicabile che i social trattino milioni (!) di ragazzini come se fossero adulti, con le stesse funzionalità, le stesse pubblicità, l'accesso agli stessi contenuti? No, che cazzo! Loro preferiscono non vedere: facciamo finta che questo sia l'account di Valentina, 34 anni, e non di Camilla, 12 anni.
Certo, sarebbe auspicabile che il ragazzo aspettasse i 13 anni, ma poi spiegatemi che se ne fa di uno smartphone se non può avere Play Store, WhatsApp eccetera.
O deve possedere un cellulare solo per rispondere a voi che lo chiamate in paranoia 4 volte nel tragitto casa - scuola? Ah, ok. 
Scusate il sarcasmo, so che ogni genitore cerca di fare il bene del proprio figlio, vorrei solo darvi qualche informazione su cui ragionare.
3) Qualora decidiate di non creare dei vostri account ad hoc per i vostri figli, sappiate che per dichiarare di avere più di tredici anni, a loro basterà un clic. Non solo: quasi sempre i servizi online fanno di tutto perché Termini & Condizioni vengano accettati senza essere letti, dunque vostro figlio potrebbe contravvenire alla regola senza neanche accorgersene. 
4) Qualora decidiate di far navigare i ragazzi con un vostro account evitate di dar loro l'account che utilizzate normalmente. Qui ho fatto una lista dei miei dati sensibili che ho fornito, consapevolmente, a Google, nel corso degli ultimi anni: ci sono molte cose che non condividerei con le ragazze, come il numero della mia carta di credito e gli accessi ad alcuni account che uso per lavoro.

Queste sono le prime cose che mi sono venute in mente a seguito di un'interessante discussione sul gruppo Facebook di genitori crescono, a cui vi consiglio di iscrivervi. :)
Qui sopra non c'è nessuna soluzione, però spero di avervi dato qualche spunto per trovare la vostra, di soluzione: basarsi sul rispetto o sull'aggiramento di una regoletta è semplice semplice, ma secondo me non vi porta molto in là.
Non dimenticate poi che molti di noi sono anni che fotografano o raccontano online i figli senza il loro consenso, e forse abbiamo poco da fare i moralisti.

Bene, forse ora avete smarcato il primo dilemma che incontrerà vostro figlio all'accensione del primo smartphone (che gmail inserisco): adesso cominciano i problemi.

Commenti

  1. La cosa che più m'inquieta oggi, è che per le mie figlie (4 ma anche 2 anni) lo smartphone di mamma e papà è già un oggetto di culto, quell'aggeggio sacro e più o meno misterioso che loro vedono come una nostra appendice e da cui sono attratte irrimediabilmente.

    Forse bisogna solo accettarlo, perché di certo il cellulare non è di per sé il male assoluto...
    O forse no??? :O

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    1. Mah, il prossimo libro della mia lista si chiama Internet ci rende stupidi?
      Ti saprò dire :D

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. La cosa difficile è insegnare i propri figli ad utilizzare correttamente i social network, a spiegargli che quella non è la vera realtà. Che certi dati personali o alcune foto o video non è il caso che le mandino. Usare si ma con moderazione. Del resto bisognerebbe insegnarlo anche ai 'vecchietti' che tra un buongiorno o buonasera sono tremendi

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    1. Eh, ma io qui partivo da ancora prima del "come usare i social". Ero alla fase: ok, ti tocca comprargli lo smartphone. Quando farai il primo accesso e dovrai inserire una gmail, tieni in considerazione questi punti.

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  3. Penso di conoscere già la risposta ma te lo chiedo lo stesso, visto che ho ancora un paio di anni per stabilire la mia strategia: cosa succede se lo smart phone, a mia figlia, non lo compro? è vero che ce l'hanno proprio tutti? resterebbe davvero totalmente isolata? è un'opzione che si può seriamente prendere in considerazione, considerando che ho una figlia molto diligente, indipendente, con un forte senso del giusto / sbagliato, una migliore amica e diverse altre amiche, ma insomma, assolutamente nella norma? Non è la più popolare, è carina, intelligente, simpatica... una giusta via di mezzo. Grazie mille!

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    1. Gabriella, da me non ti sentirai mai dire "devi fare come fanno tutti gli altri".
      Detto questo, io ho ceduto perché a ritenevo che avendo appena cambiato città, per loro fosse fottutamente importante essere parte del gruppo. A dire il vero, lo è per molti dei ragazzi della loro età, non solo per le mie. Avere uno smartphone ti fa sentire parte del gruppo anche se è un'illusione...leggevo una ricerca di uno psicologo americano sui ragazzi di oggi, internet e i rapporti con gli altri, e c'era qualcuno che affermava di non essere ben capace di salutare una persona dal vivo.
      Se tua figlia non ti chiede lo smartphone, fai benissimo a non prenderglielo.
      Se tua figlia dovesse chiedertelo, puoi serenamente dire di no, senza si vive benissimo. Ma prima o poi dovrai accettare, lo sai anche tu, probabilmente tu stessa usi uno smartphone. E allora, che sia in prima media o in terza, dovrai essere pronta ad affrontare questioni come dipendenza, isolamento, bullismo, eccetera eccetera. Però è il mondo dove stanno crescendo, non ci possiamo fare niente.
      sai ai nostri tempi, che poco che uscivi al parco di pomeriggio, trovavi qualcuno che ti proponeva una pasticca di ecstasy? Ecco, forse la soluzione era dire "no", non restare a casa. :)
      Insomma, non credo ci sia una risposta giusta, ma ho una mezza certezza: il genitore ignaro, quello che fa le risse su facebook, non pone limiti orari, diffonde le fake news nei gruppi su whatsapp, ecco, quello per i ragazzi è un pericolo.

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    2. Grazie! la vedo piú o meno come te. Intanto mi godo la sua beata infanzia e quando sará il momento decideró. Per fortuna non sentiamo ancora nessuna pressione, le sue amiche non hanno ancora ne smartphone né tablet e per adesso nessuno ci pensa. Abitiamo in Germania e qui si va alle superiori direttamente dopo la quarta elementare, suppongo ci porremo il problema a quel punto. Non sono nemmeno io favorevole ai divieti, so di bambini che a casa non possono vedere la tele e si fiondano dagli amici solo per quella. Ecco, cosí no...!

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  4. Una volta forse era più facile. E per una volta intendo nemmeno una decina d'anni fa. Col cellulare facevi telefonate e messaggi. Stop. Che però significavano molto altro. Creavano rapporti, confronto, amicizie e litigi. E già allora, arrivato in seconda media, ti sentivi un po' fuori dal gruppo perché tutti i tuoi amici "facevano cose" su quei dannati aggeggi che tu sognavi da lontano, mentre i tuoi dicevano "Quando arrivi in terza media te lo compriamo".
    Ah, sto parlando del 2004. Non molto tempo fa, ma in ambito tecnologico pare un'era...
    Comunque sia, se già allora, per un ragazzino era difficile, e chissà per i genitori (ma io ignoravo la parte dei miei, io pretendevo il mio telefono e stop) figuriamoci oggi, che questi smartphone servono praticamente a socializzare.
    Lo noto con mio fratello più piccolo. L'età, appunto, è questa di cui parli. Finché non ha avuto il suo benedetto telefono era un po' tagliato fuori. Perché? Perché i rapporti oggi si costruiscono anche con le app, le foto e le condivisioni.
    Non sono genitore (sono ccciofane, dai!) ma posso immaginare i grattacapi...

    CervelloBacato

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    1. Davide invece mi fa molto piacere il parere di un non-genitore; noi delle volte ci impelaghiamo nelle paranoie. :)

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  5. Il mio bambino ha solo finito la terza elementare e già sentiamo la "pressione digitale" dei pari. Una pressione cialtrona..fatta di Playstation e poco altro. Noi abbiamo deciso di non averli. Ma in casa non mancano tablet e pc, che per noi sono comunque difficili da gestire, perché nostro figlio non ha alcun senso del limite. Il povero contaminuti da cucina che misura la mezz'ora concessa è stato insultato più volte e accusato di imbroglio e favoritismi. Questo, connesso alle non grandi capacità sociali del ragazzino in questione mi fa già tremare.

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    1. Eh ma sai, anche le mie non hanno il senso del limite e poi non avendo mai avuto la tv, hanno sviluppato un interesse per lo schermo persino superiore alla medie.
      Dovrei combattere X 3 ogni volta? Ma neanche morta, io ho risolto alla fonte.
      Mac: entrano con utente ospite, si spegne dopo due ore (perché il pc lo usano molto di rado).
      Wifi: si attaccano come dispositivi ospiti e il wifi si spegne all'ora di prenzo, di cena e dopo le 9 di sera (non avendo abbonamento in quelle ore è black out).

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    2. Io al momento non ho il problema avendo una bambina di 4 anni, anche se pretende che le presti il mio per i giochi, video ecc. ma lo usa molto di rado e si vede da come gioca con i videogiochi ( :) ). Sono cresciuta senza divieti per tv, videogiochi ecc, internet non c'era, e mi trovo seriamente in difficoltà sia a decidere che cosa farle vedere e cosa no e se un domani porre dei limiti al videogioco. Passavo ore e ore ai videogiochi (e non controllavano il tipo di gioco e non mettevano bocca sulle mie scelte) e davanti alla tv, ma ero anche una ragazza che amava lo sport, la lettura e andavo bene a scuola. Forse bisogna semplicemente insegnare ad autoregolarsi.

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    3. Sono parzialmente d'accordo. Da un lato la mia massima è "La libertà è una forma di disciplina" (non è farina del mio sacco però). Dall'altro anche io da bambina ero praticamente abbandonata di fronte alla tv, ma come genitore non condivido quella che fu la (non) scelta della mia famiglia (e di molte altre famiglie in quegli anni).

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