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Informazioni sparse sulle nostre vite

Potrei scrivere dieci post di filata, ma ho troppe cose da fare. Le solite: il lavoro, le bimbe, il mare, i libri, qualche uscita, e i necessari momenti che mi prendo per nutrire la mia asocialità la quale è semplicemente la mia dimensione e pertanto me la tengo.
Vi dirò alcune cose sparse.

A Rimini c’è la ciclopolitana. Ciò significa che è possibile percorrere la città in lungo e in largo in bici senza praticamente attraversare una strada. Per esempio c’è una pista ciclabile che segue il Marecchia e, dalla sua foce arriva fino alla Statale Adriatica. Poi c’è una pedonale dal centro della città a Marina centro e una ciclabile che praticamente va da Bellaria a Riccione (con qualche interruzione ma diciamo che si possono fare delle belle pedalatone guardando il mare).

Foto di @lauren ellis

 L'altro giorno non si sa come il mio radiatore ha perso il tappo e il motore della mia auto s'è orrendamente surriscaldato nel bel mezzo dell'autostrada, così ho dovuto chiamare il carro attrezzi per farci riportare a casa. Siccome nella cabina del guidatore non c'era spazio per tutte, il nostro salvatore ben remunerato, ha lasciato le gemelle nell'auto caricata (ovviamente in sicurezza), e si sono divertite da matti, anche se poi quando mi è stato presentato il conto Carolina s'è messa a piangere.

L’altra sera sono andata al cinema e per l’ennesima volta ho pensato a quanto siamo diversi dalla generazione dei nostri genitori. Per esempio quando io ero piccola al cinema si compravano rigorosamente patatine, caramelle e bibite e si buttavano i vuoti a terra, sotto le poltrone. Oggi semmai si portano le patatine da casa e si conservano i vuoti per buttarli nel pattume nel rispetto del personale, se non per riciclare le bottigliette da riempire d’acqua. Bello no?

Lucia sta crescendo fantastica. In classe è praticamente la più brava in tutto a parte in ginnastica, però non se ne fa un problema e se ne va ai tornei di freesbe dei compagni a fare il tifo (un mesetto fa ci sono stati i mondiali di freesbe, lì ho scoperto che è uno sport con delle regole e non un cazzeggio da spiaggia). Io alla sua età ero tra le più brave nelle materie umanistiche, ma scarsina o media nel resto. Lei è la più brava nelle materie umanistiche, eccelle in quelle scientifiche, disegna bene, è bravissima in tecnologia, ha un buon orecchio musicale e mi è stato richiesto il suo impegno estivo persino dal club del bridge che tiene i corsi a scuola. In tutto questo è rimasta la ragazzina che s’incazza pubblicamente se qualcuno viene preso in giro (anche con me se dico qualcosa di politicamente scorretto. Mi dice che faccio del body shaming); che dà ripetizioni ai compagni stranieri; che, sebbene popolare, non cede mai alle lusinghe della bellina e prepotentella della classe che decide chi escludere e chi includere nel giro giusto.

Un post condiviso da Polly (@volevofarelarockstar) in data:
Camilla ha una personalità artistica, è sempre molto introversa ma il cambiamento le ha fatto comunque bene perché non viene più presa in giro da tutta la classe per via della scarsa propensione allo sport e al movimento. Ha trovato delle amiche come lei e hanno costituito un adorabile gruppetto di “lente”, come diciamo a casa. Per il resto, canta benissimo tra i soprani del coro (ma in pubblico sta in ultima fila e boccheggia appena, mentre le altre sgomitano per piazzarsi accanto ai microfoni) e disegna (e il prossimo anno rinuncio a farle fare il suo odiato sport e la mando all’accademia di manga). A casa trascorre parte del tempo in turbante e vestaglia. Fa un uso esilarante dell’iperbole. Per esempio quando ha descritto l'effettuazione delle prove allergiche ha parlato di una serie di lame conficcate nella pelle; quando in famiglia la prendiamo in giro bonariamente, la staremmo denigrando; e un giorno sì e un giorno no è "il più brutto della sua vita", tipo quando ci facciamo ben un'ora di auto per fare un viaggetto; però forse si rende conto di essere una drama queen perché dice di voler scrivere un libro sull’autocommiserazione.

Carolina invece per ora non ha trovato del tutto la sua dimensione. La scuola di danza che abbiamo scelto non le è piaciuta, e nonostante le sue ottime abilità relazionali, sulle prime integrarsi in una quinta non è stato facilissimo, né a livello didattico, né a livello interpersonale. Purtroppo la scuola non s'è rivelata di gran livello, ma domani finisce e a settembre ricomincia tutto anche per lei, finalmente. In ogni caso, è riuscita comunque a conquistare le sue compagne, e venerdì scorso me ne ha invitate cinque, tutte assieme; così ho passato la giornata ad aprire ai genitori e a rifocillarle in garage (sì, ci ha svegliato alle 7 perché rendessimo il garage un salottino da visite).

E io? Io sto bene. Magari una volta vi dico di me.

Commenti

  1. A me piace molto quando parli di loro.
    Sei sempre così distaccata nel raccontarle, non violi mai i loro spazi, eppure traspare in ogni tua parola il tuo sguardo attento sulle loro vite, il grande lavoro, l'amore che si annida in ogni piega delle loro personalità che sbocciano.
    Vorrei saper parlare delle mie figlie nella stessa miniera,
    attenta eurispettosa, invece cado sempre nel sentimentale e divento stucchevole. Sarà per questo anche che ho smesso, a parte la difficoltà effettiva di trovare il tempo per farlo...

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    Risposte
    1. passavodiquigiugno 07, 2017

      mandi le figlie in mIniera? lapsus interessante... :-)

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    3. Sarebbe interessante se non fosse dovuto a un'interpretazione fantasiosa del mio telefono di ciò che scrivo.
      Purtroppo mi è morto il PC, e uso solo lo smartphone per commentare. Qualche sfondone mi sfugge sempre

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    4. Sarebbe interessante se non fosse dovuto a un'interpretazione fantasiosa del mio telefono di ciò che scrivo.
      Purtroppo mi è morto il PC, e uso solo lo smartphone per commentare. Qualche sfondone mi sfugge sempre

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  2. quando hai un figlio, all'inizio pensi che sia fatto così "perchè è tuo figlio", poi ad un certo punto ti accorgi che non è un burattino, che è un bambino vero,e che è così perchè è lui. (o lei). e la sensazione è tanto più forte quando ne hai più di uno. Almeno per me è stato così. Infatti avevo pensato di rileggermi Pinocchio perchè quella sensazione ad un certo punto che lei/lui sia "un bambino vero", insomma una persona tutta sua, è sconvolgente.

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  3. mi piace tanto quando racconti delle ragazze, sai scrivere bene, mi pare di conoscervi. e poi sei veramente attenta a loro. fantastica. un abbraccio

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