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Quali sono i vostri rinoceronti naufraghi?

Ieri sera sono stata, con un'amica, ad ascoltare Roberto Mercadini alla biblioteca di Faenza, in un suo monologo sul Rinascimento.
Se non conoscete Mercadini, conosciatelo. Io l'ho visto solo un paio di volte ma mi ha fatto impazzire. Si definisce "Poeta parlante". Non mi piace solo per il suo modo di raccontare (lo stile è molto denso, ma l'interpretazione tiene viva l'attenzione), né per gli argomenti che sceglie (spesso molto intellettuali, non per tutti): mi piace la sua intelligenza.
Ha quella capacità che fa di un uomo uno scrittore, quella di cogliere il senso, il collegamento, il substrato che sta sotto alle prime occhiate alle cose; sa intravvedere una prospettiva che poi vive di vita propria, trasversalmente alle opere, che nel suo caso sono monologhi.
Ieri per esempio, dai suoi pezzi sul Rinascimento, ho ricevuto delle ispirazioni sulla creatività.
Vi vorrei parafrasare tutto quello che ha detto, ma credo che non sarebbe carino spoilerarvi uno tra i suoi spettacoli, e inoltre non renderei l'idea. Voglio raccontarvi però dell'Elefante rosa e del Rinoceronte naufrago.
Pare che nel 1500 fosse stato donato al papa dal re del Portogallo uno splendido elefante albino proveniente dal Ceylon. Un elefante con la pelle così chiara e sottile che lasciava intravvedere i vasi sanguigni, rendendolo rosa. L'elefante fu chiamato Annone, e il papa chiamò a dipingerlo il più grande pittore dell'epoca: Raffaello Sanzio.


Pare che poco dopo il re di Portogallo avesso voluto regalare al Papa un altro animale mastodontico e importante: un rinoceronte, animale allora sconosciuto in Europa.
Purtroppo però, il rinoceronte, che era stato soprannominato Ulisse dai marinai con cui aveva viaggiato, fu più sfortunato di Annone l'elefante rosa e naufragò nel golfo di La Spezia. Secondo Wikipedia, quando la carcassa dell'animale riaffiorò su una spiaggia francese, fu impagliata e restituita al pontefice.
Nel mentre però, qualcuno ritrasse il rinoceronte, senza averlo mai visto: Albrecht Dürer. Lo raffiguro' con zampe squamose, orecchie da maiale, un corno in groppa. Poi il disegno diventò una famosa xilografia.

Dice Mercadini: secondo voi, il bizzarro rinoceronte dello sconosciuto Dürer, resse il confronto con l'elefante rosa dell'acclamato Raffaello?
Ebbene, sì.
Perché, semplicemente, il dipinto di Raffaello scomparve; mentre quello di Dürer passò alla storia, anche se nessuno ci avrebbe mai creduto, anche se nessuno ci avrebbe mai scommesso. Il rinoceronte con le orecchie da maiale diventò un capolavoro.

E così mi sono chiesta quali erano i rinoceronti naufraghi, nella mia storia personale, e me ne sono venuti in mente almeno tre.
Ma quando stamattina ho salutato le bimbe sul pianerottolo chiamandole rinoceronti naufraghi, si sono offese.
Quali sono i vostri Annone e i vostri Ulisse personali?


Commenti

  1. Da storica dell'arte (o per lo meno, dottora in essa disciplina), conoscevo entrambe le storie, ma non avevo mai pensato di farne una metafora esistenziale.
    Difficile domanda.
    Allora, senza pensarci troppo potrei dire che una cosa per me gloriosa ma priva di conseguenze effettive possa esser stata proprio la mia laurea.
    Viceversa, il mio rinoceronte naufrago, tentativo insperato di realizzare qualcosa di cui non si sa nulla potrebbe essere quando mi vesto a cazzo e la gente mi dice come stai bene. Giusto per non ricopiarti, ché le figlie sono anche per me il mio più grande successo di cui non ho merito alcuno.
    Comunque incredibile come Dürer, volendo disegnare un rinoceronte, abbia realizzato un simil-triceratopo, di cui men che mai si poteva immaginare la preistorica esistenza nel '400. Anche questo dà da pensare....

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    1. Poi calcola che lui non è uno storico dell'arte (credo) ma uno storyteller, dunque non è detto che le due storie avessero un qualche collegamento, magari se vuoi la suggestione è anche forzata, però comunque interessante.

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  2. Lo sapevo, adesso mi frullerà questa domanda per la testa tutto il giorno! XD

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  3. Però....tanto di cappello! Hai buttato giù due righe tanto per scrivere qualcosa. Complimenti. Non so quali siano i miei Annone e Ulisse ci devo pensare. Bella domanda. Tiziana

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    1. No, non ho buttato giù due righe tanto per scrivere, volevo proprio condividere questa cosa che ho ascoltato :)

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  4. Forse il mio matrimonio, non ci avremmo scommesso 2 lire, invece guarda tu, siamo felici

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