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Come sto (piuttosto bene)

Ciao,
scrivo poco, dunque ho pensato che forse vi interessava un riassunto di come sto e cosa faccio, uno quei post flusso di coscienza che scrivevo una volta e che mi facevano sentire meglio ma che poi mi accorgo che mi hanno aiutato a diventare un po' troppo egocentrica, negli anni.
Premessa: sto bene, sono abbastanza felice.

Ho fatto questa premessa perché avendo il ciclo, ogni parola che io scriverò, potrebbe essere ammantata di lamento, malinconia, paranoia.
Dicevo, sto bene.

Un post condiviso da Polly (@volevofarelarockstar) in data:
Ma vorrei avere più tempo per stare sola. Credevo che cambiare città mi avrebbe dato più libertà ma non è stato così. Casa mia è ancora un gran via vai, la mia agenda sfida ancora la mia claustrofobia, e da mesi medito se aggiungere a questo casino anche una ragazza/ ragazzo au pair o work away e più ci penso, più credo sia un'ottima opportunità, più soffoco il grido "che due coglioni". Non ricordo affatto l'ultima volta che sono stata da sola per più di un paio d'ore.
Un paio di giorni fa era il mio compleanno, è stata una bella giornata, anche se non ho fatto nulla di speciale. Mi ero presa il pomeriggio dal lavoro per fare un giro tematico in bici, da sola, a vedere un po' di street arte in giro per Rimini, sapete, quelle cose che interessano solo a me. Ma poi non l'ho fatto perché sono andata a pranzo al mare, sono tornata un po' ubriachina, ho dormito un paio d'ore, e il pomeriggio mi è sfuggito di mano.
Non permetto a Facebook di notificare ai miei contatti il mio compleanno. Non è che me la voglio tirare, né cogliere in castagna chi si dimentica. Il mio compleanno mi lascia piuttosto indifferente, a dire il vero. Ma è una piacevole sorpresa quando mi arrivano i messaggi da amiche e amici che davvero non so come facciano a ricordare che sono nata oggi (e in effetti io stessa spesso non so quando loro compiono gli anni. Ci sono un paio di carissime amiche di cui ricordo a malapena il periodo di nascita, e ogni anno interpello conoscenti comuni sperando di essere ancora in tempo). E non mi va di scambiare tutte queste sorprese via sms o wozzup per decine o centinaia di auguri su Facebook che dimostrino al mondo quanti amici ho. Sticazzi. Ho molti buoni amici, lo so io lo so.
Poi.
Ho fatto due viaggi, nel 2017, e spero di poterne fare altri due di qui alla fine dell'anno. Finora sono stata qualche giorno a Madrid e due settimane a Cuba. Sono stata in entrambi i casi molto bene. A parte che a Madrid sono stata sotto tachipirina perché mi era venuta una mezza influenzetta prima di partire; mentre a Cuba, i primi giorni ero un po' stordita da caldo e jet lag, poi mi sono venute le placche in gola con febbre e antibiotici, poi mi sono venute le mestruazioni in anticipo, e infine ho passato il viaggio di ritorno a vomitare causa turbolenze in alta quota. Credo però di aver affrontato queste sfighe molto eroicamente perché non sono morta a letto neanche il primo giorno delle placche, che avevo la febbre 39. Anzi, prima di provarmi la febbre, molto idiotamente sono andata a noleggiare un ammasso di ferro che mi hanno spacciato per mountain bike, e ho fatto una decina di chilometri per vedere un murales sulla roccia, fermandomi quattro volte per stendermi a terra sul ciglio della strada. Tra l'altro l'esperienza con il noleggiatore di bici Don Santos è stata divertentissima ma non ve la racconto perché poi questo post diventa troppo lungo.

Infine, un breve aggiornamento sulle bimbe. Breve perché di loro ho scritto in altre occasioni e credo di aver scritto tutto ciò che potevo scrivere.
Sono molto insopportabili, ma a turno.
Come madre sono un po' in crisi. Sono sempre state numericamente preponderanti ma ora credo che abbiano abbastanza preso il sopravvento. Sapete, è curioso il fatto che ho sempre sostenuto a gran voce che i bambini sanno cos'è bene per loro, e che ho sempre chiesto loro cosa pensavano, cosa desideravano, lasciando ampi margini di manovra; ed ora, proprio ora che paiono un po' autonome, no? tipo si soffiano il naso da sole, per dire, ecco, proprio ora mi rendo conto che non sanno più cos'è bene per loro.
È un po' come quando sono le 18, stai per uscire dall'ufficio, e ti accorgi che è successo un marone, e ti chiedi se andartene alla chetichella sperando lo risolva qualcun altro, che voglio dire, magari ci credono pure, che tu non sapevi; oppure se tenere duro, e dopo 8 ore di lavoro di routine nel quale, ora ti rendi conto, hai messo troppe energie, devi tirar fuori le palle vere, e sai che nessuno ti ringrazierà perché semplicemente è tuo dovere farlo.
Questo è un po' quanto.

Commenti

  1. Se non stai bene tu lì, chi può ;)

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  2. Sarà l'adolescenza in arrivo?

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  3. Per le figlie ti capisco bene. Io ne ho solo uno, di 12 anni. Gli ho insegnato a ragionare con la sua testa, la libertà di pensiero e l'anarchia. Ecco, appunto. :-)
    Un abbraccio

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  4. eddai! raccontaci del noleggiatore di bici Don Santos !!
    (pure a me la tonsillite viene spesso quando vado in vacanza al mare... pure in Grecia che c'erano 30 gradi anche la notte... uffi)

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    Risposte
    1. Vabbè, in realtà non c'è molto da raccontare, è stata una situazione un po' ridicola alla cubana. :)

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  5. Bene, un post positivo. Eheh. Adesso però devi raccontarci con chi hai trascorso le due settimane a Cuba.
    ;.)

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  6. Piuttosto bene è una gran bella cosa.

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