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Le bimbe stanno bene, io il giusto

Sono felicissima di come le bambine si stanno integrando qui a Rimini.
È stata un’estate dura, poi appena finisco il (secondo) trasloco, vi racconterò del padrone di casa stalker che ci ha reso impossibile la vita per mesi: lui e sua moglie erano tipo i vicini di Erba, non potete capire. Ripensandoci credo che potrei anche riderne, ma ho passato molte notti sveglia in preda all’ansia, e le bimbe hanno passato diverse settimane col padre.

Io, per farla breve, ultimamente riscontro in me stessa un grosso problema di comunicazione: mi sono così chiusa, e sono in grado di procrastinare per così tanto tempo una chiamata, che per mantenere una vita abbastanza normale mi tocca delegare a mio fratello o al Donatore le chiamate urgenti e burocratiche (con tutto quello che comporta sopportare quei due pazzoidi da gara sempre in giro per casa).
Se qualcosa scatena in me un qualche tipo di disagio, che spesso neanche so identificare, sono capace di rimanere giorni o anche mesi senza rispondere al telefono. Eppure se qualcuno riesce a trascinarmi fuori di casa, magari soprassedendo sui miei pacchi o musi precedenti, poi mi trova socievole e divertente (così mi dicono).
Mi sa che sono solo un po’ scottata dagli eventi, mi perdono e mi do tempo (non troppo magari).
Foto di Fausto!

Comunque, abbiamo trovato un’altra casetta (plus: la zona è perfetta per noi, minus: condominio…e noi non ci siamo abituate), e in più è cominciata la scuola, e quindi nuovi amici, nuova routine, nuove sfide.
Nella scuola precedente Camilla veniva un po’ bulleggiata per la sua dedizione ai sogni e la scarsa propensione allo sport e ai giochi di squadra: solo ora che sta bene, mi rendo conto di quanto stava male prima. Avevo dato poco peso alla cosa perché Camilla mi assomiglia: sensibile, creativa, introversa e imbranata.  E siccome io ero sopravvissuta agli intervalli e alle ore di educazione fisica (avevo reso la mia incapacità di saltare gli ostacoli e di salire la pertica, mie particolarità che mi rendevano simpatica), pensavo sarebbe sopravvissuta anche lei. Invece ha sofferto un anno tra l'indifferenza degli insegnanti e la mia distrazione.
Nella nuova scuola, dopo i primi cinque o sei intervalli passati in classe da sola ("Aspetta di essere pronta, sii te stessa"), ha avuto il coraggio di avvicinarsi alle compagne di classe ("Il fatto che nessuno ti conosca è una buona opportunità"), ed è stata subito inclusa nel gruppo wozzup, invitata a una festa e ammessa nel coro della scuola con regolare audizione.
Anche Lucia, per la prima volta separata dalla gemella, è carica a palla. Coro anche lei e un nuovo amichetto con cui al mattino si reca a scuola, con Camilla che sbuffa indietro di dieci passi.
Sono felice!
Solo, sono un po’ stranita da questa loro recente prontezza mattutina e propensione alla puntualità. Tipo l’altra mattina, pioveva, usciamo che c’è anche mio fratello e ci ritroviamo imbottigliati in una colonna di traffico che andava praticamente da casa nostra alla scuola.
Le gemelle, in ritardo (“cavolo, è una notizia bellissima, ragazze, che siete in ritardo per la prima volta in una settimana, sono molto orgogliosa”) di dieci minuti (“eh no eh, non mi dite che dieci minuti sono considerati ritardo”), erano in totale ansia, tipo che avevo dovuto chiudere le portiere col blocca-bambini perché volevano fuggire a piedi (non è vero, ho una macchina a tre porte). Mio fratello, tanto per riportarmi sulla terra (non ci sono quasi mai), ha cercato sullo smartphone tipo la colonna sonora di Profondo Rosso e me l’ha sparata nelle orecchie, mentre io naturalmente non potevo fare nulla per velocizzare la situa. Mi sono fatta lanciare il diario per scrivere una giustifica al volo sul ginocchio destro mentre guidavo con la mano sinistra (guidavo si fa per dire, se foste preoccupati per la mia sicurezza: ero praticamente ferma); poi ho ingaggiato mio fratello perché, contemporaneamente, siglasse (a suo nome, ma chi ci conosce?) la seconda giustifica; e stavamo già per giocarci la carta migliore (il guasto all’auto), quando abbiamo scoperto che l’autobus era appena dietro di noi e che, figata, erano tutti in ritardo!
Rimini è indisciplinata e mi piace tanto: sono una tipo dal vaffanculo facile.

Commenti

  1. Si direbbe che sei più un tipo da città che da paese di provincia. L'avresti detto?

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  2. Nuova città e diverso stile di scrittura mi sembra. E tante foto! Ciao simona

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    1. Dici nuovo stile? In che senso?

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    2. io non sono una esperta ma mi piaceva molto il tuo modo di scrivere. Il modo più del contenuto a volte. Periodi corti, ciscuno concluso. Cominciavo a leggere e non sapevo dove saresti andata a finire. E per la verità mi sembrava che non ci fosse nemmeno un inizio o una fine ma solo tanti pensieri schierati al sole. Come per dargli aria. Ora invece le tue scritture assomigliano di più ad un discorso con una trama, un prima e un dopo, un questo perchè quello. Questo intendevo, se son riuscita a spiegarmi, dicendo nuovo stile.

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    3. io non sono una persona esperta...scordata una parola

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    4. Ah, capito. In un certo senso hai ragione, cerco di dare un filo logico e una conclusione a quello che scrivo, mentre all'inizio no. :)

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    5. C'è così poco di logico al mondo...il tentativo è lodevole :) simona, cinica cinquantenne ;)

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  3. Mi sembra davvero la vita per voi. Ma farle proseguire a piedi? mandarle con l autobus d'ora in poi?

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  4. ma quelle tre son le bimbe o quella dietro sei tu? o e' carolina, uguale a te? in ogni caso, sei troppo giovane, e siete tutte e 4 troppo belle, se sorgono certi dubbi....
    anna

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  5. Dai che la cittá é allegra, il condominio é socializzante, i vaffanculo sgorgano spontanei...

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    1. Io ne regalo molti a tutti ma ho anche una certa faccia da culo nel dimenticarmi dopo tre minuti i torti fatti e subiti :)

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  6. Le bambine (e i bambini) sono incredibili ad adattarsi (poi mi pare che le tue abbiano dei sorrisi fantastici), noi grandini ci mettiamo un po'di più, ma direi che te la stai cavando proprio bene!

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