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Un viaggetto per l'Appennino tosco- romagnolo

(ho scritto questo post un paio di settimane fa)

Sono appena tornata da un viaggetto strano con le bimbe.
Dico strano perché in teoria doveva essere la solita vacanzetta estiva che ci facciamo, ma in realtà non lo è stata, è parsa più una fuga di pochi giorni in attesa di una vacanza vera.
Primo, perché lavorando nel travel non ho più, ovviamente, le mie tre settimane di ferie ad agosto, dunque mi sono accaparrata una settimanina a fine luglio per non ritrovarmi a settembre senza aver passato un po’ di tempo con le bimbe.
Secondo, non sono riuscita a fare programmi. Un po' perché non avevo internet a casa, un po' perché stiamo vivendo un momento di stress molto intenso, nostro malgrado.
Infine, perché stiamo a Rimini. Le bimbe vanno in spiaggia quasi ogni giorno. Io nel weekend, durante la passeggiatina serale, a volte anche al mattino. Sono abbronzata e credo anche bella, senza aver praticamente fatto le ferie.
Siamo andate a zonzo qualche giorno, scegliendo un itinerario abbastanza vicino, piuttosto off the beaten track, completamente improvvisato.
Abbiamo percorso un tratto delle foreste casentinesi, siamo scese a visitare Arezzo, e siamo ritornate verso la costa facendo tappa a San Sepolcro e in un paio di punti nella zona del Montefeltro, valle del Marecchia.

Concedetemi un po’ di vanagloria nel dirvi che ho guidato sempre io (ma va’) e non mi sono mai persa. Notate che odio guidare e mi perdo ovunque, dunque questi viaggetti in macchina che stiamo cominciando a fare senza Google Maps, mi fanno pensare che un po’ di limiti li ho superati. È stata anche la prima volta che me ne sono andata con le bimbe senza prenotare assolutamente niente, senza aver fatto la ceretta, senza sapere bene dove andare.
Nella foreste casentinesi abbiamo passato tre giorni e due notti in un rifugio in mezzo al bosco. Più o meno sapete che tipa sono e dunque immaginerete che è piuttosto raro che io mi trovi a una tavola con una decina di sconosciuti sulla mia stessa lunghezza d'onda: ebbene, è successo.
Se prendo gli ultimi viaggetti che ho fatto, devo dire che la differenza l’hanno fatta coloro che ho incontrato e ri-incontrato, non il posto in sé, o l’alloggio, o il periodo dell’anno.
Nel Casentino abbiamo visto: la diga di Ridracoli, il museo dell’acqua di Ridracoli, l’eremo e il monastero di Camaldoli, il santuario di Chiusi della Verna.

Ridracoli
Museo Idro - Ridracoli

Bosco di Camaldoli
Non abbiamo fatto tante passeggiate quanto avrei desiderato perché la pioggia era sempre incombente, ma abbiamo attraversato, in auto, ore di foreste. Il vagare tra gli alberi a me rilassa sempre molto. Ero già stata in questi luoghi e sono fortemente votati alla meditazione e al silenzio, tanto è vero che il mio prossimo loop, dopo il minimalismo, credo potrebbe essere la pratica del silenzio (di cui vi ho parlato qui). Non il silenzio punitivo, ma il silenzio protettivo, che esprime bene il mio lato riflessivo e introverso (ne ho anche uno divertente).
La gita ad Arezzo invece ci ha piuttosto deluso: una città gradevole, credo con una forte propensione per l’antiquariato e che vanta opere di grande pregio (Piero della Francesca, i della Robbia, Vasari, Cimabue…), ma che appare piuttosto sciatta e di scarsa vocazione turistica. Vi basti pensare che all’ufficio informazioni turistiche non sono stati in gradi di procurarci una guida (dico una persona pagata per accompagnare turisti), né per la città, né per la chiesa di San Francesco, che ospita i capolavori di Piero della Francesca.
Nelle chiese ci sono opere notevoli senza uno straccio di pannello esplicativo, spesso addirittura quasi al buio (Santa Maria della Pieve: Rubens al buio, non so se mi spiego). I musei hanno orari tutti loro, e siamo riusciti a visitare praticamente solo la Casa di Petrarca : una sòla totale. Insomma, magari è una di quelle città, non so, piene di vita, dove ti fai un giro per birrerie e incontri un sacco di bella gente, ma, esplorandola con tre ragazzine, non ho avuto modo di trarre particolare apprezzamento, né io, né loro.
Arezzo
Neanche la tappa a San Sepolcro è stata particolarmente interessante: la città di Piero della Francesca ospita importantissime opere, ma il museo civico non è dotato né di guide né di audioguide. Il quinto giorno, rientrando, abbiamo deciso per puro caso di evitare l’E45 e di prendere la strada che passa per i Monti Sibillini e poi Montefeltro, ed è stato un tragitto davvero molto piacevole, che certamente rifaremo con più tempo a disposizione. Ci siamo fermate alla Torre di Bascio e a Pennabilli. Il primo non è neanche un paesino, né una frazione, ma proprio un piccolo borgo di una decina di case, alcune delle quali abbandonate, in cima a un cucuzzolo con una splendida vista. Qui vi è l’Eremo delle Beatitudini e un giardino “di pietra”, ideato da Tonino Guerra e realizzati da Giò Urbinati. Piuttosto malconcio, a dire il vero, ma il bello è che si trova in un luogo splendido e isolato, che domina la valle del Marecchia, ai piedi di una torre millenaria.
Infine, la sosta a Pennabilli è stata troppo corta. Vi vorrei raccontare un sacco di cose, magari ci dedico un post. Sappiate solo che il paese di Tonino Guerra, ubicato a 50 km da Rimini, vanta i panorami che fanno da sfondo alla Gioconda, e inoltra trabocca, trabocca, trabocca di storie. Nelle targhe appese ai muri, che ricordano, con grande poesia, aneddoti sulla nonna Tona, sulla perpetua Lucrezia, sul cappuccino di Pennabilli che nel 700 andò in Tibet e tradusse per la prima volta le parole dei monaci buddisti in una lingua occidentale. Nelle foto della grande nevicata del 2012, appese su tutti i muri del centro storico. Nel museo più piccolo del mondo. Nella mostra di Andrea da Montefeltro, scultore mio coetaneo, che ci ha raccontato, sfoggiando una cultura enorme ma anche molta simpatia, i suoi pezzi, intrattenendoci almeno un'ora.

Questa al momento è stata la nostra vacanzina estiva: ci aspetta un autunno impegnativo e Rimini e i dintorni ancora tutti da scoprire.
Mi sono accorta che neanche io, so fare a meno delle colline.

Commenti

  1. Eh non sono male le vacanze nella natura. Io sono stato in Salento perché non vedevo il mare da tre secoli, però in questi tre secoli di non mare ho scoperto la montagna, i laghi, i boschi... che pace!

    CervelloBacato

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  2. Mi salvo il post come guida...e' un giro che mi ispira per la prossima vacanza!

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  3. Noi volevamo portare i bimbi e fare due foto all'acquacheta! Ci sei mai stata? Io mai, ma il posto sembra bellissimo!

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  4. A Pennabilli devi tornare a giugno quando fanno ArtistiInPiazza: si respira un clima incredibile e il paese è ancora piú bello.

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