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Cose che scriverei se non avessi l'internet razionato

Avrei tanta voglia di scrivere ma a casa ho internet a scatti e credo che potrebbe persino essere un bene.
Se non scrivo, i miei pensieri evaporano o si attorcigliano.
Una volta parlavo con questo tizio che suona, e anche lui, come me, acchiappava le idee appena arrivavano su un registratore.
È per questo che vi butto là cose alla rinfusa: per scrivere qualcosa di intelligente, dovrei avere il tempo di farlo ogni volta che ne sento la necessità.

Cose che vorrei scrivere. 
Che non intendo presentarmi al referendum. 
Un tempo ho creduto nella partecipazione, ma adesso sono abbastanza certa che nella democrazia vince la comunicazione di massa, basata sulle menzogne. E credo anche che finché l’unico valore della società intera è il profitto, tutte le decisioni basate su questo assunto sono destinate a essere merda. Scusate il nichilismo, ma ho una vita sola e ogni volta che voto sento che combatto contro i mulini a vento, vengo presa per il culo, e perdo energie preziose (non le energie fisiche per andare all’urna evidentemente, ma le grandi energie che ho sprecato per informarmi e credere in una causa, e metterci la faccia anche solo con gli amici per perorarla, per essere ogni volta delusa dagli idioti che stanno in parlamento a onorare solo i propri interessi).
Ma siccome non penso che la decisione di non votare sia una decisione buona in senso assoluto (la paragono a una questione di coscienza), non farò nulla per convincere qualcuno che ho ragione. Solo, dico a gran voce Not In My Name, io di quella gente non ne voglio più sapere.
Un paio di anni fa vi ho raccontato su questo blog che cosa ne pensavo della democrazia.
Che sto ascoltando l’audiolibro, sempre letto da Lorenzo Pieri, di Memorie di Adriano di M. Yourcenar e certamente sarà nella top three dei libri più belli letti nel 2016. Una volta ve ne parlo, ma vi anticipo che è piuttosto intellettuale, dunque se siete abituati a storie veloci, cinematografiche, adrenaliniche, potrebbe essere duro da digerire. Io stessa mi rendo conto che fatico un po’ a star dietro sia all’ascolto che alla strada, dunque a volte mi perdo qualche pezzo. Se la vita non fosse così fottutamente breve, meriterebbe una lettura su carta, che ascoltarlo è da professionisti dell'attenzione e della concentrazione e io devo ammettere di non esserlo. Vi dico solo che l'impressione più importante ascoltando questo libro, è che la saggezza, i sentimenti, la cultura, la pietà, lo statismo, esistevano già molto prima di Cristo, della Repubblica, degli scrittori del '900, eccetera eccetera. Insomma, non abbiamo inventato niente.
Ah fantastico, adesso entriamo sul personale, sapete che a me piace confondere Google e i vari cercatori di blogger, che non capiscano di cosa scrivo davvero (ve l’ho detto no, che per Klout io sono un’esperta di Jeep e Aromaterapia). Forse dovrei scrivere un intero post sull’argomento, ma ho l’internet razionato. Ho cominciato ad ascoltare il parere delle persone su di me. No, tranquilli, solo in parte, solo se espresso da persone che so per certo che non vogliono ferirmi. Dicevo. Sempre più spesso, gente con cui c’è stima vicendevole, mi dice che do l’impressione di non essere mai troppo coinvolta dagli altri. Non so, credo di parere molto chiusa, oppure molto fredda, ma so di per certo di non esserlo davvero, perché quando ero davvero chiusa, le persone non potevano avvicinarsi abbastanza per potermelo dire. Non so, forse gli altri pensano di me che mentre sono lì che faccio l'aperitivo e chiacchiero del più e del meno, non mi faccio prendere perché sono già con la testa a tra mezz'ora, che devo andare a spaccare il mondo. Non so che cosa sembra, forse tutto questo merita un post dedicato.

Commenti

  1. Le memorie di Adriano l'ho letto tre volte. È il mio romanzo preferito di sempre. Ogni decade lo rileggo, ogni volta trovo cose che mi erano sfuggite. È impegnativo è vero. Ma una volta entrati nel mood, non so come dire, ti resta addosso. Meraviglioso.

    Se ti fa piacere posso dirti che le persone pensano lo stesso di me. E che, proprio per questo motivo, ne vengono attratte. Come se avessi chissà quale vita da fare. (Nella mezz'ora successiva).

    Anche se scrivi a tratti Polly scrivi sempre di un bene che non si sa.

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    1. tre volte? ok. memorie di Adriano. me lo segno.

      Però, Polly, ok, d'accordo, comunicazione di massa menzogne profitto ma non andando a votare risolvi qualcosa?
      E non rispondermi "ah, perchè invece andandoci?" XD


      Facci caso, "perchè invece andandoci" son tre parole che messe una dietro l'altra fanno veramente schifo.

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    2. @bill: temo che ti risponderò proprio quello che paventi:)

      @lu: ma perché invece io non attraggo nessuno? <3

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    3. Attrai tutti bella fanciulla ma non ci fai caso. Fidati.

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  2. Mi sembra un libro impegnativo, siccome sono stanca e in riserva di energia e forse anche un pò depressa mi dedico a letture lievi.
    Ho iniziato a far leggere il tuo blog ai miei figli e apprezzano anche loro ...

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  3. Sai secondo me proprio in un governo non eletto da nessuno, che invita peraltro a non andare a votare, mi sembra davvero folle non andare ed esercitare uno dei pochi e ultimi diritti di democrazia: il referendum.
    Le cose cambieranno? Non so! Io sono cresciuta in riva all'adriatico e le battaglie e le proteste della mia città contro la costruzione delle trivelle sono cadute una dopo l'altra e infatti le piattaforme ci sono e sono visibilissime dalla riva. Ora però l'occasione di dire: sì smantellatele! non me la voglio perdere e se quasi nessuno andrà a votare sarà soltanto una grande grandissima perdita per quasi tutti e la vittoria di pochi pochissimi. La libertà E'partecipazione!

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    1. Grazia, sono d'accordo con la prima parte del tuo discorso e il fatto che il nostro governo non sia democratico è uno dei motivi che mi ha indotto a smettere di votare. Ma non sono d'accordo sul fatto che se ti tolgono le trivelle dalla vista, la situa ambientale migliori, mentre continuiamo a consumare come ossessi e soprattutto non muoviamo un dito contro un intero sistema di interessi che si basa in gran parte sullo sfruttamento energetico.

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    2. Lo smantellamento delle trivelle è legato alla necessità (guarda accordi di Parigi sul clima) di spostare gli interessi politico-economico sulle fonti di energia rinnovabile. Abbiamo pochissimo petrolio e ancor meno gas nei nostri fondali, ma sole e vento a volontà.

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    3. Grazia io non penso che interessi del genere (oltre che interdipendenze come il nostro bisogno vorace di energia) possano essere smantellati da un "Non qui". Certo, se ogni paese del mondo dicesse "Non qui"...ma è un'ipotesi molto improbabile. Questo tema andrebbe discusso in termini di diritto internazionale, in sedi dove probabilmente vincerebbero comunque gli interessi.
      Ma ti ripeto, la mia scelta è stata ragionata a monte, non rispetto a questa fattispecie.

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  4. Ed io che confidavo in una tua lucida e antideologica disamina sulla questione trivellazioni sì/trivellazioni no, da cittadina della provincia di Ravenna (credo una delle più coinvolte dall'esito del referundum, qualunque esso sia). Non essere troppo intransigente e datti tempo fino a domenica; te lo dice una che ha boicottato almeno gli ultimi due appuntamenti in cabina elettorale, ma il referendum è un'altra storia. Pensaci.

    Rossella30anniCz

    P.S. Per inciso, la sottoscritta non ha ancora ben chiaro cosa votare (mi sembra ci sia del vero in entrambe le posizioni, o magari è come dici tu: sono solo bravi, bipartisan, a vendere i propri interessi travestendoli da ideali.).

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    1. L'intransi genza è stupida, sono d'accordo, ma non sono il tipo che si tradisce "solo" per salvare quello che percepisce come un proprio interesse. Nel mondo globalizzato Ravenna mi è cara quanto la Nigeria e il Congo, i miei interessi non hanno la precedenza sui miei ideali.

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    2. Intendevo solo che il punto di vista di chi vive a contatto con questa realtà da anni, mediato dalla tua capacità di analisi, sarebbe stato arricchente, andando oltre il consolidato dualismo danno ambientale-interessi delle lobby del petrolio.
      D'altra parte, ciascuno di noi possiede un'arma ancor più efficace dell'istituto referendario nel contrastare l'abuso individuale di risorse energetiche: compiere scelte di consumo consapevoli, sobrie e rispettose dell'ambiente, senza lasciarsi intortare da bisogni indotti. (Ricordo di un tuo post in cui invitavi a riflettere sulla cultura del confezionare i prodotti: cos'è quel mare di plastica se non petrolio?)

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    3. Certo certo, lo penso ancora! Non volevo dire che io faccio bene a non votare, volevo solo dire che questa, oggi, è la soluzione che tradisce meno le mie idee. Poi certo, lo vedo che schifo che è diventato il mare a Ravenna, sono anni che non mi ci bagno.

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  5. Per me già sei avanti, perché hai scelto di non andare a votare seguendo una tua convinzione ben precisa.
    Io invece sto facendo la cosa peggiore... ignorare completamente questo referendum estraniandomi da entrambi i problemi: questione trivelle e situazione della democrazia in Italia.

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    1. Io la trovo comunque una scelta anche questa. La scelta "non valete la mia attenzione". È la stessa scelta mia, anche se io l'ho formulata.

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  6. Anche io ho (avevo?) deciso di non andare più a votare, ma il referendum è un po’ un’altra cosa, è l’unico e l’ultimo modo che abbiamo per farci sentire, per quanto inutile possa essere; anche non andare, per quanto scelto in coscienza, significa dare un messaggio, interpretabile come “alla gente non gliene frega nulla, facciamo il cazzo che vogliamo noi”.
    La questione è seria e complessa: io ho cercato di informarmi meglio possibile e alla fine non so ancora cosa voterò e nemmeno SE voterò, ma all’urna ci vorrei andare lo stesso, nonostante la disillusione che mi trattiene.

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    1. Infatti, pur trovandomi d'accordo con Valentina sulla comunicazione di massa, il profitto e i mulini a vento, proprio per questo andrò a votare. Perché è l'ultimo e unico modo rimastoci per farci sentire. Per carità, non m'illudo che si raggiunga il quorum o che, in caso di remotissima vittoria del sì, il risultato sia preso in considerazione. Però, siccome mai come oggi sembra che i politici facciano di tutto per ridurre i cittadini al rango di sudditi, decidendo sempre di più sulle nostre teste (vedi anche una consultazione amministrativa piazzata nel ponte del due giugno, quasi a dissuaderci dall'andare a votare), sento il bisogno di far capire che ci siamo, e che ne abbiamo le scatole piene. E spero che siano sempre di più quelli che lo faranno, in modo che il messaggio sia chiaro ai destinatari.

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    2. Ragazze, io trovo che siamo d'accordo sul principio, mentre ogni ha scelto il mezzo che trova più giusto. Non sto cercando di convicervi che io ho scelto il mezzo migliore, lungi da me. In questo momento non riesco a considerare partecipazione e cittadinanza, l'esercizio di un voto completamente svuotato di senso. Forse mi pare più partecipazione una manifestazione, per dire, forse inutile uguale eh. Qualcuno, mi pare Gandhi, diceva qualcosa come che gli ideali riempiono le carceri. Non distruggi il sistema con i mezzi del sistema, e quando si parla di trivelle, siamo nel sistema fino al collo.

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  7. Come forse ho già detto pure qui salto da anni le amministrative e partecipo alle politiche esercitando direttamente nel seggio il diritto di rinuncia al voto. Lo faccio in quella sede perché davvero non posso costringermi a scegliere tra lo schifo e il leggermente meno schifo. Non posso perché il voto ad uno dei due è un avallo a ciò che fanno e dicono e non riesco ad avallare lo schifo. Così mi prendo su, mi scarrozzo la mia ora di strada (ma questo non dipende da loro ma dalla mia logistica), vado al seggio con la mia brava tessera checfaccio timbrare e poi neanche mi avvicino alla scheda. Il tutto viene registrato in percentuale a parte e non vale tra gli astenuti (quindi niente redistribuzione) e nemmeno tra i nulli. È il mio modo, o per lo meno quello che mi piace di più, per dire che di loro non ne posso più.
    Questo caso è differente. Non amo i referendum e non credo affatto che siano uno strumento di democrazia diretta -al netto della mia idea sulla democrazia-. In più la fattispecie in oggetto non mi trova concorde: possiamo pure raccontarcela ma le rinnovabili non sono neanche lontanamente sufficienti per mandare avanti un paese, per mille diversi motivi, e comprare ancora più energia dall'estero non ha senso per me.
    Perché poi le case le vogliamo tutti calde e la corrente elettrica a disposizione pure.

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  8. (io non direi nè fredda nè chiusa, ma cauta si. Protetta. E non è mica un male!)

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  9. Consiglio la lettura di questo post per chiarirsi le idee.
    http://www.ilpost.it/2016/04/12/referendum-trivelle/
    Da come la capisco io, il referendum chiede semplicemente se vogliamo che a questa gente venga rinnovata la licenza di utilizzare pozzi già trivellati, fino ad esaurimento scorte. O se le licenze vanno revocate alla loro scadenza.
    L'esito del referendum non impatta nuove trivellazioni (che sono già vietate entro le 12 miglia) e non costringe nessuno a smantellare niente finché la licenza corrente è valida.
    IL motivo per cui non sono particolarmente invogliata a votare è che mi pare che la questione sia stata pompata, mistificata e semplificata a tal punto da far dubitare che gli elettori sappiano veramente cosa vanno a votare.
    Quando la domanda e la risposta sembrano banali (vorresti un pozzo petrolifero davanti alla spiaggia? ovvio che no e nessuno può rispondere il contrario) vuol dire che ci stiamo perdendo un pezzo/non ci hanno spiegato bene di che si tratta.

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    1. Bravissima, proprio quello che penso io. Al di là della decisione, a monte, di non votare, mi sono informata e come dici tu, non si sta decidendo se distruggere l'ambiente o tagliare un numero significativo di posti di lavoro MA di limitare le concessioni a 30+20 anni anziché fino a esaurimento scorpe (potenzialmente per chissà quanto; praticamente, ho capito, per 35 anni in media). Anche a me questa orrenda semplificazione e strumentalizzazione mi è parsa la prova lampante che la maggioranza non è in grado di decidere in maniera consapevole.

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