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Il talento

Mio fratello aveva un grande talento per il disegno, ma il disegno non era considerato un talento utile, né da mia madre, né dagli insegnanti.
Anche mio padre aveva un grande talento per il disegno, ma a lui almeno lo mandarono a geometra. Mio fratello invece è sempre andato male a scuola e così mia madre lo spedì in un istituto tecnico, si supponeva avrebbe almeno imparato a usare il computer o avrebbe capito che cos'è un circuito elettrico (a riprova della scarsa aderenza alla realtà della scuola, ai miei tempi, quelli che avevano un minimo di dimestichezza con il computer, venivano mandati all’istituto tecnico, che era una specie di scuola superiore di serie B, e ora sono gli unici che hanno un lavoro. Noi menti brillanti del liceo, il lavoro ce lo siamo inventati, tipo io, che dopo l’università mi sono studiata i manuali di Office).

Mio fratello all’istituto tecnico andava male, fu bocciato la prima volta e stava per essere bocciato la seconda, e in più subiva atti di bullismo ed era sempre solo.
Mia madre a volte andava a parlare con i professori ma fondamentalmente lavorava sempre. In quel periodo lavorava nella cucina di un pub alla sera, faceva le pulizie al mattino e il pomeriggio dormiva così io e mio fratello eravamo sempre soli, sia a pranzo che a cena.

Mio fratello fa la guida turistica
Io avevo un fidanzato, e mio fratello un po’ lo odiava perché diceva che noi stavamo sempre chiusi in camera e lui era sempre più solo. Io e il mio fidanzato in effetti stavamo chiusi in camera, e quello che facevamo era soprattutto parlarci per ore sottovoce, finché non ci addormentavamo. Mio fratello intanto disegnava.
Una volta trovò un vecchio libro d’arte e si mise a copiare Michelangelo. Io ero molto colpita da come copiava Michelangelo e pensavo che non avrebbe dovuto sprecare quel dono, ma non sapevo come aiutarlo. Intanto, stava per essere bocciato per la seconda volta.
Il pub dove mia madre lavorava chiudeva d’estate, e i gestori le trovarono lavoro stagionale in riviera, per lei e per mio fratello, sin dagli ultimi giorni di maggio, così non si sarebbe cercata un posto fisso e sarebbe tornata al pub, a settembre. Io restai a Faenza, perché avevo la maturità. Al mattino o subito dopo la scuola andavo a fare la spesa e qualche pulizia per una vecchietta, al pomeriggio studiavo.
A volte andavo a trovarli a Cervia. Il personale degli alberghi di proprietà dello stesso padrone, stava in una vecchia pensione, in quattro per ogni piccola camera. Faceva molto caldo e lavoravano quattordici ore al giorno, sette giorni su sette. Non avevano neanche una lavatrice o un frigorifero comune, quasi ogni giorno lavavano le camicie nel lavello. Tranne mia madre, che aveva trentanove anni, erano quasi tutti molto giovani.
Io mi sentivo in colpa a stare a casa da sola a preparare la maturità, e a pagare le bollette con le mance di mio fratello, che aveva diciassette anni e lavorava quattordici ore al giorno. Mia pareva di stare facendo una cosa che mi dava un po’ il voltastomaco, non so se avete mai fatto qualcosa che magari sapete che formalmente è giustificabile, ma che per la vostra coscienza è molto turpe. A me capita spesso di non essere in sintonia con la morale comune, tipo di fare una cosa che comunemente verrebbe considerata sbagliata, mentre a me pare corretta o viceversa.
Prima che uscissero i quadri con la presunta bocciatura di mio fratello, presi appuntamento con l’istituto d’arte per la ceramica, poi con l’istituto tecnico che mio fratello frequentava, e gli organizzai un cambio di scuola. Pensandoci ora, era strano che io, a diciannove anni, facessi le veci del genitore, però spiegai che mia madre era in stagione e che era d’accordo, e credo che me la cavai molto dignitosamente, sostanzialmente perché ai professori non importava granché degli alunni, tantomeno di mio fratello.
I professori dell’istituto tecnico non gli fecero perdere l’anno, e a settembre, stanchissimo, tornò tra i banchi, stavolta per disegnare.
Ora stiamo tutti bene, grazie.

Commenti

  1. mi piace sempre quel che scrivi,
    soprattutto questa vita cosi vera,
    hai un vero talento nella scrittura
    ed evidentemente, tuo fratello nel disegno..
    siete belli !
    un abbraccio Sabri

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  2. Quando racconti di queste cose lo fai sempre con un grande trasporto e un grande distacco insieme. Trovo questi tuoi post i più belli. Come se fossero molto molto sentiti ma raccontati con la maestria degli anni che sanciscono la distanza. Necessaria. Sei sempre molto brava.

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    1. Anche per me sono le cose più carine che scrivo. Ma soprattutto temo che la malinconia sia il mio lato più sincero e costante.

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  3. Sono sempre emozionata nel leggere questi stralci di vita, anche se so che di sentirti dire "che bel post, come scrivi bene" te ne freghi fondamentalmente... Ma amo i tuoi racconti, perché non fanno venire mai il minimo dubbio che sia roba inventata, si percepisce proprio a fior di pelle che quelle cosa le hai vissute...
    Un abbraccio.

    Maira

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    1. Ti dico la verità: mi piacerebbe molto invece prendere emozioni vere e attaccarle a fatti inventati, mi sentirei libera di esprimere proprio tutto, anche il peggio. Ma in fondo trattasi di blog, dunque parlo di cose vere e faccio prima, sono già lì, devo solo prenderle. Peccato però. :)

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  4. Più ti leggo e più mi piaci. Non so cosa avrei fatto per avere una sorella come te. Voi due nell'assenza dei genitori vi siete fatti forza, io con madre e 3 fratelli maggiori non avrei potuto essere più isolata.
    Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutte queste situazioni pesanti nella tua vita e sia stata costretta a crescere in fretta. Ma, seppur sia ormai una banalità, è vero quello che dicono: le difficoltà affrontate ti hanno reso la persona che sei. Indipendente, responsabile e con una gran testa. Avanti così.

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    1. Credimi, per tanti anni ci siamo aiutati pochissimo, poi da grandi, guardando indietro, ci siamo improvvisamente accorti di non essere stati così soli.

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  5. Questi stralci di vita sono un bel regalo che fai a chi ti legge quindi grazie. Tuo fratello è fortunato ad avere una sorella che l'abbia compreso così bene.

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  6. Il talento è anche quello che hai avuto tu, nonostante la giovane età ,nel capire tuo fratello, nel sapergli stare vicina.
    Credo che il tuo più grande talento sia la luccicanza
    Emanuela

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    1. In realtà ero piuttosto cupa, all'epoca. Credevo di essere a credito con la vita e regalavo poco agli altri. Pretendevo. Ero permalosa. Gelosa quando provavo grande affetto per qualcuno. Oggi ho superato alcuni di questi limiti ma ancora sono una che si fa i fatti propri, non luccico con tutti :)

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  7. Mi sono venute le lacrime agli occhi a leggerti....che bello questo scritto.....
    Hai mai letto "la vita davanti a sé" di roman gary? Perché certe volte mi fai lo stesso effetto
    Ciao

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Anche a me, sono venute le lacrime agli occhi...
    sei stata davvero bravissima a prendere in mano la situazione, quello che hai fatto per tuo fratello è stato un atto di grande amore...mi piace pensare che in futuro anche le mie bambine saranno in grado di pensare alle sorelle in questo modo così intenso ed incredibile...
    Anche tua mamma e tuo fratello, comunque, non sono da meno!!! Complimenti a tutti e tre...col cuore!!!

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    1. Mah, in realtà non ho fatto niente. Avrei potuto lasciarlo meno solo.

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  10. che bella la vostra fratellanza.
    mi è venuta voglia di vedere quei disegni con le copie di michelangelo.

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