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Spensieràmi!

Non so se capita anche a voi ma io durante le ferie sono...diversa.
Tanto per cominciare è diverso lo stile: quando lavoro mi trucco un pochino, per esempio. Dedico cinque minuti al giorno a lavarmi la faccia con apposito sapone, mettere la crema idratante, semmai inforcare le lenti a contatto, coprire le occhiaie e darmi un po’ di blush rosa sulle guance per evitare il colorito monitor. Quando non lavoro invece non mi trucco affatto, specie se è estate.

Poi quando lavoro dedico qualche secondo a decidere come vestirmi: a volte sono in botta e pesco tra vestiti vintage e gonne e investo sulla scosciatura. Quando non lavoro sono grunge: in inverno maglioni, jeans a caso e Converse bucate, in estate shorts, magliette a caso e infradito da due euro.
Quando lavoro sono focalizzata su ciò che devo fare, aggressiva nel senso che da buona ariete procedo a cornate, non tanto nei confronti delle persone quanto nei confronti degli impegni. Ciò che più mi dà fastidio è ritrovarmi un idiota come ostacolo. Quando invece sono in ferie odio gli orari, gli impegni e la fretta, sono fricchettona e voglio bene a tutti. Sì, anche agli idioti: sono persone anche loro. Ritengo di essere più me stessa quando sono in ferie, però è anche vero che se vivessi in ferie vivrei senza obiettivi, nel cazzeggio selvaggio, e invece fare le cose è bello, col senno di poi.
Tuttavia, per mantenere vivo lo stato d'animo delle ferie appena passate, mi sono salvata su Spotify la playlist "Spensieràmi" (imperativo di spensierare) con cose come Cielito lindo di Gabriella Ferri, Lazzarella di Carosone, Boum di Charles Trenet.
Negli ultimi giorni ci sono così tante novità e cambiamenti che l'adrenalina mi impedisce di leggere, allora cerco di spegnere il cervello infilando di auricolari.
Ascolto in maniera ignorante: non ho mai avuto la possibilità di studiare uno strumento, a parte il flauto alle medie con risultati, ehm, trascurabili, e quando un mio amico ha tentato di farmi capire qualcosa della chitarra, ci abbiamo rinunciato entrambi praticamente subito.
Allora mi sono detta: Vabbè, saltiamo a piè pari le basi e passiamo alla Canzone del sole. Ho chiamato la mia amica Mi.
"Mi insegni a suonare con la chitarra La canzone del sole entro la prossima edizione di "Noi non ci sanremo" (storica kermesse del centro sociale anarchico cittadino)?"
e lei mi ha risposto:
"Sei matta, trovarti un insegnante di chitarra è un'ottima occasione per trombare e non sarò io a metterti i bastoni tra le ruote"
Vabbè, a me poi ultimamente non me ne frega niente di trombare, tanto che continuo a dire doppi sensi a tutti e manco me ne accorgo da quanto sono arida.
Insomma, dicevo, sono ignorante ma quando ascolto musica mi metto in contatto con la mia parte istintiva e forse è persino un bene che non ci metto in mezzo la testa, che i miei pensieri fanno un rumore tale che se capissi qualcosa del pentagramma temo che non ascolterei più il ritmo del cuore.
Adesso sto facendo la playlist "Addormentami" ma ancora langue, poi ho fatto la cazzata di mettere Karma Police che invece di addormentarmi, mi strappa il cuore. Ho messo pure Beetlebum dei Blur che è la canzone più erotica di sempre, dai. Vorrei solo che qualcuno mi guardasse così dicendo "Nothing is wrong". Quando guardo questo video penso anche che è un peccato che cose carine come "rotolarsi a terra", da grandi si facciano così raramente.
Forse sono anche l'unica persona che adora sia i Blur che gli Oasis.

Commenti

  1. Ahah... no dai, ieri ho passato tutto il giorno ad ascoltare random la discografia dei Blur, con amore spensierato che va avanti dai loro esordi ;)

    Mi piacciono i titoli delle tue playlist. Tu punti al loro effetto, molto più poetica. Io in genere le creo per genere musicale o per classifiche annuali :\

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    1. Mah vabbè, non sono così originale, anche spotify mi pare ti dia la possibilità di scegliere in base al mood. :)

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  2. Le playlist, secondo me, sono qualcosa di così personale che è veramente difficile condividerle. Come quando al liceo il compagno di classe dell'ultima fila ti faceva una cassetta. Era bellissimo, come gesto intendo. Ma non si poteva ascoltare. Non si poteva capire. Non perché la musica fosse brutta o altro, era l'emozione che non passava. Cioè i pezzi, messi nell'ordine perfetto dal tuo compagno di scuola, perdevano la perfezione al tuo ascolto. Lo so no sono riuscita a spiegarmi. Però ho sempre amato chiedere agli amici, o ai conoscenti, le loro playlist. Credo sia un modo per entrare in contatto con le persone, che la musica e il piacere che ne deriva sono proprio cose inconsce. Molto, molto intime. Ma le mie, come sempre, sono seghe mentali.

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    1. D'accordo con te, non sono mai riuscita ad ascoltare per intero una playlist di qualcun altro. Le cassette erano belle perché a quei tempi, almeno io, con amici e amiche si condivideva pressoché tutto, dunque spesso, che ne so, Killing me sfotti voleva dire la stessa cosa per tutti (eravamo sempre tutti innamorati), oppure non so c'era Lithium che voleva dire "siamo amiche", o, che ne so You oughta know che ci ricordava a tutte uno che non ci voleva, o Make me bad che ci ricordava la gita o l'occupazione, insomma, robe così.

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    2. ahahaha, sto correttore di merda di safari che mi corregge softly in sfotti!

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  3. anche a me piacciono entrambi :)

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  4. Io non capisco pero' perche' tutti (e soprattutto tutte) si ostinano a ripetere che la donna comunque non e' rispettata anche da noi, che comunque anche da noi e' all'ordine del giorno subire molestie, ecc.
    E' vero, ma a cosa porta questo ragionamento? A giustificare altre molestie? A dire ok, livelliamoci pure verso il basso?
    Io credo che sia un ragionamento grossolano. Seppure vero verissimo e sacrosanto che la donna e' ancora in una posizione che varia da difficile a difficilissima ovunque nel mondo, e' pure vero che ci sono molte importanti sfumature. Per esempio, il trattamento e la considerazione della donna negli uffici del nord europa in cui ho lavorato e lavoro e' nettamente diversa (e dire piu' evoluta) che in molti uffici milanesi dove ho lavorato.
    E indipendente dalla religione, e' innegabile che ci sono comunita' - anche all'interno della stessa Europa, anche all'interno della stessa Italia - piu' o meno evolute in questo senso.
    Quindi "giustificare" quello che e' avvenuto a Colonia dicendo che tanto vabbeh, gli uomini sono tutti uguali a tutte le latitudini, e' sbagliato e pericoloso, secondo me. Non tiene conto di progressi e differenze che esistono eccome tra una comunita' e l'altra.
    Un altro elemento importante da analizzare e' che gli attacchi di Colonia erano organizzati, ed e' importante capirne le motivazioni. Non erano palpate di culo random. Erano parte di una strategia - che fosse una bravata collettiva o qualcosa di piu' grave e' ancora da stabilire.

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    1. Ricopio il tuo commento nel post giusto, mi pare interessante :)

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