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Triste

Sono giù. Mi sento la persona sbagliata al momento sbagliato nel luogo sbagliato. Non piango mica per me, sapete. Piango per l’umanità. Mi pare che tipo espio il male del mondo piangendo. Invece vorrei andare e fare. Ma non ci riesco.
Non sono capace. Al massimo m’incazzo. Al massimo alzo la voce. Al massimo mi rendo antipatica. Al massimo mi lamento con le mie amiche. Non mi piace lamentarmi. Ma lo faccio. Vorrei smettere.
Io non agisco. Io soffro e basta. Io non cambio le cose. Io mi limito a starmene lì, in overload. A sopportare. Io non sono una persona coraggiosa, non scelgo quasi mai, vado solo avanti come un buon somaro. Sono un fottuto buon somaro.
Ho sentito chiamare "cattivo" un bambino iperattivo, e mentre mi venivano gli occhi lucidi dall’indignazione, mi sono guardata attorno e non ho visto altri occhi lucidi, e allora ho preso la parola ma la parola tremava tremava, come se mi stessi per mettere a piangere, e se piangi non difendi, sei indifeso.
Sono così indifesa. Un buon somaro indifeso.

R

Commenti

  1. Siamo in due Vale, non sei sola!
    Vorrei dirti che non si deve essere cosí, perché se lo dico a te é come se lo dicessi a me... però, non funziona tanto.
    Se non altro, la tristezza prima o poi passa: per fortuna, anche i brutti momenti, come tutte le cose, hanno una fine. TVB. simone

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  2. non sei sola no.

    Da piango per l'umanità. vorrei andare e fare ma non riesco
    a Io non agisco. Io soffro e basta. Io non cambio le cose.
    mi par di leggere me.
    Solo che a me piace lamentarmi. non è una cosa bella, lo so, ma mi piace proprio lamentarmi e crogiolarmi nel guano, è più forte di me.

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    1. Pensa quanto bisogna essere egoisti per parlare di se stessi commentando il post di una che è triste, invece di consolarla.

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    2. Ma no, lamentarsi è un'azione fine a se stessa. I lamenti suscitano lamenti. ;)

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  3. Credo che ci voglia coraggio anche per andare avanti come un somaro. O quantomeno forza. E' quello che ripeto a me stessa, perche' troppo spesso mi sento come te. Ci vuole forza anche per incazzarsi, per alzare la voce. Non sei sbagliata, sei solo molto piu’ sensibile della maggior parte della gente, per cui ferirti diventa facilissimo. Ma non mi sembri indifesa. Forse sei solo stanca, tanto stanca.
    Vivere a volte e' sfiancante. Ma credo che dopotutto ne valga la pena. Scusa, forse il commento e' deprimente, ma era per dire che non sei sola.

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    1. Ferirmi è facile quanto difficile. Semplicemente io non vengo ferita dalle cose che in genere feriscono gli altri (non so, tipo le offese personali. Quando uno mi offende in genere penso che non capisce un cazzo :D).

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  4. Sai quante volte mi vengono le lacrime agli occhi, mi sento triste, piango in macchina e mi sento vuota, Vale?!?

    Non è essere somari, è essere sensibili farsi tutte ste pippe.

    Ero al cinema. Non il cinema del centro, il multisala american style figo sticazzi.

    Sono in coda con un papà e il figlio disabile, sulla carrozzina. Al momento dei biglietti gli dicono che suo figlio non può accedere alla sala.

    COSA?!?

    Il papà è incazzato nero, io ho le lacrime agli occhi, guardo il ragazzo. Tutti fanno finta di nulla, fissano i loro popcorn, armeggiano con il telefonino...

    Urla e se ne va. Dice che un multisala sticazzi non può, non deve avere barriere architettoniche, che suo figlio vuole vedere Inside Out come tutti gli altri bambini.

    Gli corro dietro. E sono l'unica, Vale, l'unica, ti rendi conto?
    Ma io questo ho voluto insegnare a mio figlio che era in coda con me.
    Che non deve e non può succedere questo nel 2015, al multisala sticazzi. Anche se solo noi siamo venuti via.

    Il papà ed io ci siamo fumati una sigaretta, abbiamo preso un caffè e fatto due parole. E poi siamo andati tutti e quattro a farci una passeggiata.

    Non sei indifesa. Non sei un somaro.

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    1. Tu sei delicata e sensibile questo si ma sei anche molto coraggiosa...quanto coraggio ci vuole a parlare quando la voce trema? quanto coraggio ci vuole a parlare quando vorresti soltanto piangere? Tantissimo, ce ne vuole tantissimo...mia figlia di mezzo ha iniziato la prima elementare, dopo 10 giorni circa di scuola le maestre vogliono un colloquio con noi genitori, vado da sola (grande errore, lo so!) perchè mio marito è via per lavoro, mi dicono che la bambina disturba è troppo vivace e che si, si vede che è una bambina intelligente e sveglia ma che tanto di tutta quella creatività non se ne fa nulla perchè non la sa convogliare in qualcosa di costruttivo...del resto, mi dicono le 3 maestre (una parla e le altre annuiscono come capre!) abbiamo una classe molto impegnativa e non è che possiamo stare dietro al vissuto ed all'emotività di tutti, no? Ed io mi chiedo che cazzo me ne faccio di una scuola così e di una simile società??? Non sei sola nè ad essere triste, nè a sentirti un pesce fuor d'acqua, te lo assicuro...

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    2. Scusate, dovevo sottoscrivere i feed per poter commentare di nuovo con il mio profilo e non rispondere soltanto tramite i commenti degli altri...spero di avere capito, ora...

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    3. Nu, non credo tu debba sottoscrivere i feed per commentare...
      Senti ma utilizzi il cellulare? Con il cellulare (browser nativo), a volte anche con Safari, sono in difficoltà anche io. Prova a cambiare browser.

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    4. Della creatività non se ne fa nulla? WTF?

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    5. @alessia: però almeno hai conosciuto quel babbo e quel bambino. Inside out a questo punto pirata.

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    6. Ah dici che galeotto fu Inside Out?!?
      :)

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  5. Soffrire mi fa sentire nobile, mi sono accorta.

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    1. Si', pure viva. A volte mi chiedo se non lo faccia apposta a cercare la sofferenza, appunto per sentirmi nobilmente viva.

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    2. Io credo un po' di sì (parlo per me :D)

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  6. Parole che avevo dentro da tempo e non riuscivano ad uscire....forse a me la voce trema più che a te. Grazie.

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  7. Sai che questa cosa di non scegliere mai la penso anche io, spesso, riferita alla mia vita. mi chiedo se ho scelto davvero di arrivare fin dove sono, o se mi sono più semplicemente lasciata vivere.
    la risposta che mi dò, assieme ad una rassicurante pacca sulla spalla, è che anche andare avanti, in genere, è una scelta, e nemmeno delle meno coraggiose; è la scelta di accettare e di accettarsi, di accettare le difficoltà e la realtà, senza scappare in mondi fittizi, di mettersi ogni giorno alla prova, di riconoscersi anche nei nostri lati bui, di non scappare di fronte a quello che ci spaventa, di fronte alla fatica di ogni giorno, di fronte a un futuro che a volte vediamo per niente rassicurante.
    Ogni giorno scegliamo, di fare della nostra vita la nostra opera più importante. Il problema non è sentirsi tristi, secondo me. Il problema è quando lo sei e non te ne accorgi

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    1. Sono d'accordo solo in parte, almeno per quanto mi riguarda. Io ho ciò che ho scelto per me, è vero. Ma conosco persone che per sé hanno scelto di darsi meno limitazioni, oggettive e non.

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  8. http://www.personealtamentesensibili.it/ :)
    simona

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