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"Tu ti lamenti, ma che ti lamenti"

Chissà che cosa pensano le signore delle pulizie della mia scrivania. La mia scrivania è molto disordinata, e a terra ci sono spesso dei bricioli. Probabilmente anche un sacco di capelli: sono tricotillomane.

Sulla mia scrivania ci sono un sacco di cose perché passo tutta la giornata lì, muovendomi poco. Lontana da casa, lontana dalle bambine. Lontana dal sole, lontana dall’aria, lontana dal mare. A volte anche lontana dalle idee, che le idee mi vengono quando cammino, mi guardo attorno, parlo da sola. Sulla mia scrivania ci sono fiori di Bach che non servono a granché, ci sono delle fialette di pappa reale e ginseng, che non servono a granché.
Ci sono anche delle lacrime artificiali, per aiutare i miei occhi a non bruciare. Ricordo che una collega di mio fratello, una giovane marocchina che lavava i piatti, diceva che era contenta di saper leggere a fatica, perché tutti gli italiani hanno gli occhiali, a forza di leggere. Diceva che gli occhiali sono brutti.
Ci sono un sacco di fogli, stampati, scritti, sottolineati, sulla mia scrivania.
C’è una cornice con una foto di mia figlia con il tutù (le altre due sono sul salvaschermo).


Le signore delle pulizie penso che pensino che io forse sono una persona sporca, con tutti quei bricioli e la tazza macchiata di tè.
Le signore delle pulizie sono tutte dell’est.
Io credo che un po’ a loro faccia piacere pensare che almeno sono sporca.
Perché sto tutto il giorno seduta, nessuno mi sgrida, l'azienda mi passa l'acqua e la frutta biologica. E le mie bambine non sono poi così lontane. Le mie bambine possono andare a danza. Io non lavoro per la sopravvivenza. Le signore delle pulizie sì. Fanno i turni, puliscono dove io sporco, forse hanno i figli ancora nell’est Europa. Non mettono i vestiti carini per andare a lavorare.
Io spesso lavoro con soddisfazione, qualche volta lavoro anche con ambizione. Posso pagare il mutuo, le vacanze, il corso di danza. Posso permettermi solo questo, ma quel sottile confine tra lavorare per mangiare e lavorare per mandare le bambine al corso di danza, fa la differenza, mi fa sentire ricca.
Mi sento ricca perché mia madre, quando ero piccola, per dei periodi ha fatto le pulizie. Lei lavorava tutto il giorno, a volte anche nei weekend e spesso la sera tardi, e poi a volte doveva chiedere a nonna Cloe di fare la spesa, verso la fine del mese.
Mi ricordo che una volta alle medie chi voleva poteva passare dal flauto alla tastiera. Mamma mi aveva detto che potevo passare alla tastiera. Quando fu ora di acquistarla, raggiunsi mia madre con la bici di nonna Cloe. Lei sul suo luogo di lavoro, con la divisa della cooperativa e lo straccio in mano. Mi disse che i soldi per la tastiera non li aveva. Tornai a casa più arrabbiata che triste, avevo il Barbour finto, senza l'imbottitura dentro, era molto freddo, vivevamo da mia nonna. Forse rubai una Marlboro rossa dal cassetto di mio zio. Forse quello fu il pomeriggio in cui scappai di casa, ma nessuno se ne accorse, e tornai a cena, come ogni sera.

Le signore delle pulizie, la foto di Carolina col tutù non la spolverano mai.


Commenti

  1. Grande, grandissima citazione musicale.
    Ci sta sempre.

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  2. Leggerti è un regalo al cuore... Beh, hai ragione, a volte basta poco per sentirsi ricca...

    Maira

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    1. Maira è proprio vero...Leggere Valentina è un regalo al cuore...Di quelli grandi!!1

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    2. Anche la mia mamma fa da sempre la donna delle pulizie...

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  3. resto sempre senza parole quando leggo i tuoi post!!!!!!!

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Le donne delle pulizie ispirano sempre grandi riflessioni anche a me.
    http://bxlblog2010.blogspot.be/2011/02/classi-di-sofferenza.html

    Ps.che bello che ora scrivi con piu' frequenza!una vera goduria

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  6. Ti stimo tanto, ti ammiro tanto, ma soprattutto condivido tutto quello che dici, perchè riflette parecchio quella che è la mia vita....anche se di figlia ne ho una e non tre....ma questo scritto sembra riflettere quello che penso io....incredibile davvero....
    Posso pagare il mutuo, il corso di nuoto, la scuola parificata. Posso permettermi solo questo, ma quel sottile confine tra lavorare per mangiare e lavorare per mandare la bambina al corso di nuoto,fa la
    differenza,mi fa sentire ricca.
    (ho ripreso e modificato quanto hai scritto tu, giusto per farti capire la vicinanza di pensiero....scusa se mi sono permessa il copia incolla...)

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    1. Sto pensando a uno tra i romanzi più belli che ho letto, Germinale, e. Zola. Ricordo che la miccia che faceva scattare i minatori non era la pericolosita del lavoro (almeno, non sulle prime), né i turni massacranti, ma il tornare a casa e non avere abbastanza da mangiare.

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  7. Il vicino di letto di mio padre, in ospedale, è seguito da una badante che ha lasciato in Ucraina due figli adolescenti. Proprio questa mattina mi mostrava le foto e mi diceva che il 21, il più grande compirà sedici anni. E io stavo lì a pensare cosa significa lasciare la tua famiglia a migliaia di chilometri per pulire la bava a un vecchio (la metto giù dura), condividendo casa con altre sei donne e mandare quasi tutti i soldi in un altro paese.
    Non lo so. Mi sembra terribile che per curare le nostre famiglie altre donne rinuncino alle loro.

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    1. Quello che descrivi ha un nome altrettanto terribile: Sindrome Italia.

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    2. Letto un articolo, nei giorni scorsi a proposito, se lo ritrovo ve lo linko. È un tema complesso, però. Non so se riesco a fare un commento sensato ora.

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  8. ciao,
    lavoro in un posto in cui la gente si fa il te e mette la tazza nel lavandino. Senza togliere la bustina. O butta i giornali per terra nel corridoio alle 9 di mattina e li lascia lì fino a sera.
    Una sera ho incontrato un signore delle pulizie e aveva le lacrime agli occhi, mi ha raccontato che era venuto in Italia per provare a vivere meglio e che ora gli avevano ridotto le ore, faticava a comprare lo zaino a sua figlia e aveva il mutuo che gli metteva l'ansia. E nelle Filippine ora i suoi parenti stanno meglio e lui vorrebbe tornare. Ma non ha i soldi per comprare i biglietti a tutta la famiglia.
    Io sono una persona ordinata. La mia scrivania è facile da pulire perchè non è riempita da troppe cose. Sono come Marge Simpson che pulisce per non far trovare sporco alla donna delle pulizie. Perchè penso che va bene che è il loro lavoro ma ci vuole anche rispetto nel lasciare le cose in giro

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    1. Io sono disordinata sulla mia scrivania (anche se come forse si vede dalla foto) non mi separo mai dal mio spruzzino e pulisco mouse e tastiera. Purtroppo non mi hanno fornito la scopa. Gli spazi di tutti li rispetto.

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  9. Io vorrei che tu la smettessi di sentirti in colpa. <3 Monica

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    1. Non è proprio un senso di colpa, è un senso di uguaglianza che se vuoi nasce da una bassa autostima.

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    2. Allora vorrei che la tua autostima non scendesse mai e stesse sempre li dove deve stare. A livello dei tuoi occhi quando guardi in alto <3

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  10. Bel post che porta a grandi riflessioni e che condivido..

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  11. Bello questo post...anch'io rifletto molto su questa realtà delle cose...tu però lo sai esprimere molto bene! Triste e toccante al tempo stesso...per quel che conta, non sei sola in quest'abisso di razzismo e crudeltà quotidiana!

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    1. In realtà qui non si tratta di razzismo. Qui siamo tutti molto rispettosi e umani. Scusa se sono ideologica , ma è il capitalismo su scala mondiale che genera questo.

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    2. Mi riferivo al pensiero comune non a questo blog, purtroppo ogni giorno leggo commenti allucinanti in ogni dove, privi di rispetto e poco attenti alla dignità umana...era una considerazione ad ampio raggio, ho scritto qui questo commento perchè penso che la maggior parte delle persone non si curi affatto di quale sia il pensiero del personale delle pulizie, italiano o straniero che sia!

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  12. Alcune mie colleghe appallotolano i fax e li lanciano a terra perché tanto poi "ci pensano quelle delle pulizie a sistemare" .
    Spesso lasciano bigliettini sulla scrivania con scritto: spolverare meglio/ sul monitor ci sono aloni...
    che già mi starebbe sulle balle se a farlo fosse la Paris Hilton de noatri, ma a farlo sono quelle la cui stessa madre faceva le pulizie in una cooperativa e il padre i turni in fabbrica per permettere loro di laurearsi. Ed ora perché hai un pezzo di carta ti devi comportare così? Cos è? Bisogno di rivalsa? Mah

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    1. È chiaro che le tue colleghe non stanno bene con se stesse.

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  13. La donna delle pulizie che lavora nel mio ufficio è italiana ed è tanto se svuota i cestini della spazzatura.

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    1. Non siamo tutti uguali, non sono tutte uguali :)

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  14. Da noi ce ne sono tre tutte e tre italiane. Non hanno brutte storie alle spalle, sono sposate hanno figli, una è nonna (giovane).
    Ma è il concetto del non aver rispetto delle persone che mi infastidisce, di qualunque nazionalità siano

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  15. Mia madre, come ho già scritto sopra, fa la donna delle pulizie mio padre per una vita ha fatto i turni in fabbrica, entrambi hanno frequentato solo fino alla quinta elementare...Non mi sono potuta laureare, ma solo per causa mia. Queste origini famigliari, mi aiutano ad avere maggior rispetto ed empatia per il personale con mansioni inferiori alle mie, non il contrario, non capisco proprio le tue colleghe, ma mi fanno molta rabbia!

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