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La Memoria raccontata alle mie figlie

Venerdì sera sono andata con le bimbe in una sala del nostro comune che per l'occasione era stata prestata alla sezione ANPI (associazione nazionale partigiani italiani) per la proiezione di un film sull'Olocausto. Il film non era troppo crudo per le bambine, e infatti c'erano anche altri bambini. Certo, non è stata una commediola. Dico che non era crudo quanto lo sarebbe potuto essere, considerando l'argomento. Il film era Monsieur Batignole. Tutto sommato era anche un film piuttosto "furbo", alla fine i francesi non ne uscivano male, e poi finiva bene. Ma non ve lo voglio spoilerare, anzi, se volete parlare dell'argomento con i bambini, il film è adatto, secondo me. La fotografia è bella, ricorda un po' la commedia all'italiana.

Quando siamo uscite c'era un posto di blocco dei carramba e ho avuto un istante di paura forte, quasi atavica. Poi mi sono guardata attorno e mi sono detta che bhè, mi lamento spesso della nostra democrazia ma in fondo sono piuttosto libera. Almeno dalla paura. Non è una fortuna che tutti possono vantare. Voi probabilmente sì, certo. Ma l'altra mattina una collega mi raccontava di suo padre, nato in guerra, in Emilia Romagna, uscito dalla cantina dove la sua famiglia si rifugiava, verso i due anni d'età. Non è un film, è quello che sarebbe potuto capitare a noi e ai nostri bambini se fossimo nati altrove, e non in questo paese dove la democrazia sembra un'attività da gelatai.
Le bimbe mi hanno chiesto spiegazioni sulla Shoah anche se qualcosa era già stato raccontato a scuola. Io ho detto che non è vero che la Memoria serve affinché quello schifo non succeda di nuovo. Perché quello schifo non è successo solo quella volta, né è stata l'ultima. Certo, il massacro sistematico degli ebrei è stato un caso inaudito, e grazie a dio è inaudito perché sennò l'umanità non sarebbe in buone condizioni. A scuola non parlano del massacro dei Tutsi in Ruanda, di quello nel Darfur, di quello di zingari e omosessuali, contestualmente a quello degli ebrei. Non dicono di come in America latina veniva torturato chi si opponeva ai governi militari, anzi, magari, chissà, le bimbe hanno persino visto quella schifezza umana di Pinochet in tv, prima che morisse, serenamente, di morte naturale. Lo so, lo so, torturare con le scosse elettriche gli oppositori è concettualmente diverso da uccidere sistematicamente un'intera etnia, per farla sparire dalla faccia della terra. E allora rimaniamo al genocidio. L'occidente, negli anni novanta, ha guardato indifferente il genocidio ruandese che pare aver provocato un milione di morti, e pensate un po', le radici profonde degli scontri cosiddetti etnici, in Africa, sono nel colonialismo, ohibò, europeo. Gli uomini sono delle bestie, soprattutto in branco, e la Memoria non ha funzionato.
Molti di noi sarebbero disposti a denunciare gli zingari, se qualche suonato al potere avesse i mezzi per espellerli. La Memoria è stata tradita e saremmo pronti a tradirla di nuovo, questo volevo dire. Lo stesso antisemitismo è piuttosto fuori moda e politicamente scorretto, ma esiste ancora, e non sto parlando delle barzellette sugli ebrei che a volte circolano persino tra i benpensanti.
Ogni volta che ho postato qui qualcosa che parlava di qualche vicino musulmano, si sono scatenate le troll, che, dal tenore dei commenti posso dire con certezza che mi leggono sempre, da anni, attentamente, e che probabilmente non mi apprezzano, ma quando parlo di musulmani va loro il sangue al cervello e non riescono a trattenersi. Forse sono le stesse persone che vanno in visita ad Auschwitz, pensando che un po' di senso di colpa generico di fronte all'orrore le renda umane. Ci hanno insegnato questo: sentiti in colpa, chiedi perdono, e stai sereno.
Io invece voglio insegnare questo alle bimbe: non fate le coglione e non avrete nulla di cui sentirvi in colpa.

Ho detto alle bambine che è umano avere paura di chi non conosciamo, ed è umano avere dei pregiudizi, ma che la Memoria deve insegnarci una lezione, che va molto al di là della costatazione dell'orrore perpetrato, in quell'occasione, nei confronti del popolo ebreo, e questa lezione è che non dobbiamo mai confondere mai la parte con il tutto. Non pensare che se il vicino ci sta antipatico, abbiamo un problema con gli africani, che sono milioni di persone. Non dire mai "I gay mi stanno simpatici", ma piuttosto "Giuseppe mi sta simpatico, non so se sia etero o gay". Non pensare che se dei musulmani folli fanno una strage in una redazione europea, allora è in atto uno scontro di civiltà e noi dobbiamo partecipare, attaccando o difendendoci, a parole o a fatti.

La Memoria è lasciare essere gli altri ciò che sono: l'umanità non ha imparato la lezione ma forse, spero, le mie figlie possono farlo.
Banalmente, alle bimbe, dell'olocausto, ho detto questo.

Commenti

  1. Condivido praticamente tutto. Stavolta sì.

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  2. sei davvero una mamma grande. Non ho altre parole, io che sono la stralogorroica delle logorroiche! Le hai dette tutte tu, le parole importanti.
    Sto pensando a che ragazze splendide diventeranno le tue bimbe.....tranquilla, prima ti faranno incazzare da morire: ma ogni tua parola è lì, dentro di loro, uno zoccolo duro che resta, sempre.
    Emanuela

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    1. speriamo bene, che se fanno le razziste le meno :D

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  3. Ci hanno insegnato questo: sentiti in colpa, chiedi perdono, e stai sereno.
    E con questa frase devo dire che ti adoro.
    Belle parole sistah.

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  4. Ciao! Nel mio piccolo posso solo dire, insegnando in una scuola media, che cerco di trattare tutti gli argomenti da te citati. Forse non ne parlano tutti, e soprattutto non ne parla la tv...

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    1. Ai miei tempi non ne parlavano neanche gli insegnanti. Brava tu.

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  5. Ti avviso che non puoi spoilerare il film. Lo hanno dato oggi pomeriggio in televisione.

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  6. Mi piace, prendo appunti per quando me lo chiederà mio figlio!

    Grazie,
    Marghe

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  7. Sono d'accordo al 100%. Scrivevo qualche giorno fa sul mio blog infatti, che nel giorno della memoria mi è sorta una riflessione. Ci scandalizziamo tanto per gli orrori dell'Isis, ci comportiamo come se noi, occidente evoluto e superiore, fossimo estranei alle barbarie. Sono passati 70 anni dai campi di concentramento, non 2000. E non erano in Iraq, ma in Germania. Secondo me in questo senso ricordare serve, per avere prospettiva nei ragionamenti.

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  8. Sacrificare l'attualità alla memoria è il grande equivoco e la grande ipocrisia della nostra epoca. Sì alla verità storica. No alle favolette su un presente perfetto e felice, saggio di insegnamenti da un passato recente e atroce, ma pur sempre passato.

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