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I colpi di scena

I colpi di scena mi piacciono da morire. La cosa che mi sta sul cazzo dei colpi di scena è che non sono quasi mai come uno se li aspetta, cioè, come dire, esplosivi. Fateci caso quando assistete alla rappresentazione di una storia, non so, un romanzo, un film, una serie. La maggior parte delle cose che accadono, sono piccoli particolari di cui il protagonista è all'oscuro: tipo siede su un aereo accanto a un tizio che gli cambierà la vita, e non lo sa.

E da quel volo a quando questo personaggio gli cambierà la vita, il protagonista si lava i denti, fa la pipì, fa l' amore, va a dormire, pranza, si scontra col capo-ufficio, va a buttare la spazzatura, s'incazza col sistema, ride, piange, si annoia, spreca il suo tempo su Facebook, migliaia e migliaia di volte. Ma noi lettori non le vediamo, queste cose: noi vediamo solo quello che importa. Per questo è bello, leggere: perché riconosci i colpi di scena, non sono annacquati da migliaia di sedute sul water, frustrazioni, menate, routine, orgasmi, pasti, come la vita. E per questo è bello scrivere: perché tu sei presente, ogni volta che il protagonista spegne la sveglia, quando prende il caffè, quando indossa le calze. Ma è un segreto tra te e lui: tu devi cogliere e portare alla luce solo quello che importa.

Io nel 2014 ho avuto un colpo di scena, e adesso vivo nel frattempo. Il colpo di scena è che nel 2014, una notte, d'estate, sono a terra, mi metto su internet e sì, decido di comprare un volo per Berlino, da sola, quando le bimbe saranno al fiume in tenda col padre. Il colpo di scena non è che sopravvivo a un disastro aereo, o che incontro un musicista di strada e scappo con lui, né che ordinando un tè nero in una caffetteria di Kreuzberg gestita da un peruviano, conosco un produttore discografico che, sentendomi canticchiare sola al tavolino, scopre il mio immane talento, mi propone di fingere di essere una suora, di partecipare a X Factor tedesco, e di diventare una star televisiva.
Non è successo un cazzo di tutto questo.

Io perfettamente integrata.
Sono solo stata bene, anche se non era caldo come piace a me, anche se stavo in un ostello del cazzo, anche se sono andata alla Neue Nationalgalerie il giorno di chiusura, facendo un sacco di strada a piedi perché non so usare i mezzi, e sono finita quasi per addormentarmi su un'aiuola per la stanchezza, mentre guardavo gli skaters, nel piazzale vuoto; anche se il primo giorno, che mi sono infilata in un locale underground, con due rasta che suonavano una specie di drum and bass pazzesca, non ho avuto il coraggio di parlare con nessuno e neanche di ordinare una birra. Anche se appena arrivata mi sono fiondata al mercatino dei fricchettoni accanto all'ostello e la prima cosa che ho visto è stato un eroinomane, seduto a terra seminudo, che si grattava via la pelle, e io se vedo un eroinomane mi sento male e mi viene da piangere e vomitare, e non avevo nessuna spalla su cui appoggiare la fronte.

Marò questi.

Nessun evento improvviso, esaltante e incredibile. Anche se ho conosciuto un ragazzo molto bello, e lui mi ha chiesto se poteva venire a trovarmi e io gli ho detto no, perché no, e recentemente mi ha chiesto un paio di volte se andavo a trovarlo a Berlino e ho detto no, perché no.
Il colpo di scena è stato che poi sono tornata a casa. E che ho guardato la mia casa e, per la prima volta, ho pensato "Grazie di essere stato il primo posto dove io mi sia mai sentita a casa, ma tutto il contorno forse non è quello che voglio io". Nessun viaggio mi aveva mai fatto quest effetto. E quest' effetto mi sta sul cazzo perché ho un mutuo e le banche non stanno lì a pensare ai tuoi sogni.

Io, integrata, ma con la paranoia del torcicollo

Da agosto in poi, la vita è stata tutto un segno. La creatività eccezionale delle bambine, senza opportunità. La mia necessità di intelligenza e di crescita, e non di belle colline da vedere. La lotta tra i pro e i contro.
E ora mi trovo che fai quelle mille pipì, e ti lavi i denti mille volte, prima di sapere cos'è che devi fare; che cosa davvero ti ha dato, dove ti ha portato, quello che potrebbe essere stato il colpo di scena.

Io però li odio, i colpi di scena, quando fanno così.

Commenti

  1. non mi stanchero' mai di dirti quanto e' bello leggerti! Valeria

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  2. Sottoscrivo Valeria!

    Rossella29anniCatanzaro

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  3. Come le dici tu le cose.
    E ti capisco: mi capita la mattina, ancora assonnata, seduta sul wc di ripercorrere quali sono gli eventi che mi hanno portata qui, a sentirmi così. E i colpi di scena è vero, mica li riconosci, si mescolano al dentifricio e all'acqua del lavandino e ti lasciano lì come una scema a dire: e mò?

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    1. Che palle però, io voglio la botta di vita, sempre, ogni giorno :D

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  4. Sarebbe fighissimo avere la possibilità di sapere quale evento cambia di botto il senso di tutto. Anche perché di solito gli eventi si incastrano alla cazzo nella nostra mente. E poi a conti fatti la somma di quei cazzo di eventi è la nostra vita. Più o meno. A conoscerli prima i keyframes e i plotpoint non starei mica qui a menarmela. Btw Polly mollala quella casa. Le colline il verde il ruscello le stelle il nulla. E vai verso quello che il tuo occhio il tuo cuore e la tua mente vogliono vedere.

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    1. Penso lo farò davvero, anche se non so con che tempistiche.

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  5. È la prima volta che ti leggo e penso di rifarlo. Brava

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  6. come te capisco, teso'. 'na vita ad aspettare er colpo di scena (meglio se insieme ar colpo de culo) e poi ho studiato uno 'na cifra bravo che se chiama vogler e ho capito che tocca dasse 'na mossa dopo quer segno che te fa capi' che sta pe cambia' tutto.
    er segno se chiama incidente scatenante (e tutti a grattasse) e insomma pure naa vita secondo me funziona così.
    se nce credi leggi qua https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&ie=UTF-8#q=incidente%20scatenante

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  7. Eh si, fanno così. Però magari c'hanno ragione a farcela un po' pagare, chissà quante volte sono passati ed abbiamo fatto finta di non conoscerli, oppure, più semplicemente, non li abbiamo riconosciuti.

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  8. I colpi di scena sono strati su strati di percezioni che poi ti illuminano. Bello questo post... ma non è che mi stai un po' perdendo di acidità? ;-)

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