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Leggete: "Mara Renato e io", Alberto Franceschini

Alberto Franceschini, assieme a Renato Curcio e a Margherita Cagol, è stato uno tra i capi storici delle Brigate Rosse.
Prima di scrivere qualcosa di questo libro vorrei proporvi una brevissima cronologia, con gli episodi che sento spesso citare alla rinfusa parlando di Brigate Rosse:
Nascita BR: primi anni settanta (parliamo appunto di Franceschini, Curcio, Cagol eccetera. I primi due, e buona parte dei compagni, sono stati arrestati nella prima metà degli anni 70 e sottoposti a regime di carcere duro con l'accusa di banda armata; Mara Cagol è morta nello stesso periodo in uno scontro a fuoco con la polizia).
Omicidio Aldo Moro: anno 1978, leader dell'operazione: Mario Moretti.
Omicidio Marco Biagi: anno 2002, ad opera delle cosiddette Nuove Brigate Rosse (ammetto la mia ignoranza: mi sfugge la connessione con le "vecchie").

Dicevo.
Acquistavo libri su Amazon, e a un certo punto Amazon mi dice: forse potrebbe interessarti questo libro, che è "Mara Renato e io".

Chi vi propone un acquisto correlato è un software, come ben saprete. A ogni prodotto vengono assegnati dei tag (che sono come parole chiave, categorie o descrizioni, detta in maniera molto semplicistica), e il software vi propone di acquistare, oltre al prodotto nel carrello, articoli individuati come simili secondo una logica predefinita. Ad Amazon devono essere stati piuttosto bravi a stabilire quella logica perché ci pigliano spesso. Ad Amazon sono bravi in generale a fare ecommerce, i più bravi.
Dunque sì, quel prodotto mi interessava, l'ho ordinato, e non vedevo l'ora arrivasse. Mamma dice che queste cose non le dovrei ordinare su internet, io le dico mamma tranqui, quel libro è un Oscar Mondadori e Mondadori non è esattamente la casa editrice dei dissidenti, non è come ai tuoi tempi, e io non sono mio padre,  non rompo i coglioni a nessuno, e i libri non fanno più paura al sistema. Mamma mi fa tenerezza.

Mara Renato e io, che io dico essere di Alberto Franceschini, ma che è stato scritto da Pier Vittorio Buffa e Franco Giustolisi, giornalisti, è uno dei libri più intensi che io abbia letto di recente. Sapete quei pochi libri che ti cambiano, perché recano una prospettiva forte, che non sono solo parole scritte, ma molto di più: qualcosa che non avevi considerato. Non avevo considerato il lato umano della lotta armata. Mi ero fermata a cercare di capire le dinamiche storiche, l'ideologia e il motivo della rabbia politica.
Mara Renato e io, Alberto Franceschini

Io credo che dovreste leggerlo perché la lotta armata degli anni settanta oggi è un tabù, ed è giusto che condanniamo la violenza, a me per esempio fa una gran paura, ma credo che non dovremmo affossare tutta quella storia. Perché non si è trattato di tre facinorosi, ma della generazione figlia dei partigiani, cresciuta nelle file del PCI: studenti, operai, professionisti, persone che si sono sentite tradite da un sistema che si stava delineando come la merda che è diventata.
Dunque io vi invito, se volete, a interessarvi di quella promessa tradita, a capire il disagio che serpeggiava, al di là della fuffa ideologica e delle teorie sul comunismo che non condivido, che nel 2014 non posso in alcun modo condividere. Perché per me, nata nell'83, il comunismo è qualcosa su cui non ho mai fatto i conti, una millantata alternativa impossibile a un sistema che peggiora solo e che forse neanche vedrò schiantarsi. Un sistema in cui non posso fare altro che sopravvivere, barcamenandomi e nascondendo ogni giorno a me stessa che ne sono parte attiva.
Odio il dogmatismo di qualunque colore e ho paura della violenza, però, in questo libro ci sono dentro degli uomini, e c'è dentro un inquietudine che riconosco, che non mi passa: di qui la voglia di capire che cos'è successo.
"Tonino, molla i miti, noi siamo stati solo dei tossicodipendenti, drogati di tipo particolare, di ideologia. Una droga micidiale, peggiore dell'eroina"
Vi dico solo che dovreste leggere, oppure potete non farlo, però credo che gli "anni di piombo" non sono esattamente quello che raccontano alla televisione.
E credo anche che più le persone vivono, più smettono di giudicare. Giudica solo chi ha vissuto poco. Spero per voi che non siate tra questi.
"Peso quarantotto chili, la pelle è sottilissima [...]. Se mi guardo il torace mi viene in mente Holger Meins, il primo compagno della RAF morto per uno sciopero della fame [...]. Io non voglio morire. La prima parte della mia vita se n'è andata, è come se avessi concluso il capitolo di un libro. Voglio continuare. Forse è bello girare con in tasca una patente vera, da far vedere ai carabinieri senza stare con la mano pronta a scattare alla cintura, dov'è la pistola." 
(Un altro libro che dovreste leggere è Diario di una giurata popolare al processo delle Brigate Rosse" di Adelaide Aglietta, pacifista del partito radicale).

Commenti

  1. Grande successo per l’asta 2014 organizzata dal Trio Medusa e Radio Deejay in favore del Cesvi. 156.000 euro è la cifra raccolta tra sms e gli oggetti delle star venduti all’asta. Tra i cimeli più richiesti il casco di Valentino Rossi e la canotta autografata di Marco Belinelli tra gli sportivi mentre sul versante musicale il best seller è stato la nuovissima raccolta di Tiziano Ferro autografata, seguito dall’EP di Lorenzo Fragola, il “freschissimo” vincitore di X-Factor. I fondi raccolti verranno destinati all'Ospedale St. Albert in Zimbabwe e a progetti di supporto agli orfani e ai ragazzi di strada a rischio di Hiv, in Zimbabwe e Congo, per la Campagna Cesvi “Fermiamo l’Aids sul nascere”.

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  2. L'ho letto... anzi ho letto quasi tutto quello che c'è in giro sul terrorismo e in particolare sulle brigate rosse perché nel lontano 2001 scrissi la mia tesi all'università su questo argomento (effettivamente non facile da affrontare)... ricordo che mi lasciò molto quel libro, testimonianza diretta della nascita delle Br e dei risvolti successivi... l'anima che veniva dal Pc e quella dell'università di Trento.
    Chiaramente va tutto preso con le pinze ragionandoci sopra perché si tratta sempre di testimonianze dei diretti interessati quindi poi da confrontare con altri testi...
    E' un libro da leggere!
    ciaoo

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    1. Certo, le pinze sì, ma mi sono chiesta se i due giornalisti che hanno raccolto la testimonianza abbiano già mediato, pare di no.

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  3. Io sono piuttosto ignorante in materia. Nella vita non c'è spazio per tutto. Nel mio cervello men che meno. Sono nata nel 78 il giorno in cui hanno ritrovato il corpo di Moro. L'infermiera lo disse a mia madre la mattina in cui io vidi la luce la prima volta. Ma so con certezza che quasi tutto quello che ci hanno raccontato è piuttosto falso. Falsato. Edulcorato. Ammorbato. Tutto. Non solo di quegli anni lì. Ma anche di questi qui.

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  4. ho letto questo libro ma, soprattutto, ho vissuto in pieno quegli anni: sono del 1958 e sono di Genova, città in cui la presenza delle BR si è sentita e vissuta in maniera enorme. Ero in facoltà quando rapirono Moro, ero al funerale di Guido Rossa nel gennaio 1979. Ho avuto amici che si sono "trovati", affascinati e coinvolti, a fiancheggiare le BR e la lotta armata.
    .....Poi è successo che chi aveva soldi se n'è andato a Parigi ( e fa il poeta). Chi era un povero cristo è finito nell'eroina e se n'è andato a 28 anni.
    Anni difficili. Per il resto concordo in pieno con ciò che dice Ernest.
    A te dico grazie per gli spunti che lanci sempre. Emanuela

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    1. Hai ragione, c'erano anche furbi e poveri cristi...

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  5. Mi e' piaciuto tanto 'morte di un uomo felice' di giorgio fontana. rievoca quei tempi. In genere leggo di BR quando sono incazzata col mondo.

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    1. Io quando sono incazzata mi estraniò con la letteratura, quando sono lucida e forte leggo saggi.

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  6. Buone Feste, Valentina. Mi hai fatto tornare in mente l'anno in cui per Natale mi sono fatta regalare "Il prigioniero", di Anna Laura Braghetti scritto la giornalista Paola Tavella. Io ho qualche anno più di te, e ai ricordi vivi - scene e parole nei notiziari radio TV, discorsi tra gli adulti in casa, le manifestazioni anche violente nelle strade della mia città, una sorta di cupa aggressività diffusa - si aggiunge la sensazione di difficoltà a decifrare e comporre quello a cui assistevo, perché ero una bambina o poco più. Quando è uscito quel libro - il primo forse diffuso ampiamente tra quelli di chi è stato direttamente partecipe, il primo di cui sono venuta a conoscenza comunque - l'ho letteralmente bevuto, in una notte, anche se capivo che non poteva darmi chissà che risposte, di cui comunque sentivo un bisogno tremendo. Come dice Ernest, prendere tutto con le pinze, ma - come dici tu - affrontare il tabù.

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    1. Non dà risposte, ma anche le domande sono molto interessanti. :)

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  7. tu lo sai che il mio primo atto di ribellione scolastica `e stato rifiutare di scrivere il tema sul rapimento di Aldo Moro alle elementari? Cazzo avevo da dire io sul rapimento i Moro che manco sapevo chi era?

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