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Volevo fare l'amazzone

Ciao,
in questi giorni la mia vita sembra volermi dire qualcosa, a gran voce. O forse sono semplicemente io che sono particolarmente ricettiva per questo tipo di messaggio.

Sapete le fiction o anche alcuni periodici oppure per esempio anche Genitori Crescono: ci sono i temi della puntata, o del mese, o della settimana.
Per esempio, se prendiamo Ned Scuola di sopravvivenza, che è una serie per pre-adolescenti che guardano le bimbe dalla nonna (e che mi piace un sacco), abbiamo una storia, come dire, trasversale rispetto a tutte le puntate e la storia che si esaurisce nelle puntate stesse. La singola puntata ha sempre un leit motiv molto evidente: che ne so, il bullismo, o l'aspetto fisico, che si ripropone in più situazioni che riguardano il protagonista e i suoi amici. Sul tema della puntata, i protagonisti imparano sempre qualcosa.
Se volete è uno schema molto semplice però in fondo deve avere a che fare con la vita, perché le storie belle, quelle che piacciono alle persone e in cui le persone si riconoscono, contengono tutte certi pattern.
E insomma, ultimamente mi si ripropongono sempre gli stessi ragionamenti, sullo stesso tema, manco fossi in una puntata di una serie, lunghissima, che finirà solo quando avrò imparato qualcosa.

Il tema è la creatività, la personalità, i sogni. Mi è capitato di parlarne con vari amici, ma in maniera spontanea, non è che mi è venuta una fissa e la ripropongo a tutti.
Ci si dice: ma io volevo essere così ? Ma per quale straminchia di motivo i miei genitori non si sono accorti che volevo ballare/disegnare/suonare ? Che cosa sarebbe successo se... ?
Io non so se un problema di tutti i miei coetanei oppure, ehy, se ci siete, ventenni e quarantenni, diteci se  vi sentite così anche voi, dicevo, non so se sia che ho trent'anni e a trent'anni sono tutti in crisi, ma capita che si pranza, ci si guarda in faccia e ci si dice cazzo, ci hanno convinto che il posto fisso andava bene, che il mutuo andava bene, ci hanno convinto che se disegnavamo era brutto perché  la scuola sono i numeri e le lettere, e non la creatività, e non i sogni, e non essere felici, e così ci hanno messo in trappola, i nostri stessi genitori, e noi stiamo facendo meglio con i nostri figli?
Stiamo predigerendo i pasti per loro, quando li sgridiamo perché non sanno le tabelline, invece di lodarli perché ballano da dio, perché vanno a pallavolo, perché sono esseri umani di cui siamo orgogliosi?
Abbiamo imparato la rabbia e la sopportazione e le stiamo tramandando come bravi cani alla catena?
Me la sto a menare perché mia madre non mi ha mai mandato a cavallo o a suonare la chitarra, e perché il sistema mi ha messo dentro un senso del dovere che ha attecchito piuttosto male, poi mi chiama la maestra, dice che Carolina non studia e io dentro di me penso solo "Sti gran cazzi, è una brava persona". Ma poi che faccio, davvero, per mostrarglielo, che è una brava persona?
Che cosa, nel mio comportamento quotidiano dimostra che io credo nei sogni e non in un tranquillo asservimento, la pancia piena e il cervello obnubilato di puttanate?



Quindi dicevo, mi capitano questi segni in loop, queste vignette su Twitter, queste conversazioni a pranzo, questa voglia di vivere che bussa forte, ogni giorno, a dispetto del bisogno di sopravvivere, il meno faticosamente possibile.

Da qualche mese lascio socchiusa la porta del terrazzo per permettere alla Micy di entrare e uscire come le va, finché la temperatura è mite. Mia madre, ospite a casa mia una volta che non c'ero, mi ha raccontato che quando la Micy esce , si introduce un altro gatto, mangia le sue crocchette, e poi se ne va.
Anche dentro di me s'è intrufolato qualcosa che non so di preciso cosa, e si sta mangiando tutte le mie crocchette.

Commenti

  1. Hai ragionissimo.Ho gli stessi tuoi dubbi, sopratutto sul sistema scolastico.Esempio: la maestra prevalente (nome pessimo, pare un virus) che mi dice che il mio ottenne passa secondo lei troppo tempo a sognare, ridere e scherzare (e ha comunque la media del 7/8 in pagella!).Ieri mi ha fatto notare risentita che "non è serio nè rispettoso" il fatto che (sor)rida spesso, e a me monta una voglia carogna di urlarle che, sotto sotto è un pò invidiosa, e solo perchè qualcuno anni fa le ha fatto gettare alle ortiche sogni e bisogni dell'anima lei non ha diritto alcuno di "castrare" i sogni altrui.
    Grazie per i tuoi post saggissimi e buon tutto!
    Cris B.

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    1. Guarda, sono giù di testa anch'io: passi 8 anni a preoccuparti delle loro emozioni poi li devi mettere in mano a un soggetto casuale che, capito, insegna e giudica, quando tu hai sempre insegnato a non giudicare mai.

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  2. quanto avrei voluto frequentare una scuola di teatro, da bambina! Teatro, recitazione, canto......la mamma mi diceva che non esistevano, quindi nulla di tutto ciò.Poi ero " brava" a scuola, secondo il metro comune, mamma mia quante soddisfazioni davo!
    Poi ho cercato di non cadere in questa trappola con i miei figli, di fronte al loro papà per il quale il risultato scolastico rappresentava il loro essere bravi. Il loro ESSERE.
    Le tabelline prima o poi si imparano e inoltre, come diceva la ( grande) maestra di Giulia...tutti impariamo a leggere, scrivere e far di conto,prima o poi.
    Ma mica tutti sappiamo ballare o far bolle di sapone giganti! Paghiamo il mutuo, ok, ma cerchiamo di continuare a seguire le nuvole ,giocare bene a pallavolo o disegnare bene, che i nostri figli tutto ciò lo vedono e lo respirano. Emanuela

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    1. bellissimo quello che dici. Continuiamo a seguire le nuvole, oltre a pagare il mutuo. Già.

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  3. in tempi di crisi si elimina qualcosa. Una volta eliminato il "qualcosa" si scopre che non era così essenziale, che si può farne a meno.
    E assieme a un ridimensionamento materiale si fa un processo simile mentale. E da qui partono riflessioni che portano a pensare "ma cosa ci facevo io con tutta sta roba che non mi serviva ma pensavo mi servisse?" e quindi "ma allora, cosa mi serve vermante? cosa voglio dalla vita?"
    E' un mio pensiero, ma forse non è un caso che questo tema si riproponga, l'ho notato anch'io. Forse non tutto il male viene per nuocere.

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  4. Ciao ormai ti leggo da tantissimo tempo, ma non ti ho mai commentata..ho 26 anni laureata e due bimbi uno di 3 anni e una di 15 mesi...sono una mamma libera e un po selvaggia...molto spesso,anche prima di avere figli, mi sono interrogata sul perché delle scelte di mio padre ( la mamma l'ho presa da piccolissima) e mi domando..perche questo sport? Perché questo strumento musicale? Ecc...per fortuna mio papa ha sempre dato molto valore anche a tutto ciò che c'era oltre la scuola,io non ero solo la pagella....ora con i figli sento il peso di questa responsabilità e davvero temo la castrazione da parte del sistema scolastico...ho proprio paura che me li facciano deviare su percorsi che non sono i loro,anche se ancora non sanno neanche loro la destinazione.. Uff troppi pensieri...dovrei commentarti più spesso! Complimenti!

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    1. Guarda, non lo dire a me che ho appena litigato con la maestra di Carolina che sosteneva che tutta la classe ha imparato le tabelline prima di lei e questo significa che lei non studia (sottinteso: è una brutta persona)

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  5. Credo che alla base delle scelte che hanno fatto per noi i ns. genitori ci sia soprattutto un estremo bisogno di praticità e solidità. Non è che volessero per forza castrare la ns parte creativa, è che hanno dato più peso a cosa contretamente potesse darci modo di costruirci una vita solida (mutuo, casa, posto fisso). Mi sono fatta anche io molto spesso le tue stesse domande, ma non li biasimo per le loro scelte. La concretezza è una grande dote, e puo' essere una base di partenza per tutto il resto.

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    1. Dipende. La concretezza può essere anche un'orribile gabbia mentale.

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  6. ...sarà che di anni ne ho 31, sarà che volevo scrivere e non lo so più fare, sarà che odiavo la matematica e lavoro in amministrazione, sarà che mi perdevo a sognare e ora il mio sonno è buio e vuoto... ma io ho una gran paura di "squadrare" i miei figli e chi ho intorno non capisce cosa c'è di male...
    MammaLara (che legge e non commenta mai...)

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    1. Anche io adoro scrivere+odio matematica+lavoro in amministrazione!!;)

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    2. ...ce la possiamo fare! (?)
      MammaLara

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    3. anch'io fino a pochi anni fa facevo amministrazione, fate voi :D

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    4. ...quindi si può uscirne?!?! quello che non ha capito chi ci ha insegnato a preferire uno stipendio fisso ad un lavoro che ci piacesse è che, al momento, del doman non v'è certezza, in ogni caso. io vorrei provare la strada Montessori per i miei bimbi, per farli crescere sapendo chi sono, non chi vorrebbero essere, ma siamo più o meno anche noi in un B.D.C. e quindi si farà come si potrà...
      MammaLara

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  7. E mi sembra di essere anche a me in una serie tv, degli anni 80 però, dove ad un certo punto c'era uno di quegli episodi, un filler del cazzo, dove rimontavano insieme gli episodi passati facendoli passare per ricordi dei protagonisti. Ecco io in sti giorni sono in loop in uno di quegli episodi. Altro che trama trasversale o trama episodica io non mi muovo più. Impaniata fino al collo.
    Volevo fare l'artista.
    Bella lì Polly, come sempre.

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    1. Anch'io a volte mi vedo dal di fuori come se fosse un film. Mi succede nelle cose normali, tipo quando digito il pin del bancomat, robe così. Sento i suoni amplificati e mi pare di essere in un film horror prima che stia per succedere una roba splatterissima.

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  8. Mah secondo me capita quasi a tutti di sentirsi un po' su un binario e non sapere bene come lo si è scelto. Spesso sono anche forze inconsce, richiami ancenstrali, che ci spingono a prendere una direzione piuttosto che l'altra. la voglia di soddisfare le aspettative dei nostri genitori, è forte. ma conosco anche persone che son state capaci di fregarsene.
    Quindi boh... alla fine se uno vuol suonare la chitarra, la compra e la studia, come stai facendo tu. non bisogna farlo per forza in prima media.
    In questo momento spazio-temporale la creatività non viene apprezzata molto? ma neanche per niente. Insomma è già meglio che in altri momenti storici...

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    1. Fra ma con la chitarra ammetterai che mi sono persa vent anni...voglio dire, tutto si può recuperare, certo. Ma scoprire il talento o la passione a 10 anni forse ti fa fare scelte diverse di vita, che se lo scopri a quarant anni...poi non credo di avere alcun tipo di talento, né voglio menarla a mia madre, però, ecco, hai capito il mio ragionamento...

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    2. ah si si io dico così.. ma poi mi rodo chiedendomi se non è il caso di far cominciare uno strumento a mia figlia che è così intonata ma ha per adesso solo 5 anni!
      e a proposito di maestre stronze: Ora ne è capitata una all'asilo che chiede ai bimbi di disegnare i personaggi di una storia che han letto insieme e poi "se non sono venuti bene li straccia e ce li fa rifare".
      per fortuna però c'è stata una mezza rivolta popolare tra noi mamme.

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  9. Ecco!!!Questo post è davvero importante e come sempre il modo in cui esponi le cose mi muove qualcosa dentro. Io non ho figli per ora, ma sono figlia e zia, e penso che l'unico modo per non castrare i figli sia risvegliare l'artista che è in ognuno di noi, e questo può anche voler dire darsi il permesso di portare la bellezza nelle azioni quotidiane più semplici. So che una lettura può non risolvere tutto, ma sento comunque di consigliare questo libro: La via dell'artista di Julia Cameron. Baci!

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    1. Bea, ho il dente avvelenato perché tutta questa roba bella sull arte che noi ci diciamo poi viene completamente travisata da certe maestre aliene.
      Cercato libro nel sistema delle biblio romagnole e, come tutti i libri che mi interessano, è solo a riccione. :(

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  10. Ah sì, sono idee che mi hanno tormentato dai 30 ai 40, poi non è che proprio mi sono riappacificata, però ho smesso di cercare di riacchiappare sogni vecchi che in sostanza si traducevano tutti nel grande SE. Se non avessi barattato i miei sogni e le mie passioni in cambio di una vita sicura. Ho iniziato a sognare e a RISCHIARE di nuovo. Ho smesso di vivere come un semplice funzionario del sistema paese, ho riacciuffato me stessa da chissàdove e il sistema, se posso o se devo, lo bypasso. Contro il sistema, a faccia scoperta , non si può, vince lui. Sono fortunata però. Ho un marito che vive di passioni e di lavoro. E che mi stima. E a mia figlia dico sempre che deve impegnarsi tanto, ma a fare quello che le piace. So che detta così, sembra piuttosto fumosa. Però credo che ognuno di noi debba provarci.

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  11. Tu prova ad avere la pancia vuota e non averci niente da mettere dentro per giorni e giorni, sapendo pure che questa sarà la tua vita, un giorno dopo l'altro: pura lotta per la sopravvivenza.
    Poi, ne riparliamo del valore dell'arte. E dei sogni.

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    1. Scusa, trovo che questo commento sia pretestuoso. La maggior parte delle persone, anche di quelle che possono contare solo sul minimo indispensabile, desidera esprimersi, a prescindere da ciò che mangia.

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