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Ho una relazione seria con G

Oggi pensavo che nessuno mi si tromba non ho un fidanzato consenziente da quattro (?) anni eppur tuttavia c'è qualcuno che sa un casino di cose di me, e non è Bea, e non è Serena, e non è mia madre, e non è il Donatore. Non è il mio medico e neanche la mia estetista, e non è uno che conosce la mia voce, e non è qualcuno autorizzato soggiornare in bagno quando sono seduta sulla tazza. 
Yuppidù, è Google!


Questo interessante post-lista non è la solita sparatoria sulla croce rossa ("bwah, Google è peggio del Grande fratello"), bensì una serie di constatazioni: quali informazioni riservate ho fornito a Google negli ultimi anni, in piena consapevolezza?
Lasciatemi tuttavia spezzare una lancia (Google: lancia, non Lancia, non sto parlando della casa automobilistica) a favore del grande G.
Google costringe tutti coloro che lavorano sul web, e in questo caso parlo nello specifico di coloro che producono contenuti testuali, a mettere al centro del loro lavoro l'utente, che spesso, per arrivare a noi, deve passare per quel grande collettore di domanda e offerta che è un motore di ricerca. E' grazie all'intuizione di Google se anche noi poveri italiani, che subiamo in tutti gli ambiti della vita pubblica il massacro della user experience, sul web non siamo più obbligati a decifrare perifrasi dantesche o sudoku linguistici nella frustrante impresa di informarci, intrattenerci, fare acquisti, usufruire di un servizio (aspè, la rivoluzione è ancora in corso. Se volete trovare il solito vecchio, rassicurante, tiro al piccione all'utente c'è sempre il sito dell'Inps e altre amenità).
Se Google avesse messo al centro del suo lavoro inserzionisti e marchette, noi utenti avremmo dovuto imparare il loro astruso linguaggio (sapete quando Trenitalia dice rammentare al posto di ricordare?). E invece Google ha messo al centro gli utenti e ha costretto i marchettari ad adeguarsi, bello no?
E badate bene, la Search Engine Optimization non è un appiattimento generale del linguaggio. Certo, il rovescio della medaglia è che migliaia di siti web vengono creati solo per essere trovati, cliccati e per sparare pubblicità, e questo viene scambiato per informazione. Ma tranquilli, gli algoritmi di Google sono cambiati e stanno cambiando, e le parole chiave in sé, paiono avere sempre meno importanza in favore di una valutazione più complessiva di affidabilità e autorevolezza del sito (per questo quando "gli influencer" di Twitter dicono che Google plus è un mortorio mi viene da ridere). Utilizzare convenzioni linguistiche per essere trovati, in sé, non significa massacrare la lingua, così come usabilità non significa morte del design. Ma potrei parlarne per ore.

Torniamo alla lista delle cose che Google sa di me senza avermi vista nuda.

Cose che Google sa di me:

  • Di che cosa parlo in pubblico (blogger) e in privato (gmail);
  • Dove abito e dove lavoro (app google now);
  • A occhio e croce chi sono i miei amici e qual è la mia data di nascita (gmail e g+);
  • Quali pagine amministro, quindi, di nuovo, dove lavoro e che cosa faccio (g+, youtube);
  • Quali sono i miei interessi (eventuali newsletter che ricevo su gmail);
  • Dove sono andata in ferie, dove vado in generale, che tempo faceva in quel luogo, quali luoghi ho visitato (google maps, google places, google now. A proposito, so che quando comprate voli, accettate, con alcune compagnie aeree, di passare i dati a Google. Dunque Google ha informazioni che potrebbero essere rilevanti, per esempio con chi viaggiate, quanto spendete, dove andate, se portate animali o attrezzature sportive, cose così);
  • Che musica mi piace (youtube);
  • Che cosa cerco su internet, a cosa sono interessata, che cosa desidero acquistare (motore di ricerca, se eventualmente clicco su una pubblicità sulla rete di ricerca o sulla rete display);
  • Chi è interessato a quello che scrivo, da quali siti o ricerche arriva, che cosa fa quando è sul mio sito (blogger);
  • I dati della mia carta di credito (mi sembra si chiami google apps, quella cosa con cui ho acquistato il mio dominio);
  • Quando mi connetto dallo smartphone, quando dal desktop, il mio modello di cellulare, di pc, la dimensione e risoluzione del mio schermo, la lingua che utilizzo (browser google chrome);
  • Di che cosa parlo quando scrivo un post e lo lascio in bozza (blogger);
  • Raramente, sa di cosa mi sto occupando per lavoro (google drive);
  • Che faccia ho (blogger, gmail);
  • Persino le parole che vorrei dire in privato a qualcuno ma poi lascio in bozza (gmail).

Questi dati miei personali ovviamente non sono così interessanti per Google, ma aggregati sì, si chiamano big data.
Attraverso, principalmente, l'analisi del linguaggio, Google ha inventato uno straordinario business che semplifica la vita a me utente, e che dà un sacco di informazioni al marketing, al momento capitalizzate da Google soprattutto vendendo annunci a pagamento (Adwords). Ma a Mountain View si preparano a conquistare il mondo :).

La grande domanda è questa: quante mie amiche sanno tutte queste cose di me?

thanks to Bina

Commenti

  1. Io ho venduto la mia anima a Google, ne sono consapevole, così come è consapevole della sua importanza il reparto SEO-SEM dell'azienda in cui lavoro :)
    E' giusto ricordarselo, di tanto in tanto, senza far finta di cadere dalle nuvole.

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  2. Sei riuscita a rendermi simpatico il SEO. Google sa un sacco di cose di me, ma non mi ha mai visto nudo (magari si considera pure fortunato per questo), non mi ha mai visto piangere, non mi ha mai visto ridere e non ha mai bevuto una birra con me. Magari i miei amici non sanno aprire Google drive ma possono sempre stappare una ceres sul tavolo di casa mia. Voglio dire, non riesco ad avere vissuti persecutori su questa faccenda, anche se sono sicuro che sia importante esserne consapevoli. ;)

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    1. Neanch'io mi sento perseguitata, anche perché a Google credo che siano molto seri. Non solo, essendo americani, non è così scontato che cedano dati in maniera impropria ai vari padroni. Se google fosse un'azienda italiana mi aspetterei scorrettezze e ingiustizie, così un po' meno. Se google facesse una cappella di questo genere perderebbe migliaia di utenti.

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  3. Google ha avuto il mio cuore già col banner a forma di torta per il mio compleanno. Manco mi madre me voleva comprà la torta.

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  4. A volte penso che certe cose è meglio che le sappia Google che un mio amico x...

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  5. Ne sei entusiasta? Io sono terrorizzata da questa piega piaga globale.
    http://www.mymovies.it/film/2013/termsandconditionsmayapply/
    Vedremo come andranno le cose con il nuovo diritto all'oblio... ;-)

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    1. No, non sono entusiasta, solo che non ci posso fare nulla a parte stare attenta, e considerare con attenzione, ogni volta che inserisco informazioni, foto, o commenti, a dove/ da chi/ fino a quando verranno visualizzati/indicizzati.
      In fondo la cosa meno pericolosa per la tua privacy che puoi fare è scrivere i cazzi tuoi su un blog, è da tutto il resto che ti devi guardare ;)

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  6. Google di me sa le mie preferenze sessuali e come le soddisfo. Sa anche le mie fantasie, se le soddisfo oppure no, e, soprattutto, me ne fornisce di nuove praticamente quotidianamente. In pratica è come una fidanzata sempre diversa, sempre giovane, poliamorosa e ninfomane.
    E' chiaro che l'istituzione matrimonio ha fatto il suo tempo, eh... ;)

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  7. mi immagino Google dall'analista che si confida non potendone più di tutte le informazioni che gli diamo...

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  8. ...mi sa che a 'sto punto mi converrebbe andare in analisi da google. .. (di certo 'sto post nn mi ha rasserenato. ..sul WEB sn proprio un dilettante. ..e nella vita pure...sob)

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    1. Credo che google cosi meno della tua analista ;)

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  9. E poi succede, a tua insaputa, che Google ti succhi le foto che fai con un cellulare con sistema operativo android. Però te lo dice: quelle foto sono visibili solo a te. A lui è sottinteso.

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    1. Grandissimo!!! ;-) Anche perché gli hai anche ceduto tutti i diritti. Senza saperlo. Oppure lo sai ma non te ne frega nulla.

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  10. Oh, quando ci penso mi viene anche un po' fifa a me.

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  11. guadagnandoci il pane con i social, è il prezzo che dobbiamo pagare, haimè. per la serie, è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo :)

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