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Perle ai porci, ovvero Dio la benedica mr Rosewater (di K. Vonnegut)

Non so se siete consci dell'amore che io provo per Kurt Vonnegut: se non lo siete siatelo. Vonnegut è quello che distingue uno scrittore da uno scrittoruncolo.


Buona parte dei romanzi ha una storia principale, che è quella che raccontate quando raccontate un libro che avete letto, e una serie di avvenimenti minori che costituiscono lo svolgersi della storia principale. Come nella vita, non ci accorgiamo del significato di quei piccoli avvenimenti finché non abbiamo una visione completa degli eventi. Su un manuale di sceneggiatura, una volta, ho letto che se succede qualcosa che per la storia è ininfluente (anche se è un pezzo scritto magistralmente, per dire), si può benissimo tagliare. Secondo questa logica il film La grande bellezza sarebbe da tagliare tutto, perché è tutta estetica e invece gli hanno dato l'oscar.
Ma proseguiamo.
Ci sono romanzi con storie pazzesche, geniali. Penso a tutto quello che ho letto di Saramago, e in particolare all'ultimo romanzo, L'uomo duplicato. Una storia pazzesca, uno svolgimento lentissimo, pochi personaggi indagati approfonditamente, una scrittura stupefacente, dei valori di vita nascosti, da scoprire, detti e non detti.
Vonnegut è l'esatto contrario, in particolare l'ultimo libro che ho letto Perle ai porci ovvero Dio la benedica, mr Rosewater, ed. elèuthera (leggo che è stato pubblicato in Italia anche da Mondadori e da Feltrinelli con il titolo Dio la benedica, mr Rosewater).
Dunque dicevo, l'esatto contrario.
Una storia principale non così geniale: chiara, lineare.
Eliot Rosewater nasce molto ricco e presiede una fondazione che distribuisce soldi a tutta la stupida umanità che ne fa richiesta. Eliot è un umanista militante: tutta la sua vita è aiuto e comprensione, non possiede abiti, non possiede un'abitazione, dorme nel suo studio. E' considerato un malato di mente. Un avvocatuncolo che lavora nello studio legale che cura i suoi interessi, trova nella presunta infermità mentale di Eliot Rosewater una falda su cui far leva per guadagnare soldi. In mancanza di eredi più diretti, scova un lontano cugino povero, che sobilla a subentrare a Eliot nella direzione della fondazione per lucrare dal passaggio.
Bello l' incrocio di avvenimenti e di personaggi, a maggior ragione se pensate che due dei personaggi principali, Kilgore Trout e Eliot Rosewater, li ritroviamo in altri romanzi, come La colazione dei campioni (bellissimo, dovete leggerlo!). In pratica Vonnegut non si limita a utilizzare personaggi archetipici, ma modella i suoi archetipi e li porta con sé, come un burattinaio artigiano.
Un'altra caratteristica dei romanzi di Vonnegut che adoro è il fatto che i personaggi, non solo quelli archetipici di cui sopra ma proprio tutti, tutti i personaggi, anche quelli marginali e quasi ininfluenti per la storia stessa, sono disegnati con cura, dotati di rilevanza e dignità e umanità. Vi faccio un esempio.
Selena, una graziosa ragazza che suonava benissimo il piano e voleva fare l'infermiera, stava scrivendo al direttore dell'orfanotrofio, un uomo che si chiamava Wilfred Parrot. Parrot aveva sessant'anni. Aveva fatto un sacco di cose interessanti, nella vita, come battersi in Spagna nella Brigata Lincoln e, dal 1933 al 1936, scrivere un serial radiofonico intitolato Oltre il blu dell'orizzonte.
La scrittura è semplice, diretta, americana.
Ma quello che amo di più, in Vonnegut, sono i valori. Vonnegut esprime un sincero nichilismo anarchico che demolisce il sogno americano, dando tuttavia ai suoi personaggi l'anelito vitale per conseguire la loro verità. La verità di Eliot Rosewater, protagonista di questo romanzo, è che i soldi sono un mezzo, e non un fine. Finirà al manicomio. Ma credo che lui vinca comunque, in questo romanzo, perché il sistema non riesce a cambiarlo.
Non mi capita spesso (purtroppo, è un mio limite) di stimare qualcuno. Ma quando leggo Vonnegut penso sempre che lo voterei, che vorrei che fosse mio fratello, un mio amico, il mio uomo.
Perle ai porci ovvero Dio la benedica, mr Rosewater è il romanzo di un comunista.

Vi porto un dialogo che mi ha un po' stretto il cuore.
Sylvia è la moglie di Eliot Rosewater. Esaurita dalle particolarità dell'amato marito, viene convinta dagli psicologi a divorziare.
Ecco cosa si dicono quando decidono di rivedersi, dopo alcuni anni. Questo passaggio è uno dei rari momenti in cui si parla d'amore, che è un amore di una pulizia e delicatezza che non puoi non sperarci.

Quella sera venne concordato che Eliot e Sylvia si incontrassero per un ultimo addio nella stanza dell'Uccello Azzurro del Marott Hotel di Indianapolis, tre sere dopo. Era una cosa terribilmente pericolosa, per due persone inferme e malate come loro. (...)
"Oh, Eliot, dobbiamo farlo?"
"Credo di sì"
"Sì" echeggiò lei.
"Non ti sembra che...che...dobbiamo farlo?"
"Sì"
"E' la vita"
Sylvia scosse la testa. "Oh, maledetto amore...maledetto amore"
"Sarà bello, lo prometto"
"Lo prometto anch'io"
"Mi procurerò un vestito nuovo"
"No, ti prego...non farlo per me"
"Per la stanza dell'Uccello Azzurro, allora"
"Buonanotte"
"Ti amo, Sylvia. Buonanotte"
Ci fu una pausa.
"Buonanotte, Eliot"
"Ti amo"
"Buonanotte. Ho paura. Buonanotte"
Insomma, tutto questo per dirvi che se amate la letteratura, questa è letteratura. Non fatevi spaventare dalla classificazione di Vonnegut tra gli scrittori di fantascienza e correte in biblioteca a procurarvi una copia di...qualunque cosa.

Commenti

  1. Ammetto di non aver mai letto niente di Vonnegut, mi fido dei tuoi consigli e rimedierò al più presto...le sensazioni che descrivi ed il suo modo di scrivere mi fanno venire in mente Franzen e "Le correzioni" che io ho adorato, forse mi sbaglio, se lo hai letto dimmi se può essere paragonabile oppure no.
    E da stasera su cosa sbaverai?

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    1. No, è diverso da tutto quel filone di americani che descrivono l'americanità tipo Franzen, Roth, Yates eccetera. Quelli di Vonnegut sono personaggi diversi, border line, mezzi "pazzi", surreali, quasi fantascientifici. Il nichilismo non è nichilismo fine a se stesso (tipo un "la famiglia fa schifo" alla Franzen) ma un nichilismo quasi propositivo ("il capitalismo fa schifo e Eliot Rosewater lo sa, tant'è che regala i suoi soldi ai poveri e viene spedito il manicomio"). Non so, questo è quello che interpreto io e peraltro le correzioni l'ho letto molto tempo fa, magari sbaglio. :)

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    2. Io adoro queste persone che espimono un giudizio (che denota un bel pò di cultura) e aggiungono alla fine :- magari sbaglio-
      E' una cosa da pochi, pochissimi direi. Baci da una anonima che ti segue da un sacco di tempo !

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  2. sono totalmente d'accordo con l'ultima tua frase! di solito la fantascienza e' vista come una roba di serie B... io vonnegut ho iniziato a leggerlo troppo tardi, per un motivo scemo che ho detto qui:
    http://leggimiognigiorno.blogspot.nl/2012/03/books-i-read-6-breakfast-of-champions.html

    e comunque, lasciamo stare Franzen che e' un grandissimo! (leggiti Freedom e poi dimmi... una roba pazzesca... un libro pazzesco...)

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    1. Mi hanno detto che freedom è un po' tanto angosciante...

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    2. catartico, si dice catartico :-)

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  3. Mi hai convinta! Cercherò subito qualche suo libro !

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  4. non lo conosco. corro a comprarmi qualcosa. grazie. jane

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  5. E' da tempo che volevo leggere qualcosa di suo, mi hai incuriosito!

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  6. Cavoli bella recensione. Mi è venuta voglia di leggere qualcosa di questo autore che non conoscevo. Grazie.

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    1. Ma va', che recensione, Kurt non ne ha bisogno :)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. la colazione dei campioni è fuori catalogo. l'ho comprato usato su ebay ;-) jane

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  9. Vonnegut mi piace moltissimo, ma questo non l'ho ancora letto. Rimedierò.

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  10. Buongiorno a tutti, vorrei chiedere dei chiarimenti su "perle ai porci" che ho finito di leggere proprio ieri: cosa succede a eliot quando, poco prima di partire per incontrarsi con sylvia, non riesce a riconoscere la signora glampers e altre persone che aveva aiutato? Cosa è il "clic" di cui parla noyes finnerty? Eliot tornerà a rosewater o rimarrà nella clinica per malattie mentali?

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