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Valentina feat Il cinismo preventivo

Ieri sera riflettevo sulle mie categorie mentali. Le categorie mi servono per sopravvivere e, va bene lo ammetto, mi piacciono anche. Se metto delle etichette a tutto sento che nella mia testa c'è più ordine.
Un po' come fanno i pubblicitari, no?

(Ma chi sono poi questi pubblicitari oh? I grafici? I copy? Gli art? Gli sviluppatori che fanno i siti sono un pochino pubblicitari anche loro? E chi, come me, che fa più genericamente comunicazione? E chi fa digital marketing o millanta di? E i giornalisti che fanno le marchette? E i blogger che rivendicano il diritto a citare spontaneamente il loro marchio preferito? Ok, siamo tutti un po' pubblicitari).
Anyway, in mezzo a questa massa informe di pubblicitari, ce ne sono alcuni che, come me nelle mie funzioni quotidiane, categorizzano. Tipo vendono prodotti per bambini e comunicano solo con le mamme perché i babbi notoriamente passano la giornate fuori dalla caverna, a cacciare i bisonti, e dunque non cambiano pannolini.
Io pure semplifico.

Musica: che genere è? 
L'hai sentito al telegiornale? Allora è una balla.
Non sei strano, non sei gay, vai in chiesa e sei di "destra"? Allora la soglia che devi superare per ottenere la mia fiducia è più alta. E anche se sei attivista al PD, devi dimostrarmi che non sguazzi nei potentati locali, che non lavori nel pubblico o col pubblico, sennò sospetto di te.

Sbaglio.
Semplifico orribilmente. Giudico. Appiattisco cose e persone, vissuti e identità.
E' che devo ragionare velocemente, intuire se ho la situazione in mano o no, sapere che le altre persone giocano a carte scoperte, perché io so a che categoria appartengono, io so cosa faranno ora, io so in anticipo, se me la metteranno nel culo. Ragionare velocemente. Non è una giustificazione. O forse un po' sì.
Assomiglio tanto all'"elettore pigro". All'università lessi questo studio che spiegava i processi decisionali che l'elettorato americano intraprendeva per scegliere chi votare. Erano processi davvero semplificati. Così triviali, che non ci crederesti che la "democrazia" si fonda su scelte completamente grossolane.
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Io etichetto. Mi etichetto. Sembro cinica e lo sono. No, sono super cinica.
Però di buono ho che quando mi accorgo di giudicare, poi smetto. Posso ritenermi abbastanza soddisfatta di questa cosa che sto imparando a trent'anni.



Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Perché ho cancellato il commento? Perché sono sempre piena di spammer e non sempre blogger li filtra.

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  2. Anch'io faccio parte del club di chi giudica, mal tollera e ha pregiudizi. Più che smettere quando me ne accorgo, ho di "buono" che non mi precludo la possibilità di scoprire che mi sto sbagliando, e sono pronta a cambiare idea. peccato che in troppi casi sia successo che i miei pregiudizi non fossero poi così infondati :/

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    1. Anche io sono così, in effetti.
      Sono una feroce sostenitrice del diritto al giudizio e al pregiudizio.
      Di solito cambio idea in negativo, purtroppo.
      Non è mai capitato che una mia clusterizzazione in categoria negativa si sia rivelata infondata.
      Purtroppo.

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    2. Purtroppo avete ragione, nel senso che le persone spesso sono esattamente come sembrano. Ma il mio ragionamento è un altro: voglio smettere di giudicare perché sei così e pretendere di sapere se sei giusto o sbagliato. Ma non intendo smettere di tenere a distanza i rompicoglioni. ;)

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  3. In effetti categorizzare aiuta a mettere in ordine e a districarsi nel guazzabuglio di ogni giorno...

    Sopratutto nella caccia al bisonte :\

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  4. Sono così anch'io. Ma a volte mi ricredo :)

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  5. Mi viene in mente la mitica battuta di George Clooney in "Tra le nuvole" che suonava più o meno così: "Faccio come mia madre, ragiono per stereotipi. E' sbagliato, ma si guadagna tempo" Gran bel film , peraltro

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  6. Una volta in un ufficio ho appeso al mio pc un cartello con scritto: Il mondo per me si divide in 2 grandi categorie quelli che amano gli schemini e quelli che li odiano. Prima di parlare con me sappi che io appartengo alla seconda categoria.
    Inutile dire che di mestiere....faccio gli schemini.

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  7. La categorizzazione c'è sempre stata. Pensa che i miei non volevano che io giocassi a calcio perché lì si imparava a bestemmiare (ho sentito molte bestemmie anche all'università, dico ora). Il problema che ultimamente è diventato un modo di pensare, di parlare di vivere. Al punto che a volte mi stupisco e mi vergogno di andare d'accordo con persone di destra. Anche io sono un po' limitato.

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    1. Non è un buon segno ma ti voglio bene lo stesso. :)

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  8. Dove posso mettere un mi piace?

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  9. come direi... odio le etichettature ma non ne posso fare a meno. :-)

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  10. è normale.
    il mondo va così.
    è un meccanismo di autodifesa.
    non puoi smettere di farlo.
    smetti di pensarci.

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  11. Polly, ma come fai a essere così lucida? (Riguardo te stessa, intendo.)
    Aporia

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    1. Forse mi ha aiutato qualche mese dalla psicologa :)

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  12. Ciao Polly!
    Mi scrivi il titolo del libro sulle scelte di voto dell'elettorato americano? Lavoro da 12anni nella comunicazione di una grande azienda americana (...ebbene si, ho venduto il mio cervello ad una multinazionale!) e credo che per loro la classificazione sia ancora più veritiera... I texani sono tutti uguali e diversi da chi vive a NY...

    A presto

    Boccadirosa

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    1. Si chiama l'elettore pigro ed è di Donatella Campus. Ma mi pare non parlasse solo di americani...era un breve saggio di cui mi è rimasto impresso uno studio in particolare, quello che ho citato nel post.

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  13. Ho cercato per anni di non farlo. Poi, nella mia modesta esperienza, ho imparato che se sembra uno stereotipo, 9 volte su 10 lo è. L'etichettatura è in massima parte una forma di realismo.Il sistema poi funziona, anche se bisogna prevedere un minimo di tolleranza. Io sto con un reggiano di destra, per dire...

    P.s. Non ho capito se mi ha preso l'account di Wordpress...cmq mrsmacabrette.wordpress.com

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  14. ...naturalmente è difficile "STICHETTARE"...ma forse è un buon modo di vivere alla giornata, senza avere poi aspettative da "ETICHETTA.... per quel che mi riguarda utilizzo il fallibilissimo sistema OGINO KNAUSS....cioè a caso.....,mhm... mi sa che sono stato poco chiaro....:)

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  15. ottime riflessioni. Mi viene in mente nanni Moretti in Bianca che dice a chi non tagliava la sacher come lui "continuiamo così facciamoci del male"... il pregiudizio è una forma di conoscenza... oppure "Ogni preferenza è una superstizione" (borges)? Non saprei. Ma mi urge a questo punto un'altra domanda: siamo liberi di scegliere di smettere oppure continuare di fare schemini, giudicare, semplificare, ridurre, infiammarci in polemiche, giudicare in base alle apparenze, etc...? http://de-crea-zione.blogspot.it/2011/08/basta-con-la-programmazione.html oppure: http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/04/libero-nulla-in-libero-stato-della-mente.html oppure: http://de-crea-zione.blogspot.it/2012/12/esercizi-di-scollegamento-e-connessione3_9406.html

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