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Non è un elogio del single pride

A volte qualcuno nei commenti mi rimprovera, come dire, il fatto che legittimo "troppo" la singletudine o la storia del trombamico.
Io credo che se una persona felicemente in coppia si sente di intervenire su questo punto deve avere la coda un po' di paglia, ma tant'è.
Credo che la vita sia un equilibrio delicatissimo, e non lo dico solo io: sicuramente troverete traccia di questo dogma nelle canzoni più trucide che vi vengono in mente (a me ora non ne viene in mente nessuna, però chissà perché ho in testa Gianluca Grignani, vabbè).
Dunque dicevo, nell'arco di una vita facciamo molta fatica a rimanere coerenti e a non tradire noi stessi, dunque com'è possibile che riusciamo a essere fedeli a un'altra persona, o che un'altra persona ci apprezzi sempre, ogni volta che cambiamo opinione, lavoro, abitudini, prospettive, taglio di capelli?

Essere in equilibrio da soli è forse un po' più facile che essere in equilibrio in due, però credo che se una persona impara a stare in equilibrio da sola, dopo sia più facile stare in equilibrio in due. Se tu hai te stesso come punto fermo e fai un progetto con una persona, ecco, credo che non ti lasci sconvolgere, che ne so, dal fatto che lui si è tagliato la barba. E se sei molto in equilibrio con te stesso, non ti lasci facilmente deludere da un altro. Perché le delusioni sono picconate alle fondamenta di un rapporto.

Ma comunque non è che si sceglie, se essere innamorati o meno.
Qualcuno sceglie di stare da solo per forza, per astenersi dalla sofferenza, e non è il mio caso.
Altri scelgono di stare in coppia per forza, per astenersi dalla solitudine oppure per dare ancora delle speranze a un amore che è finito, ma che è ancora un comodo abbraccio, oppure è un inferno ma almeno è la strada vecchia e non quella nuova.
E poi ci sono quelli che si innamorano e vanno.
E quelli che semplicemente non sono innamorati e se ne stanno lì, nel loro personale equilibrio, un po' in attesa, un po' anche no. C'è chi trova equilibri ibridi, con un pochino di qualcun altro, e non compete a terzi stabilire se la situazione che si crea è squallida, divertente, lecita, invidiabile, egoista o immorale.

E niente, stamattina la mia amica Luana mi ha scritto di avermi sognata vestita da sposa, che avevo un forte accento romano. Spero almeno lui avesse un botto di soldi.

Commenti

  1. Elogio e pride nella stessa frase fanno un po' troppo, comunque si: viva la consapevolezza, chè alla fine è tutto lì

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  2. Deve essere bello il libro che stai leggendo! Parla di medicina?
    Comunque, io non ne so molto, ma deve essere vero quello che cinguettano quelle scemette delle ragazzine innamorate quando dicono che basta aprire il cuore e lasciarsi amare,
    saluti!
    Cristina

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    1. Quale libro dici , Cuore di cane? Più fantascienza che medicina.

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  3. Sono completamente d'accordo.
    Già faccio fatica a star dietro alla mia di vita, che sapere anche cosa sarebbe giusto per gli altri, mi pare un po' troppo...
    In ogni caso elogio o no, la singletudine scelta o subita è una condizione come un'altra, c'è chi ci si trova e chi no.

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  4. riuscire a stare in equilibrio sui propri due piedi è la premessa per la felicità. chi non sta bene con se, difficilmente starà bene con gli altri. Non parlo di coppia, parlo proprio degli altri. poi ogni vita è un filo, e per starci in equilibrio sopra non è detto che ci sia spazio per due. e a letto con noi ci andiamo per forza ogni giorno.

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  5. in effetti basta che ci sia equlibrio...

    da cosa poi questo sia dato, è solo questione di gusti personali.
    o fortuna :P

    buon week-end!

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  8. @anonima: uh, pare che io abbia rimosso i tuoi commenti.

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  9. ciao, buon anno e in bocca al lupo per tutto! io ho una teoria un pò diversa, secondo me c'è bisogno davvero di qualcuno che nel quotidiano, nelle cose piccole, nelle cose semplici ci dia dei limiti, dei paletti, delle bottarelle di qua e di la per essere in equilibrio e non rischiare di esasperare quei tanti piccoli eccessi che ognuno ha dentro di se. Per me quel qualcuno quotidiano è la mia dolce metà ma non è necessario che sia così, solo che probabilmente è più semplice, in generale, perchè le amicizie, le famiglie di origine, i figli, solitamente hanno un motivo d'esserci diverso e sono anche meno quotidiane... però ognuno trova l'equilibrio come può, credo solo che a non essere soli sia più semplice. ciao Giuliana

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    1. bè, certo che spesso in due è più semplice, ma se manca il secondo che facciamo? :)

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  10. Io mi sono sempre buttata, un po' allo sbaraglio a dire il vero, in momenti in cui bene bene bene non stavo, anzi proprio per niente.
    Mi è andata bene, ma stare in due non deve essere la cura, forse uno dei mezzi per arrivarci, almeno nel mio caso.

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  11. "e non compete a terzi stabilire se la situazione che si crea è squallida, divertente, lecita, invidiabile, egoista o immorale": sottoscrivo a lettere cubitali!

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