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La crisi c'è

Qui a BucoDelCulo, la scorsa estate, una sarta aveva aperto un negozio. Lei diceva che era un'atelier, ma era grande come la mia cucina. Lei non mi sembrava molto simpatica, sorrideva poco e non era bella, però mi incuriosiva perché metteva sempre vestiti esagerati e io credo che questo sia abbastanza autoironico, a meno che non sei una fashion blogger.

Anche io a volte ho messo delle cose un po' esagerate, delle gonne esageratamente corte, e tutto quel giallo, e quei vestiti vintage che mi ha passato mio fratello.

Una volta sono entrata nel negozio di questa sarta, perché in vetrina avevo visto un capo che mi piaceva, anche se non era il mio stile, troppo sexy, troppo nero.
L'ho provato praticamente in vetrina, perché non c'era lo spogliatoio.
Le ho detto, non mi entra, ho il culone. Lei mi ha detto, hai un bel culo, e se questo abito non fosse una 38 non saresti neanche qui a provarlo, perché l'avrei già venduto.
Io mi sono chiesta se quel negozio non fosse troppo creativo, per dove vivo. Troppo vivo, troppo colorato, troppo fuori dagli schemi. Lei mi ha detto che i nostri compaesani sanno apprezzare la bellezza. Io avevo dei dubbi.
Ieri mia madre mi ha detto che è andata a prendere il caffè nel bar a fianco della sartoria, e ha trovato la vetrina mezza vuota, impolverata, e delle bollette lasciate sotto alla porta.

Le bambine hanno cominciato a fare judo. Hanno fatto qualche lezione di prova e ora hanno deciso che vorrebbero continuare, mentre Carolina è passata da danza moderna a danza classica.
Immaginavo che il corso di judo sarebbe costato parecchio, perché c'è tre volte alla settimana. Però mi andava di fare questo sacrificio, perché penso che siano portate e ne trarranno soddisfazioni, e poi thai chi non lo fanno più, a BucoDelCulo, per mancanza di iscritti.
Finite le sedute di prova, Camilla mi ha detto che la sua amica A., non si era iscritta la corso. Dice che il papà non ha abbastanza soldi per pagare la retta.
Camilla mi ha chiesto come mai, invece, io posso pagarne due, e io non ho saputo cosa rispondere.

La mia polmonite migliora, il medico dice che sto abbastanza bene solo perché prendo un mucchio di farmaci, ma che devo stare un'altra settimana a casa. Da sola mi butto giù. E sto leggendo Il Ventre di Parigi, di Emile Zola. Devo dire che ho letto romanzi più allegri di questo, ma credo sopravviverò.

Commenti

  1. La crisi c'è ma bisogna tirare dritto.

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  2. Zola per tirarsi su non è il massimo, ma d'altronde vuol dire che ha raggiunto il suo scopo. Il suo modo di scrivere comunque mi piace tantissimo. Lo leggi in francese?
    Per la sarta, forse la sua tattica era da rivedere, insomma, mettere un abito bello ma taglia 38 in vetrina, non é che sia utile all'autostima delle proprie clienti.

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    1. E' una vita che mi dico che devo riprendere in mano il francese perché sennò me lo scordo, ma Zola ha un lessico incredibile, non credo che riuscirei a leggerlo in lingua originale. Quando passo da lui a un anglofono ho sempre la sensazione che quest'ultimo usi 250 parole in tutto :). Di Zola ho letto tanto e mi piace molto, ma ha un difetto: sai già che finisce male. L'unico che mi ha sorpreso un pochino, perché in fondo c'è stato un barlume di speranza, è stato il suo, imho, capolavoro: Germinale.

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    2. Anche io adoro Germinale, letto come compito delle vacanze a 14 anni. Per il resto finisce male, ma i personaggi sono tali che non ti riesci ad affezionare a loro. Però il Ventre mi manca e da appassionata di cucina e cibo dovrei proprio leggerlo.
      Auguri, io pagherei per restare a casa qualche giorno con dei bei libri sotto mano... magari la polmonite no, son cose serie, e lasciano tracce per sempre nei polmoni. Da non sottovalutare mai.

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    3. Intendo ai personaggi degli altri romanzi. A quelli di Germinale sì, ti affezioni. Io, almeno.

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  3. La crisi c'è. O per lo meno, io la sento.

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  4. Noi si va a nuoto. Ce lo regala nonno che gestisce la polisportiva. Sennò non so... però è vero, c'è crisi.

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  5. e già la crisi... pensa che l'altro giorno ho incontrato uno che mi ha detto
    "la gente non spende perchè ha paura di essere controllata... pensa che io non cambio la macchina perchè ho l'ansia che mi mandino i controlli".
    C'è anche questo in Italia...

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    1. Li capisco. Quando ho avuto a che fare con Sorit o Equitalia per tre multe del cazzo, mi sono sentita sempre nel cartone di Robin Hood, con la gente che moriva di fame, e l'esattore delle tasse.

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    2. Beh, no, qui non sono multe più o meno meritate. Qui c'è gente che intesta tutto al commercialista e si fa la macchina con targa svizzera perché evasore totale con attività in Ticino. Ci sono i commercialisti stessi che si definiscono "fabbricanti del nero". C'è gente che non va neppure in vacanza e non fa lavori in casa per non attirare l'attenzione sulle proprie spese e soprattutto su quel che c'è dietro. Poi si dice la crisi: ma dall'altro lato i salari sono sempre più compressi e i servizi tagliati. Che soldi dovrebbero spendere le persone oneste? E con evasione miliardaria che non ha eguali in Europa, che soldi dovrebbe trovare lo Stato per pagare sanità, scuola e quant'altro?
      Il problema non sono le tasse, sono quelli che non le pagano. Sono loro a costringere gli altri a pagar pure la loro parte.

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  6. la crisi c'è. Perchè sento un egoismo profondo nella gente che prima non avvertivo..Per la polmonite: mi spiace troppo :-(

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  7. Per me l crisi è palpabile. Non metto in dubbio che molti di quelli ricchi e potenti l'abbiano cavalcata nei primi tempi. ma da queste parti, davvero, si tocca con mano. Ovunque mi giro vedo piccoli imprenditori alle corde. CHi chiude, chi vende. A noi è costata l'attività. E ora ci tocca tirare avanti in due da disoccupati. Ma si può fare ancora qualche sacrificio eh! Finché si riesce a tirar fuori i soldi dell'affitto non disperiamo.

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  8. quello che so è che una volta arrivavo a fine mese e ora non ci arrivo. Una volta potevo andare a cena fuori (qualche volta) e ora non posso. Tutto costa di più, credo, perché le entrate sono sempre le stesse. Per fortuna ci sono i nonni e il corso di Judo e quello di yoga (una volta la settimana each) sono a posto. Volevo consigliarti due libri. Uno perché è il romanzo di un esordiente italiano, liberamente ispirato alla vicenda del delitto di Garlasco (Maledetta Primavera di Paolo Cammilli) che mi ha fatto ridere in sacco (sì, nonostante il tema ho riso molto) e l'altro perché ha una musicalità che mi ricorda la tua (La delicatezza di Foenkinos). Buona guarigione bella ragazza. Jane

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