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Chi ha paura della topa?

L’altro giorno apro Facebook, perché a volte sento amiche lontane su gruppi, tipo abbiamo un gruppo con la redazione di genitori crescono, su cui sapete (sapete?) che scrivo.
E niente, per sbaglio apro il wall, cosa che non faccio mai perché la considero una perdita di tempo (e infatti) e infatti mi trovo una discussione sulla conciliazione.
Per conciliazione, per chi non fosse genitore, si intende la conciliazione lavoro-famiglia e tipicamente la conciliazione lavoro-maternità, perché la paternità pare conciliarsi meglio della maternità, col lavoro, chissà perché. Oddio, sto generalizzando. Conosco anche padri a casa in “maternità”, e non so se trovano ostacoli culturali, nel prendersi la “maternità”. Credo di sì.
Comunque. Insomma, ho letto velocemente, solo qualche commento, e ho avuto il sospetto che non siamo ancora uscite dalla questione "uguaglianza o differenza", su cui si arrovellavano le nostre seventies sorelle.
Io personalmente credo che lavorare “come maschi” sia una cazzata. Per lavorare come maschi intendo dire “nascondere” i propri figli. Far finta che non siano malati, o far finta che no, non è che oggi lavoro di merda perché mia figlia mi ha detto che le manco, è solo il ciclo, no, mia figlia non c’entra, capo guarda, è come se non l’avessi, sono brava e merito la promozione. Però è una cazzata che a volte dobbiamo dire. 
Non è il mio caso, per fortuna. Spesso, le persone per cui ho lavorato mi hanno chiesto: “ce la fai, con tre figlie?”. E io ho risposto: non solo ce la faccio, ma 1) cazzeggio meno, perché a casa ho qualcosa di importante. Voglio dire, non sto in ufficio ad oltranza perché sì, sto in ufficio ad oltranza solo se ce n’è bisogno; 2) non mi posso permettere di perdere il lavoro. Perché appunto ho tre figlie.
Io non lavoro come un uomo. Io lavoro come una mamma, e la trovo una cosa fighissima. L’ho scritto sul curriculum, che ho tre figlie. Non tra i minus, ma tra i plus. Certo, quando avevo ventitré anni, tre figlie piccole e poca esperienza, non lo scrivevo.
Quindi insomma, in un mondo giusto, credo che se ci cacciano dalla porta (“non ti assumo perché mamma”), non è che noi dobbiamo rientrare dalla finestra (“ti prego assumimi, lavorerò come se non avessi figli”). Perché sennò rientriamo dalla finestra e ce ne stiamo a guardare in alto, il soffitto di cristallo che non romperemo mai, se non a costo di tradire chi per noi è importante.
Colleghi o datori che ostacolano le mamme, non stanno ostacolando le mamme, ma la topa. Perché chi non ti assume perché mamma, non assume neanche la trentenne non mamma, perché la trentenne non mamma forse diventa mamma. Capite? La società per auto-conservarsi, e per conservare le risorse limitate, deve controllare la riproduzione e quindi deve controllare le donne. Non solo le mamme. Facciamo paura, non alla nostra collega o al nostro capo: facciamo paura al sistema.
La conciliazione non riguarda i temi maternità-lavoro, bensì topa-sistema, se non addirittura individuo (di qualunque sesso)-società.

E non la risolviamo sfornando best practice che dovrebbero andar bene per tutti, tipo “non facciamo sfigurare la categoria delle mamme: non opponiamoci alle trasferte in nome dei figli”. Lasciamo scegliere alle nostre sorelle quali sono le loro priorità/ possibilità, e sosteniamoci, in ogni caso. Perché sono le best practice valide per tutti che alimentano la macchina dei sensi di colpa, del sistema che ha paura della topa, eccetera eccetera.
Quindi lasciamo che ogni individuo sia felice secondo i principi che ritiene giusti, e gli altri lasceranno (forse) liberi noi. Che tanto, pensando macro, il valore dell'individuo nelle culture confuciane non vale.

E quindi il "come fa sbagli" si può tradurre benissimo in "come fai, fai bene".

Commenti

  1. sottoscrivo ogni singola lettera. e non sapevo che scrivevi su genitori crescono.

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  2. Ti sto facendo la ola.....

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  3. Brava!
    Credo che tu abbia scritto l'analisi più lucida della storia in merito a questo controverso tema!
    Complimenti, davvero!
    :)
    Flavia

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  4. Bellissimo post!Io non sono mamma quindi forse ancora questa cosa non la capisco a piena,ma a volte vedo che le donne-madri sono,tra loro,le loro peggiori nemiche.

    Io penso che ogni donna abbia il diritto di pensarla come vuole su questo argomento e non capisco,sinceramente quelle mamme che magari hanno deciso di stare a casa,di rinunciare al loro lavoro,scagliarsi con vero odio verso quelle donne che invece al lavoro non ci hanno rinunciato perchè magari semplicemente gli piace,definendoli anche cattive madri per questo,cosa che io trovo veramente assurda.
    Lo stesso principio per cui,per alcune donne,se tu lasci i figli una sera a nonne o babysitter per passare una serata con tuo marito o da sola,sei una cattiva mamma.
    Ognuno le cose le vive come vuole,perchè mai doversi scagliare contro chi non la vede come te?
    Perchè pensare che la buona madre sia solo quella che dedica tutta la sua vita ai figli ed invece chi magari si prende tempo per sè stessa è etichettata come cattiva madre?

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  5. Polly sei un genio.

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  6. Cmq quelli che non assumo perché Mamma o futura Mamma, sono gli stessi che se la moglie non gli sforna figli vanno in mega-depressione.

    PS: oh era tanto che non passavo di qua. Poi recupero e mi leggo i post passati. Promesso. Ciao.

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    1. e pensare che se non sfornano spesso e' colpa di lui.

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  7. Standing ovation per te e per noi tope!

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  8. Ecco, l'hai detto strabene... In topa we trust ;) (hurrà per Polly!)

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  9. PAROLE SANTE. Io ho due figli piccoli. Capi illuminati. Nuovo contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno gestito con flessibilità e impegno. Già 3 trasferte all'estero all'attivo di cui una con un pancione di 6 mesi e una con una bimba a casa di 6 mesi. Cazzeggio pochissimo (ok ora dovrei fare altro ma dovevo commentare) e ho lavorato fino all'8 mese di maternità e sono tornata con la mia bimba di 5 mesi a lavoro. Non lavoro come un uomo ma come una mamma, sono un po' esaurita certo ma quando arrivo con la lingua da fuori perchè mio figlio ci ha messo mezz'ora per fare a piedi 10 metri non mi nascondo dietro al traffico. I miei capi marito e moglie hanno due figli, lei si barcamena come me e quindi capiscono. Quando sono rimasta incinta la seconda volta mi hanno fatto per prima cosa gli auguri poi mi hanno rinnovato il contratto (allora a termine) fino al ritorno dalla gravidanza, per farmi stare più tranquilla ma i consulenti del lavoro gli hanno domandato "ma siete sicuri? non sapete come è fatta". Ci sono molte donne che appena il test diventa positivo si mettono in gravidanza a rischio a casa. Loro usano i loro figli per nascondere la loro mancanza di voglia di lavorare e le mie amiche che fanno colloqui di lavoro e a cui viene chiesto se hanno figli, se sono sposate o fidanzate pagano per le loro scelte. Sono le donne le peggior nemiche di loro stesse

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    1. In aggiunta ho un compagno molto presente nella vita a casa e in quella dei bambini e che non nasconde la sua paternità. Lui viene indicato da molti come un papà-mammo ... e non lo dicono con fare positivo

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    2. i consulenti sono il male. Ma non. solo per le mamme, proprio per l'umanita'.

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    3. Ci sono molte donne che appena il test diventa positivo si mettono in gravidanza a rischio a casa. Loro usano i loro figli per nascondere la loro mancanza di voglia di lavorare.

      Mi sembra un po' eccessivo... di sicuro dovrebbero esserci maggiorni controlli da parte degli enti che poi pagano.
      Detto questo, io sono appena rientrata dalla maternità, il mio compagno lavora fuori tutta settimana, il lavoro che facevo è stato smistato in altri uffici (l'azienda è grande...) e non mi è stato ridato, ho una sedia e un pc provvisori e non so ancora cosa dovrò fare d'ora in poi. Tutto questo perché non posso permettermi di perdere lo stipendio (il lavoro vero devo ancora capire qual è), e la cosa peggiore è che, alla fine, vedo mio figlio solo 2 ore al giorno. Non sarò la prima a vederlo camminare da solo o a vedere i suoi progressi. Questa cosa mi fa star male. Ma credo che quello che più conterà sarà la qualità del poco tempo che passerò con lui.
      E il mio capo è una donna. Con figli.

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  10. Io un po' la nascondo, la Purulla, lo ammetto.
    Più a me stessa che agli altri, però, perché mi manca tanto :)

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  11. ...una mia amica poi mi faceva notare quanto l'espressione "è una cattiva madre" non abbia quasi corrispettivo maschile...non sentiamo quasi mai dire con la stessa riprovazione "è un cattivo padre"

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  12. fantastico.
    Ho trovato un nuovo lavoro pochi mesi fa con bimbino di 11 mesi da gestire nei colloqui. Esperienza un po' ne ho, anche molti più di 23 anni, però non ce l'ho fatta a gestire la cosa così. Probabilmente anche perchè probabilmente la voglia di fare il secondo mi sprizza da tutti i pori.
    Appena ho un minutino me lo "incornicio" questo tuo post così me lo rileggo la prossima volta che cerco lavoro.
    Certo è che il precariato rende la faccenda più complessa.

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  13. Io no.
    Però so che se dovessi scegliere tra l'assumera una 30enne senza figli e una con 3 figli, assumerei quella senza figli.
    Però mi farei lasciare il numero di quella con i tre nani urlanti.

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    1. non fai testo, banale, sei uno stronzo. :)

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    2. Non ti chiederei mai il numero. Lo sai.
      Me lo dai tu.

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  14. Lo sai, questa cosa di scrivere che sei mamma nel curriculum l'avevo fatta anche io... ma il mio consulente interno (leggi: mio fratello) mi ha consigliato di toglierlo. Non funziona così, purtroppo -mi ha detto-.
    Evidentemente hai trovato un datore di lavoro illuminato, ed evidentemente serve anche che ci sia chi osa farlo, invece che nascondersi dietro un dito: "I figli non ostacolano il mio lavoro". No: "I figli sono la prova vivente che sono una persona degna di fiducia, capace e determinata". Ok, forse un utopia... Pare che nei Paesi scandinavi valga proprio questa equazione al momento dell'assunzione. Figli=punti in più. Per cambiare mentalità ci vuole tempo, certo. Però, se non si comincia mai!

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  15. Errata corrige: un'utopia! Sorry!

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  16. Sono d'accordo con te su tutta la linea! Le tua bimbe sono un BIG PLUS! Spesso noi donne copiamo i maschi nei loro atteggiamenti e invece di acquisire maggior autorevolezza perdiamo le nostre marce in più di donne.

    Io avevo un collega che non prendeva appunti quando il capo parlava durante le riunioni, me li chiedeva sempre, dicendomi che io in fondo ho l'animo della segretaria... sto stronzo!

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  17. Se la maternità anticipata e poi quella estesa dopo il parto non esistessero o fossero regolate con serietà anche i datori di lavoro sarebbero più umani. Ma io vivo in australia e di maternità pagata se va bene ne becchi 3 mesi e le donne non fanno le furbette per poi lamentarsi che il mondo è maschilista. Ah e di figli ne hanno tutti minimo 3

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  18. Standing ovation. Come direbbero i gggiòvani d'oggi, ti stimo!!

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  19. Tutto vero... Troppo vero :(

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