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ETICHETTARSI

Cari tutti,
a volte oltre a dire delle stronzate immani ragiono anche.
Oggi ragiono sul coming out, oppure sul dichiarare la propria identità sessuale.
Qualche mese fa mi è capitato tra le mani Eva Futura di Lucia Extebarria. Mi colpì, oltre a una bella descrizione della drag queen, vista come forma di ribellione alle identità di genere imposte, la contrarietà dell'autrice all'auto-etichettamento sessuale. Mi pare che lei, che a grandi linee penso si possa definire bisessuale, sostenesse che semplicemente erano affari suoi, che non si riconosceva nella sessaulità stereotipata- normotipo e blablabla.
Poi pensavo anche un po' a me, che sono eterosessuale. Che vuol dire eterosessuale? Che se un giorno volessi frequentare una donna sarebbe vietato? Oppure che dovrei cambiarmi l'etichetta e definirmi bisessuale, per onestà intellettuale? Ma poi onestà verso chi? Prima di andare a letto con qualcuno devo diffondere un comunicato stampa, con scritto: Sì, sono ancora eterosessuale? Oppure, no, a sto giro no. Prima di sposarmi, devo giurare al prete che non avrò rapporti "contronatura" perché sono vietati e non servono a riprodursi e blablabla?
Perché all'omosessuale si chiede di fare coming out e a me no? Fare coming out non da adito a pensieri morbosi?
In linea di principio, alla domanda, che in effetti nessuno mi ha mai posto, circa le mie preferenze sessuali, vorrei rispondere: Ma tu ti fai i cazzi tuoi?
Come quando Zio Scriba dice di essere Gay Onorario.
Ecco.
Poi però.
Un mio amico mi dice: sì, in linea di massima ciò che dici tu con la tua amica Extebarria, ha senso. Ma dice tale Giovanni Dall'Orto che ha senso definirsi gay prima che siano gli altri a darti del frocio. Tanto gli altri non resistono, ti devono etichettare per forza.

Non so, sono dubbiosa.
E ora mi contraddico.

L'altro giorno mia mamma aveva lasciato nel mio stereo un cd di Gianna Nannini. L'ho ascoltato. Nonostante la chitarra elettrica e la voce "grunge", l'ho trovata sdolcinata.
No, ma non era questo il punto. Salto sempre di palo in frasca.
Il punto è che se, per caso, Gianna prediligesse le donne, ecco, per puro caso, io credo che potrebbe anche dirlo, invece di fare canzoni unisex su generiche creature meravigliose.
Perchè?
Perchè ha avuto una bambina, da sola. O con la sua compagna, se ce l'ha. Tra le coppie di donne si usa; tra le coppie di maschi è un tantino più complicato. Epperò anche i maschi devono poter adottare.
Ha rotto il cazzo questo "L'Italia non è ancora pronta". Non è vero. Ci sono migliaia di coppie gay prontissime.
Io il babbo non l'ho avuto. Conosco persone che non hanno avuto la mamma. Ce n'era bisogno? Bo, forse sì. Ma sono sopravvissuta. Peraltro tra le mie conoscenze non esiste nessuna famiglia "ideale", "standard", "perfetta". Però conosco molti genitori che vanno bene per i loro figli.
Io sono una pazza, eppure le mie figlie sono felici. Se fossi una pazza lesbica sarebbero felici uguali.

E allora diccelo anche tu Gianna. Sostieni la tua causa, mettici la faccia.

In definitiva: etichettarsi o non etichettarsi?

Commenti

  1. ecco si insomma ...bella domanda ...forse si forse no ,,

    vabene comincio io : eterosessuale ...o questo non vale ...si insomma chi tace è etero chi si dichiara no??

    comunque dovessi cambiare idea faro' un comitato stampa semmai interessasse ;D

    ps. ma qui legge anche la Nannini? se cosi' fosse io sono una tua fannnnnn!
    :D

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  2. Che dilemma... davvero, sto male.
    non lo so, io direi di si, nel senso che non c'è nessun problema a dire: sono uomo e mi piacciono gli uomini, sono donna e mi piacciono entrambe le cosine... cioè. Peace and love.

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  3. @franci: ho come il sospetto che Gianna Nannini non legga :))))

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  4. Intanto ti tranquillizzo sul fatto che il prete non mi ha chiesto se ero gay. Si vede che non ero il suo tipo (vabbè questo è un luogo comune idiota, m'è scappato)
    Poi non so se ha senso il coming out o no. Personalmente non mi cambia molto la vita. Nel caso della Nannini mi colpiva di più l'età, a dire il vero (54, mi pare) dell'orientamento sessuale (qualsiasi esso sia). Ma anche lì non mi straccerei le vesti. Due amici miei hanno perso il papà 80enne quando avevano 14 anni. E sono delle bellissime persone. Anche se hanno sofferto.

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  5. Non etichettarsi mai... già ognuno ha i suoi limiti... poi, se ci si mette anche a darsi etichette da soli... l'importante è neminem laedere...

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  6. Io sono solo una persona. Come ho scritto meno di un'ora fa sul mio blog, è solo un caso che sia una donna, così come ho i capelli castani.
    E ho avuto una ragazza prima di avere dei ragazzi. Detesto le etichette.
    Quanto all'adozione da parte dei gay, temo che grazie al Vaticano in Italia non ci arriveremo mai. E ho due amiche che hanno una splendida figlia di cinque anni. Si tratta solo di voler essere genitori...

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  7. @elgae: io intendevo dire che agli eterosessuali NON si chiede che tipo di rapporti sessuali hanno (non devo entrare nel dettaglio, vero?). Quello che fanno una coppia di donne o una coppia di uomini lo possono fare benissimo anche uomo e donna.

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  8. No guarda. Io sono già inibito di mio, poi lo sai che con i figli piccoli non è che ce se ne intenda più così tanto di tutte queste cose. Sul tema vi sono vicino e scusate le digressioni poco consone. ;-)

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  9. Bella domanda! In qualche modo nessuna etichetta mi sembra giusta (almeno per me) e nemmeno nessuna risposta.
    Mi fa piacere che ti schieri a favore dei genitori omosessuali. Io ci ho sempre creduto, ma ci sono rimasta particolarmente male quando due amiche lesbiche mi hanno detto di essere contrarie. Egemonie gramsciane del cazzo!

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  10. non etichettarsi mai e dare per scontata l'intelligenza del tuo prossimo....al limite esigerla!!!!

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  11. A me non piacciono le etichette, onde per cui non ne metto e non ne voglio messe a me.
    Riguardo al sesso, io la penso così: si fa con chi ci pare, purché sia/siano maggiorenne/i, consenziente/i e in grado di intendere e di volere.

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  12. a chi si oppone all'adozione dei gay cheiederei se i bambini stanno meglio in orfanotrofi che li tengono solo perche hanno un valore finaniario..ho avuto uno zio gay, dolcissimo, mi facev ridere. In realtà era un lontano parente...ma l'ho adorato, e ho adorato la sua mamma in grado di proteggerlo, anche quando lei aveva novant'anni, dalla cattiveria dei fratelli. In realtà l'amore genitoriale non ha sesso. le etichette le mettono li altri... ;)

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  13. Come la penso io:

    io non sbandiero ai 4 venti che mi piace l'usel, ma neanche lo nascondo. Ecco, forse il problema non è tanto fare coming out, ma nascondersi...
    Al nascondersi sono contraria.

    Sono contraria anche a Gianna Nannini, che è un personaggio pubblico che ha "sfruttato" la sua gravidanza per scopi economici (il disco che esce in contemporanea con il parto è TERRIBILE) e che però non ha dichiarato a tutto il mondo "sono gay e per chi è gay l'unica possibilità di concepire un figlio è andare fuori da questo paese cattolico bigotto del caiser", in modo da fare della sua celebre felicità un simbolo, un qualcosa per cambiare lo status quo di questa chiesalia.
    Imperdonabile.

    Sono favorevole a:
    sesso consenziente tra chiunque (e per consenziente intendo anche COSCIENTE)
    farsi gli affari propri (però è vero che è normale chiedersi degli altri che tipo di relazioni instaurano, io sono curiosa anche di come va la storia d'amore della mia collega con il suo ragazzo...)
    genitori gay
    genitori single
    tanto amore per i figli

    Che divina commedia!

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  14. Ah sono anche favorevole a te e al tuo post.
    ;)

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  15. E allora a 'sto punto che non ci sia più nessuna etichetta di genere, sia come sia. L'etichetta venga appiccicata a chi non vuol bene.

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  16. @giulia: ecco, hai detto bene, è come la penso io: etichettarsi no, ma neanche nascondersi. Gianna Nannini che si nasconde o, chennesò, un ipotetico George Micheal che fa il macho e si circonda di fighe (ovviamente prima di fare coming out), ecco, mi lasciano perplessa. Gianna Nannini potrebbe davvero essere un buon esempio, se dichiarasse al mondo: sì, sono una mamma lesbica, ho fatto così e cosà, lesbiche unitevi e fatelo anche voi.

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  17. ma poi, chissenefrega se alla Gianna piace la Jolanda o il Walter? così come chissenefrega se al mio collega piace l'altro collega? buon per loro se sono felici.
    E' davvero un pò morboso etichettare le persone con le inclinazioni sessuali, perchè significa che al primo sguardo già lo si immagina orizzontale... non è bello.
    Non mi piacerebbe se chiunque mi incontrasse pensasse "chissà cosa fa a letto con suo marito". Certo qualcuno lo pensa, ma è lui il morboso fuori posto.
    Quindi non alle etichettature e che ognuno si faccia i cavoli suoi! Se poi una lesbica/un gay desiderano farci sapere le loro preferenze, ok, io ascolto, ma finisce li. Non voglio cadere nella trappola di chi li pensa solo orizzontalli

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  18. Bah, io penso di essere stata cresciuta in un mondo parallelo rispetto all'Italia "non ancora pronta". Mio nonno non si pone neanche il problema razziale mentre la nonna di Luca non parla a mia cognata perché è nera, tanto per dirti. Con i gusti sessuali è la stessa cosa: i miei (nonni e genitori) sono proprio indifferenti. Gli interessa altro: che le persone siano buone, in gamba, con valori. Ma poi di quello che uno fa sotto le mutande proprio non ce ne frega niente, anzi mi imbarazza un po' saperlo.
    Non penso che un genitore sia meglio o peggio sulla base dei suoi gusti sessuali, è proprio insensato pensarlo.

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  19. sinceramente credo che in un mondo ideale non ci dovrebbe essere bisogno di farlo, teoricamente, per come stiamo oggi ci si dovrebbe etichettare, ma, nella realtà, in alcuni ambiti è impossibile farlo, perché si andrebbe incontro a ripercussioni insostenibili.
    Perosnalmente sono dell'idea che ognuno dovrebbe poter scegliere di farlo liberamente, ma purtroppo non è così.
    Per quanto riguarda le adozioni penso che la colpa non sia del Vaticano, ma di tutti i politici italiani, perché il Vaticano fa il suo lavoro (probabilmente male), mentre i politici, spesso, fanno il lavoro del Vaticano, e credo che questo non sia molto corretto.

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  20. mi piace questo post, io sostengo sempre il fatto che una famiglia felice non sia necessariamente una famiglia standard; e poi lo standard chi lo classifica? insomma: qui conta l'amore, come dice il liga (mi rendo conto che i genitori omosessuali sono figure difficili da accettare per un retaggio culturare che vuole il maschio a fare il duro e la femmina a fare la tenera: mi sembra che siamo fuori da questo, quindi avanti savoia!)

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  21. il punto è che nasciamo in una società che ti vuole etichettare comunque, già appena nato...

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  22. Io ho avuto un esperienza familiare "diversa" in posto in cui la persona più strana aveva la staccionata del giardino gialla invece che color legno come tutti gli altri!!e a me le etichette hanno fatto male,moltissimo.
    Anche se poi non ho realmente sofferto il fatto di avere i genitori in due nazioni differenti.A casa tutto era normale e io sono cresciuta tutto sommato felice.
    Però le parole degli altri le sentivo come coltellate,e mi facevano sentire sempre "l'esclusa".
    Mia madre è sempre andata fiera di essere separata,anche se sola,con tre filgie a carico e delle etichette che le davano non le poteva fregare di meno,ma lei è la persona più forte che io conosca.
    Io,invece,non so se mi etichetterei...però non mi nasconderei neanche,ecco.Almeno credo.

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  23. Urka che pensieri oggi!
    Alura, vediamo.
    Etichette?
    Chiessenefrega onestamente.
    Sul discorso adozione sono molto combattuta. Che un omosessuale possa essere un bravo genitore, anzi sia un bravo genitore come tutti gli altri sono d'accordo.
    Insomma, non è che non ce ne siano eh?!!? E nessuno si sogna di togliere loro la patria potestà perchè sono omosessuali ecchecavolo!
    Ma l'adozione è un'altra cosa.
    Si va a porre un bambino che già ha vissuto dei traumi (abbandono, morte dei genitori, storie famigliari di disagio forte, allontanamento dalla famiglia) in una situazione dove potrebbe viverne altri per la discriminazione applicata ai suoi genitori.
    E questo non credo sia giusto.
    Credo che andrebbero snellite le pratiche di adozione in generale in modo che i bambini non stiano anni negli orfanotrofi, ma onestamente non credo che sia giusto porre un bambino già con potenziali traumi in una situazione ulteriormente traumatica. E con traumatica non dico che avere genitori omosessuali sia uan cosa che traumatizza, ma l'arretratezza culturale in cui viviamo sì.
    Oltre al fatto che ci sono, a quanto leggo...non sono una psicologa e non lo so per certo, delle tappe in cui la figura di entrambi i genitori è importante se non fondamentale e per superare l'assenza di una elle figure genitoriali "standard" (passatemi il termine) ci può volere molto tempo e fatica.
    Quindi ritorna il discorso di dire che far fare questa ulteriore fatica a un bambino che ne ha già fatta tanta...forse se si può evitare è giusto.
    Un conto è mio padre/mia madre è omosessuale. Bon ok.
    Un conto è far fare questo salto a un bambino che già ha dovuto superare tanti scogli.
    Ecco, sarò "facilona" ma se avere una famiglia tradizionale gli allevia un po' la strada io preferisco questo.
    So che non è politically correct ma a me sembra..."pratico".

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  24. Sono d'accordissimo con Mammachetesta..di risposte non ne ho, su cosa sia meglio in assoluto per un bambino, ma non sono del tutto sicura che avere una mamma-femmina e un papà-maschio sia del tutto indifferente per la crescita di un bambino..soprattutto per quanto riguarda le discriminazioni che potrebbe subire..Per il resto ognuno puo'fare quello che vuole della sua sessualità,una volta che non fa del male a nessuno!!
    Riguardo a Gianna Nannini trovo ridicolo il comportamento della rocker dura,che manda a cagare il mondo e fa un figlio a 50 anni..e poi non ammette quello che è palese a tutti!

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  25. Sono d' accordo con Julez, il punto cruciale è non nascondersi. Per quanto riguarda la questione "sociale", io penso che un bambino abbandonato stia senz' altro meglio in una casa con 2 genitori adottivi (omo o etero) piuttosto che in un orfanotrofio. I traumi ce li ha già perché è stato abbandonato: un po' d' amore, provenga da uno solo, da due XX o da due Xy non potrà che fargli bene. Augh.

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  26. essere etichettati non va bene, ma etichettarsi forse è necessario...non sempre, certo...ma in certe fasi della vita abbiamo bisogno tutti di poterci definire in una parola, in un concetto, per semplificare, certo, ma anche per contenere tutte le nostre possibili realtà e contraddizioni. Ci diamo un nome. Sono vegetariana. Sono cattolica. Sono di sinistra. Così per un po' possiamo tirare il fiato, poi basta un colpetto di vento più forte e riemergono dubbi e perplessità e ricomincia il gioco...

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  27. concordo pienamente.
    la gianna, per me, può fare quel cavolo che vuole. però nelle sue canzoni racconta di se stessa, alla fine. e allora perchè non parla in modo aperto della sua sessualità? è come se io, nel mio blog, parlassi di me come lesbica, quando non lo sono...

    in ogni caso... e basta con questa storia delle famiglie etero! anzi, basta con queste famiglie fintamente normali dove ci sono il papà e la mamma...ma magari il papà la sera, in giacca e cravatta, va a viados (ce ne sono molte più di quelle che ci immaginiamo...)
    e poi...cosa serve ad un figlio? sapere che a sua madre piacciono gli uomini o essere amato da lei immensamente? sapere che l' amore è solo tra un uomo e una donna o che è universale, totale, assoluto SEMPRE. l' amore è amore e basta. e io sarei felicissima se mio figlio capisse anche solo questa piccola cosa. che l' importante è dare amore e riceverlo; non essere avari di sentimenti, che siano verso un uomo o verso una donna.

    ho letto quel libro della extebarria ma, sinceramente, l' ho trovato scontato in molti punti. per riscattarla, però, ho comprato il suo primo romanzo e secondo me, a naso, mi piacerà molto di più di quel saggio...poi ti dico, eh?

    bacio, paola

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  28. io, se fossi saffica, un pensierino sulla Gianna me lo farei...

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  29. Sulla dichiarazione a me fregacazzi. Non mi piacciono le donne o gli uomini, io mi innamoro delle persone. E se un giorno mi capitasse di innamorarmi di una persona di sesso diverso rispetto a quella di ora, se me ne innamoro, il problema è solo mio. Tanto mi innamoro poco.

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  30. "A proposito di fecondazione, avete sentito di Gianna Nannini? Andiamo, non puoi farti inseminare a 54 anni. Non sai nemmeno se tuo figlio scoprirà prima che sei lesbica o che sei morta" (Qdg).

    Mi manchi, Polly.

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  31. Trovo aberrante dover trovare una dichiarazione univoca per gli interessi sessuali.
    Perché d esempio con mio marito posso fare pratiche da frocio (sarò stata chiara? Fine no di certo...) e allora se davvero devo stare attenta alle dichiarazione dovrò aggiungere una postilla... Etero con interessi alla sodomia.....

    Inoltre, abbastanza stufa del panorama maschile che mi circonda, è da sempre che mi sento che semmai dovessi innamorarmi di nuovo sarà per una donna.
    Ma per il momento sto bene così - e poi chissà se mi mancherà il pisello.

    Per quanto riguarda i genitori, tutt'ora non mi entra in testa il perché di talune discriminazioni.
    In alcune società matriarcali i figli sono praticamente cresciuti solo da donne, Nelle tribù più che mamma e papà conta il clan. Noi che ci consideriamo più evoluti non riusciamo a pensare ad altro che ad un lui e una lei, uniti foreva' and eva' (e quante volte succede questo?) in funzione del figlio. Mi sembra che siamo solo un po' rigidini.

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  32. La Nannini fa "canzoni unisex su generiche creature meravigliose" e ha ragione.

    Io sono eterissima. Sul serio. Lo dico perchè non è che non mi sia mai capitato di interessare a una donna e a volte la donna in questione mi piaceva, poer cui mi son fatta delle domande, ma la risposta è stata cheu na donna al massimo può piacermi quanto a sei anni mi piaceva il compagnuccio delle elementari, un uomo mi fa tutt'altro effetto, sempre e comunque.

    Però con gli anni, da sposata, da cugina di cugino gaio che amo come un fratello, da una che di cose un po' ne ha viste girellando qua e là, e anche da professoressa che, ogni anno immancabilmente, su quarantacinque ragazzini ne vede almeno uno omosessuale, ho cominciato a pensare che le definizioni non servano a niente.

    Per dirla come ho detto alla madre di un mio alunno: "Ognuno ha diritto di essere felice come può", e per dirla come ho detto alla mia classe omofobissima: "La vita è già abbastanza difficile senza crearsi degli altri problemi".

    Però, a parte questi aforismi filosofici da terza media, quel che voglio dire è: è vero che, a guardare le cose con la mente aperta, non c'è bisogno di definizioni sessuali. Mi è capitato, forse te l'ho già detto, di conoscere una bagnina transessuale. Si vedeva benissimo che era stata un ragazzo e, dato che girava in costume, si vedeva benissimo anche che era stata operata. Ecco, beh, io sdraiata sul mio lettino la osservavo cercando di non darle fastidio e la trovavo bellissima. Nel senso che nel suo non essere più una cosa ma nemmeno riuscire a essere completamente l'altra era una creatura rara, speciale, magica, come un unicorno. Mi sono chiesta se le rendevano la vita difficile, se a qualcuno faceva impressione, se lei soffriva di essere chiaramente a metà tra i due generi, e cosa realmente io trovavo attraente di lei: risposta, ovvia nel mio caso, non la "mostruosità" (nel senso latino della parola che vuol dire "cosa degna di essere mostrata") nè l'aspetto femminile, ma quelle caratteristiche maschili che, nonostante il suo modo aggraziato ed elegante di muoversi e il suo aspetto curato, continuavano a mostrarsi: la forma delle mani, del collo, un modo di aggrottare le sopracciglia, di stirare i muscoli. Chiaro che la stessa persona avrebbe potuto invece attrarre un uomo per gli aspetti femminili e qualcun altro proprio per il fatto di essere tutte e due le cose. Per gli stessi motivi avrebbe in altri ancora suscitato repulsione.

    Castagna (segue)

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  33. (continua)
    In ogni caso, di fronte a lei veniva automatico sentire il disagio dei pronomi maschili e femminili, e desiderare un altro modo di indicare le persone. Stessa cosa con una monaca buddhista, che direi si può definire donna perchè si presenta con un nome femminile, ma di certo ha un aspetto e un qualcosa che femminile non è: ho pensato che potrebbe essere un caso di ermafroditismo e mi sono chiesta se si è rifugiata nel buddhismo perchè in un monastero tibetano non importa veramente a nessuno chi sei fisicamente.

    D'altro canto, mi contraddico anche io, e vengo nel tuo caruggio, come si direbbe a Genova, cioè mi avvicino al vero argomento del tuo post, se arriveremo a una società dove non ci sono discriminazioni e si può evitare l'outing, beh, nel corteggiamento tra due persone dovrà inserirsi un momento in cui ci si chiarisce un aspetto. Tipo "sai, a me piacciono le donne e solo le donne", nel senso che beh, io lo vorrei sapere della persona con cui vado a letto, a parte tutto, dato che io sono una di quelle a cui, mente aperta e serenità di giudizio a parte, a livello di gusti piacciono gli uomini e solo gli uomini. D'altra parte esiste anche un momento in cui ci si dice qualcosa di molto personale tipo "sono vergine" o "prendo la pillola" (anche se vedo che andiamo pericolosamente verso un mondo in cui prima ci si tirano giù le mutande e solo dopo ci si chiede con chi esattamente si è andati e a far cosa, il che, a mio parere, è rischioso e fonte di grandi delusioni). Chissà che non si possa dire alle persone di che gusti ci si sente dotati in un modo simile, solo quando vale la pena di dirlo, e per il resto non si possa magari essere semplicemente persone.

    ...deliro?

    Castagna

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  34. non ho avuto un padre.
    non ho mai dovuto dichiarare la mia eterosessualità.
    non andrò mai di fronte a un pretaccio per sposarmi.

    Ciò non toglie che a mia madre, poco prima che io nascessi, era il 67, all'ospedale le chiesero:
    "Lei, signora, e' mai stata a letto con una donna?"

    Mia madre rispose:
    "Ma che domanda e', certo che si', ho dormito con mia madre sino ai tredici anni"

    Perché dalle mie parti, nel 67, non si conosceva neppure il significato del vocabolo omosessuale.

    Ciao
    Zac

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  35. Come gay, sposato e padre di un bambino di due anni, credo che il tempo dell'omissione delle etichette sia ancora lontano. Bisogna prima di tutto raggiungere l'accettazione e la tolleranza delle etichette stesse.
    Io sono gay, da morire, e sono a mio agio con la mia etichetta. Scrivo e parlo di uomini, parlo apertamente di mio marito a tutti. Proprio tutti. Non mi metto il cartello al collo, ma neanche evito domande dirette perchè non ne ho bisogno.
    La mia vita è vissuta alla luce del sole.
    La rimozione delle etichette potrà essere raggiunta solamente una volta che queste verranno ritenute obsolete. Rendetevi conto che l'etichetta di 'nero', o 'negro', o 'di colore', sta scemando solo adesso, e non del tutto. Ci sono voluti tantissimi anni dall'abolizione della schiavitù perchè queste persone conquistassero il loro posto nell'umanità e lasciassero alle spalle la loro percepita condizione di 'sub-umani'. Per noi gay sarà la stessa cosa e non mi aspetto niente di diverso.
    La mia amica T ha detto una grande verità: i cambiamenti avvengono per osmosi, non dall'oggi al domani. Quindi io dico, indossate le vostre etichette con orgoglio e coraggio perchè per ora servono.
    Servono a mostrare che dietro ai preconcetti c'è vita, fantasia, amore, umanità.
    Servono a mostrare quanto siano inutili.
    Lascio volentieri l'uso del neutro a Gianna Nannini, tanto l'unica che crede di poter ancora nascondere la sua sessualità è proprio lei.
    Per quanto mi riguarda, ho imparato che certe cose diventano 'sporche' proprio quando si nascondono.


    Marco

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  36. Io l'altra notte ho sognato di farmi Madonna. Non ti dico altro.

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  37. Scusa, ho scritto di getto. Non ho visto che la conversazione aveva preso una piega seria. Allora, seriamente, sono d'accordo con te. L'unica etichetta che dovremmo avere è FELICE.

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  38. decisamente non etichettarsi! se una Gianna è lesbica, lo è e basta, non deve per forza etichettarsi come non è tenuta a scrivere una canzone specificando che si tratti di uomo o donna. cioè io sono etero, ma non vado in giro a specificarlo. e penso che la stessa regola valga per gli omosessuali. nel momento in cui si continua a parlare ancora di "etichettamento" allora significa che facciamo ancora delle distinzioni figuriamoci parlare di matrimonio tra gay o adozioni!
    bell'argomento di conversazione, brava :)

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